(AGENPARL) - Roma, 6 Novembre 2025In pochi giorni ha superato ogni aspettativa, raggiungendo e superando la straordinaria cifra di oltre 700 membri: il gruppo Facebook “Paracadutisti Folgore – Somalia Ibis / Restore Hope 1992-1993” è diventato in brevissimo tempo un punto di ritrovo vibrante, autentico e carico di emozione per chi, trent’anni fa, ha scritto una delle pagine più luminose della storia militare italiana.
L’iniziativa, nata con discrezione e spirito di appartenenza, si è trasformata in un vero e proprio fenomeno di partecipazione, riaccendendo il senso di fratellanza e la memoria collettiva della Brigata Paracadutisti Folgore, protagonista dell’Operazione “Ibis/Restore Hope” in Somalia.
Tra il 1992 e il 1993, i “Baschi Amaranto” affrontarono una missione complessa e pericolosa, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame. L’Italia seppe distinguersi per umanità, disciplina e coraggio, dimostrando che anche in un contesto di crisi internazionale, la solidarietà e il rispetto per la vita civile potevano prevalere sulla forza delle armi.
Oggi, quel patrimonio di esperienze, sacrifici e valori trova nuova linfa in questo gruppo digitale: un “checkpoint della memoria”, dove i veterani della Folgore condividono fotografie, racconti, testimonianze e ricordi di un tempo che li ha uniti per sempre.
L’entusiasmo con cui i reduci e i loro familiari hanno accolto questa iniziativa dimostra quanto sia ancora vivo e profondo il legame tra chi ha indossato il basco amaranto sotto il sole del Corno d’Africa. Oltre a rievocare episodi di coraggio e solidarietà, il gruppo rappresenta anche una forma di riconoscimento collettivo per il sacrificio e la dedizione di quegli uomini che, in un contesto difficilissimo, seppero incarnare lo spirito più puro del servizio alla Patria.
L’invito è chiaro e appassionato:
“Parà, vi aspettiamo al raduno virtuale! Cercate il gruppo su Facebook, unitevi e fate passaparola. Nessuno di coloro che hanno onorato la Folgore in Somalia deve rimanere escluso.”
La Folgore continua a dimostrare che, anche dopo trent’anni, la fratellanza paracadutista non conosce confini né distanze. E oggi, grazie alla forza della memoria e della condivisione, “Restore Hope” vive ancora — più viva che mai.
