(AGENPARL) - Roma, 6 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 06 November 2025 https://www.aduc.it/articolo/tossicodipendenze+relazione+governo+controrelazione_40112.php
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Tossicodipendenze. Relazione Governo e Controrelazione – seconda parte
La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2025: aspetti critici relativi alla scientificità e completezza – Seconda parte
(qui la prima parte)
E’ opportuno ricordare innanzitutto cosa dice l’articolo del TU 309/90 riguardo alla relazione annuale al Parlamento:
Il Ministro per la solidarietà sociale, anche sulla base dei dati allo scopo acquisiti dalle regioni, presenta entro il 30 giugno di ciascun anno una relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia, sulle strategie e sugli obiettivi raggiunti, sugli indirizzi che saranno seguiti nonché sull’attività relativa alla erogazione dei contributi finalizzati al sostegno delle attività di prevenzione, riabilitazione, reinserimento e recupero dei tossicodipendenti.Così alla fine del lavoro di revisione chiunque potrà verificare quanto la relazione 2025, in compagnia di molte delle precedenti, sia adeguata a quanto previsto dalla legge.
Come guida seguiremo ancora la Prefazione. Riportiamo l’analisi iniziale della Prima Parte per riprendere la linea del discorso critico:
Il dottor Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, inizia così, dove i punti, che considero critici, sono sottolineati:
La Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia si presenta nella nuova impostazione e nella nuova veste grafica sperimentate nel 2024. Nuova impostazione significa sforzo di sintesi ragionata fra i contributi forniti dalle varie amministrazioni, centrali e territoriali, e dagli enti del privato sociale. Nuova veste grafica significa consultazione più agevole e chiara, pur mantenendo la scientificità e la completezza dell’approccio: l’infografica fornisce un’idea immediata della quantità di informazioni, di valutazioni e di indicazioni di prospettiva riguardanti lo scorso anno.
Nella prima parte del rapporto critico si diceva:
La sintesi non è ragionata, dato che non si collegano mai i dati di varia provenienza, che forniscono, inoltre, anche informazioni incomplete e di scorretta scientificità per la mancanza totale di ragionamento scientifico. Si mostra, inoltre, la limitata conoscenza del fenomeno di cui si pretende di parlare scientificamente. Con i nuovi esempi, riportati nel seguito, si mostreranno altri punti a-scientificamente presentati e, anche, grossolanamente scritti, con errori anche tecnici.
Anche l’italiano ‘scientifico’ mostra vari grossolani errori.
La sintesi scientifica non può essere impostata e condotta da non scienziati.
Inoltre, la consultazione non è più agevole dato che la lettura delle Tabelle, con i dati riportati non scientificamente, è assolutamente poco leggibile e i dati non sono facilmente estraibili e sono in gran parte scorretti e incompleti.
Seconda parte: carcere, mano d’opera al dettaglio, efficacia interventi di repressione
Quanto alla continuità, è sempre forte il contrasto al narcotraffico da parte delle forze di polizia e dell’autorità giudiziaria, spesso in collegamento con i loro omologhi di altre Nazioni interessate dalle medesime rotte degli stupefacenti. Nel corso dei decenni, l’Italia ha accumulato su questo versante esperienza e competenza, oltre a essersi dotata di un ricco patrimonio di conoscenze, e per questo è diventata un modello per tanti Stati, sul piano delle soluzioni normative, di ordine sostanziale e di ordine procedurale, e sul piano della efficacia degli interventi repressivi, senza che ciò si traduca nella penalizzazione delle persone in cura per dipendenza.
Se si fosse in grado di collegare e analizzare scientificamente i dati si capirebbe che l’efficacia degli interventi repressivi è bassissima e, naturalmente, l’inefficacia è molto grande.
Nel testo si riporta:
Le condanne formulate tra il 2020 e il 2024 hanno riguardato reati commessi a partire dal 1995 e, in media, ogni persona condannata ha commesso due reati nello stesso anno. Negli anni si osserva un allungamento del tempo che intercorre tra la data del reato e la sentenza di condanna definitiva: nell’ultimo biennio per la maggior parte dei reati droga-correlati il tempo di latenza si attesta intorno a tre anni contro due del biennio precedente.
In realtà, se si analizzano bene i dati, si vede che non sono tanti quelli che hanno più recidive, bisognerebbe riportarne la distribuzione, non solo la media, molti hanno un unico reato nello stesso anno.
Che significato si intende attribuire a ‘tempo di latenza’ in questa analisi? Tempo di latenza, oltre a significato relativo a attivazione di strumentazioni, nel campo di cui ci si occupa è un termine tecnico che denota il tempo trascorso dall’inizio di uso di una sostanza al tempo in cui per la prima volta si richiede la terapia, ovvero la durata del periodo in cui il consumatore è sconosciuto (latente) ai servizi sanitari.
Si trova nei testi riguardanti il lavoro dei SerD, oltre che nei testi dell’Osservatorio Europeo, dove il termine tecnico è stato adottato per la prima volta alla fine degli anni ’90. I soggetti sottoposti a processo non sono assolutamente sconosciuti e quindi non sono latenti. Si deve utilizzare semplicemente durata del processo.
Che si intende con ‘si attesta’? Vuol dire che la media, per molti casi (90%?, 60%?…) è pari a tre anni? o qualche altro indice, che ha certamente un nome appropriato. Sembra che il testo sia stato scritto, e anche rivisto, da persone totalmente ignoranti rispetto al significato e
all’uso scientifico dei dati.
Un uso molto limitato e poco critico di dati importanti si ritrova in tutte le Tavole e, in particolare, trattando di interventi repressivi, nella Tavola 5.2.
Consideriamo solo i dati relativi ai soggetti che si trovano o entrano in carcere, senza considerare i minori e i giovani, dato che quanto si evidenzierà su questi dati vale, naturalmente, anche per gli altri.
Il primo commento riguarda la formattazione dove i grafici delle serie storiche sono assolutamente illeggibili, soprattutto scientificamente.
Le analisi e le interpretazioni sono molto superficiali, denotando di nuovo persone poco competenti come autori e, naturalmente, come revisori.
La prima parte dei grafici riguarda la presenza in carcere per reati relativi al TU 309/90, quindi sia per art.73 che per art. 74. Il grafico dell’andamento della percentuale nel tempo, ovvero delle serie storiche, va dal 2006 al 2024 in alcuni grafici e solo fino al 2023 nel grafico relativo al solo art.74. E’ illeggibile dal punto di vista scientifico.
Sotto si riportano le informazioni sulla presenza e sugli ingressi relativi ai reati per art.73.
Sarebbe più istruttivo riportare separatamente i dati (permanenza e ingressi) relativi all’art.74 e all’art.73 e anche ai due articoli congiuntamente come reato ‘multiplo’, che sarebbe più interessante e utile per il parlamento, destinatario della relazione. Comunque il grafico della serie storica relativo agli ingressi va dal 1992 al 2024, disallineato con il grafico delle permanenze. Di solito non si riportano questi andamenti su intervalli di tempo diversi, perché è interessante il confronto, che permette anche di ricavare, per esempio, la durata media di carcerazione, combinando le informazioni sulla permanenza (tecnicamente si chiama prevalenza) e sugli ingressi (tecnicamente incidenza).
L’art.73 riguarda essenzialmente i soggetti identificati come ‘spacciatori’ al dettaglio e imputati o condannati, dai dati risultano presenti anche solo imputati.
Occorre subito precisare che il numero totale degli entranti non riguarda soggetti differenti, perché ogni soggetto può entrare e uscire più volte durante il periodo considerato. Il numero dei soggetti che entrano è, quindi, in generale minore del numero degli ingressi riportato.
Quindi è assolutamente scorretto quanto si dice nel testo:
Nel corso del 2024, le persone tossicodipendenti entrate in carcere sono state complessivamente 16.890 (8.700 nel primo semestre e 8.190 nel secondo), corrispondenti al 39% dei 43.489 ingressi totali. A livello regionale, questo valore….
Si riporta una Tabella, fornita dal DAP1 nell’ambito di un progetto europeo, che mostra chiaramente che i singoli soggetti entrano anche più volte in un anno.
Tabella 1. Numero di ingressi in carcere per art. 73 TU 309/90 per soggetto nel 2009.
Certamente il DPA (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), che è anche osservatorio nazionale, dovrebbe avere i dati che ho ricevuto io per i vari progetti con Enti e Ministeri nazionali (Dipartimento Politiche Antidroga), ONU, Commissione europea, Parlamento europeo, EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction) ed Unione Europea negli ultimi 35 anni e potrebbe mostrare gli andamenti delle presenze e degli ingressi in carcere per TU 309/90, in modo corretto e completo e, soprattutto, comprensibile. Con lavoro scientifico semplice potrebbe anche derivare informazioni di grande interesse. Analisi giuridiche quantitative in merito alle diverse leggi in vigore in Italia dal 1991 e sulle conseguenze sono riportate in [2].
Riportiamo ora i dati completi relativi a prevalenza e incidenza di detenuti per TU 309/90 e/o tossicodipendenti nelle Figure 1, 2, 3.
Figura 1. Prevalenza annuale in carcere dal 1992 al 2024 in particolare per art.73 del TU 309/90 (Fonte dati DAP per progetti EU)
Come si vede nell’andamento della prevalenza risulta chiaro l’ultimo indulto concesso il 31 luglio 2006. Il totale dei detenuti presenti in carcere per impatto del TU 309/90 è ricavato sommando ai soggetti detenuti per reato art.73 metà dei detenuti tossicodipendenti, che è noto, da altre statistiche dettagliate, circa nel 50% dei casi sono dentro per altri reati.
Gli altri reati relativi ai tossicodipendenti sono soprattutto di ‘acquisizione’ per necessità di fondi per acquisto anche di sostanze [3].
Analogamente, nelle figure successive si riportano i dati relativi agli ingressi in carcere, sia per reati relativi al TU 309/90, sia per altri reati commessi da tossicodipendenti.
Nella Figura 3 si riporta l’impatto percentuale degli ingressi per reati relativi al TU 309/90 nei periodi relativi alle diverse leggi in vigore.
Figura 2. Incidenza annuale per reati TU 309/90 e altri reati commessi da tossicodipendenti (Fonte dati DAP per progetti EU).
La prevalenza, che rimane alta anche quando l’incidenza decresce negli ultimi anni, dopo il 2014 in particolare, mostra chiaramente che nello stesso periodo è più elevata la durata media di permanenza in carcere, che si può valutare e risulta riportata nella Figura 4.
I dati del DAP, in cui si riportano gli ingressi multipli dei soggetti relativi a reati art.73 TU 309/90, permettono di stimare la popolazione di spacciatori, a rischio di denuncia e ingresso in carcere.
Figura 4. Durata media della permanenza in carcere in settimane.
Si usa un metodo classico: lo stimatore di Zelterman, riportato in esteso in [1] e [4], e si ottengono i risultati di Tabella 2, dove si riportano anche il totale delle denunce (fonte DCSA4 per progetti EU) e il totale degli ingressi in carcere (fonte DAP per progetti EU con aggiornamento), da cui si ricavano i livelli di efficacia di entrambi. Bisogna sempre ricordare che in realtà i livelli di efficacia, valutati in questo modo, sono leggermente maggiori dei reali livelli, dato che sia le denunce che gli ingressi in carcere possono riguardare un numero di soggetti minore (recidivi). Nelle Figure 5 e 6 si riportano i relativi grafici.
Tabella 2. Mano d’opera totale (art.73 TU 309/90) ed efficacia delle operazioni di repressione.
Come si vede dai numeri relativi alle incidenze in carcere e all’incidenza di denunce, l’effetto di tali interventi è pressoché nullo, come si può affermare anche in base al costo unitario delle sostanze al dettaglio riportato nella Tabella 3 (serie storica 2012-2022).
Figura 5. Mano d’opera per spaccio al dettaglio (Art. 73 TU 309/90) e denunce e ingressi in carcere.
E’ ben noto che, se i prezzi non aumentano in modo rilevante da un anno all’altro, la repressione non è risultata efficace. Inseriamo come Tabella 3, ovvero la Tabella sui prezzi medi riportata nella Relazione al Parlamento del 2023 e aggiorniamo i dati relativi al 2024 con quanto riportato nella Relazione al Parlamento 2025 (Tabella 4).
Tabella 3. Prezzo medio al dettaglio tra il 2012 e il 2022.
Come si vede chiaramente i prezzi, in generale, sono decrescenti tra il 2023 e il 2024. Se si considera la serie storica dei prezzi dal 2012 al 2024 si ottengono le seguenti differenze percentuali (Tabella 5) da cui si vede chiaramente che solo Ecstasy e Amfetamine, molto meno diffuse di cannabis e
cocaina, riscontrano un aumento rilevante su 15 anni.
Tabella 5. Differenze di prezzo nelle sostanze tra il 2012 e il 2024.
Va osservato che non viene riportato il prezzo del crack, che ha effetti molto più gravi rispetto all’uso di cocaina e il cui utilizzo riguarda soggetti assai diversi dagli utilizzatori di cocaina. Ci si tornerà in uno scritto successivo.
Per concludere questa parte si riporta una citazione dalla Relazione annuale al Parlamento 2015, pagina 253, dato che l’andamento dei prezzi mostra che nulla è veramente stato modificato nell’efficacia degli interventi repressivi.
‘Un’altra fonte importante di dati e informazioni sull’offerta di cannabis, che è proporzionale alla domanda, è fornita dal rapporto della Direzione Nazionale Antimafia, dove, a proposito della cannabis, si dice: …. Fra i dati in possesso da ritenersi più attendibili al fine di comprendere in quale direzione si muove il mercato, vi sono quelli relativi ai sequestri di narcotico effettuati sul territorio nazionale che fotografano quindi (per lo più)
l’offerta di stupefacente.
….
Si ritiene prudenzialmente, almeno a livello italiano ed almeno attualmente, che, di norma, ad un dato quantitativo di stupefacente sequestrato, corrisponda un quantitativo di stupefacente immesso sul mercato pari a circa 10/20 volte quello sequestrato.’
Si riporta in appendice una citazione ampia dalla Relaziona DNA 2015 su cui ci si dovrebbe concentrare, senza paraocchi, dato che i dati analizzati mostrano che negli interventi di repressione nulla è cambiato, soprattutto rispetto all’efficacia.
Bibliografia
1. Bouchard M., Tremblay P. (2005). “Rirks of arrests across drug markets: a capture-recapture analysis of “hidden” dealer and user populations”, Journal of Drug Issues, 35(4), 733-754.
2. De Marinis F., Rossi C. (2022). Leximetric analysis of drug laws and evaluation of policy effectiveness.11 e-IJLSR (2022), 2, 452-474,
3. Fabi F., Rossi C. (2019), Il dato epidemiologico in ambito penitenziario e nella giustizia penale italiana: che cosa ci dice?, in Salute nella polis carceraria: evoluzione della medicina penitenziaria e nuovi modelli operativi, a cura di Rosanna Mancinelli, Marcello Chiarotti e Sandro Libianchi, Rapporti ISTISAN 19/22, 121-134.
4. Mascioli F., Rossi C. (2015). Useful supply indicators for evaluating law enforcement efficacy, the size of the drug market and other issues, Proceedings of the Eighth ISSDP Conference, UniversItalia di Onorati s.r.l., Roma, 189-209.
Appendice: da Relazione DIA 2015 pagina 354
Per avere contezza della dimensione che ha, oramai, assunto il fenomeno del consumo delle cd droghe leggere, basterà osservare che – considerato che, come si è detto, il quantitativo sequestrato è di almeno 10/20 volte inferiore a quello consumato – si deve ragionevolmente ipotizzare un mercato che vende, approssimativamente, fra 1,5 e 3 milioni di Kg all’anno di cannabis, quantità che soddisfa una domanda di mercato di dimensioni gigantesche.
In via esemplificativa, l’indicato quantitativo consente a ciascun cittadino italiano (compresi vecchi e bambini) un consumo di circa 25/50 grammi pro- capite (pari a circa 100/200 dosi) all’anno. Invero, di fronte a numeri come quelli appena visti – e senza alcun pregiudizio ideologico, proibizionista o anti-proibizionista che sia – si ha il dovere di evidenziare a chi di dovere, che,oggettivamente, e nonostante il massimo sforzo profuso dal sistema nel contrasto alla diffusione dei cannabinoidi, si deve registrare il totale fallimento dell’azione repressiva (rectius: degli effetti di quest’ultima sulla diffusione dello stupefacente in questione).