(AGENPARL) - Roma, 6 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 06 November 2025 COMUNICATO STAMPA
“L’Italia che Ricicla 2025”: Paese leader dell’economia circolare in Europa,
la sfida è rendere circolare l’80% che ancora non lo è
Presentati a Ecomondo gli highlights dello studio annuale. ASSOAMBIENTE: «Serve trasformare il
primato ambientale in un vantaggio competitivo, riducendo la dipendenza dalle materie prime
estere e rafforzando le filiere strategiche. Riciclo nuovo made in Italy nazionale.».
Rimini, 6 novembre 2025 – L’Italia si conferma tra i campioni europei dell’economia circolare, ma il
primato rischia di restare incompiuto senza una strategia industriale capace di trasformare il riciclo
in un vero motore di competitività e decarbonizzazione.
È quanto emerge dal nuovo Rapporto “L’Italia che Ricicla 2025” di ASSOAMBIENTE (l’Associazione che
rappresenta le imprese che operano nel settore dell’igiene urbana, riciclo, recupero, economia
circolare, smaltimento rifiuti e bonifiche) che fotografa lo stato della transizione circolare del nostro
Paese, di cui è stata fornita un’anticipazione (in particolare sui rifiuti speciali) oggi nell’ambito
dell’evento organizzato dall’Associazione sul tema “Le aziende alla prova dell’economia circolare”,
svoltosi nell’ambito di Ecomondo, la manifestazione dedicata alla green e circular economy.
Con un tasso di utilizzo circolare della materia del 20,8%, l’Italia supera ampiamente la media europea
(11,8%) e le performance di Francia (17,6%), Germania (13,9%) e Spagna (8,5%). Un risultato che
conferma la leadership nazionale nel recupero di materia e nella reimmissione delle materie prime
seconde nei cicli produttivi, ma che al contempo testimonia come solo un quinto dell’economia
italiana sia davvero circolare. L’80% del sistema produttivo continua a operare secondo logiche lineari,
con un consumo di risorse ancora elevato e una forte dipendenza da importazioni di materie prime ed
energia.
“Non possiamo adagiarci sul primato europeo nel tasso di utilizzo circolare della materia, la vera sfida
oggi è rendere circolare l’80% del Paese che ancora non lo è”, ha affermato Chicco Testa – Presidente
ASSOAMBIENTE.
Rifiuti speciali: in Italia se ne ricicla il 73%
Nonostante siano spesso assenti dal dibattito sull’economia circolare, i rifiuti speciali costituiscono la
parte prevalente dei rifiuti prodotti in Italia: 164,5 milioni di tonnellate rispetto ai i 29,3 milioni di
tonnellate degli urbani. Il 73% di questi vengono avviati a recupero di materia (oltre 130 mln di tonn),
solo 7,9 mln di tonn vengono smaltiti in discarica (in calo dell’11,2%) e 2,9 avviati a incenerimento.
Il riciclo come leva di competitività e decarbonizzazione, ma servono investimenti
Dal confronto tra i rappresentanti di Federchimica, Confindustria Lombardia, FEAD e Algebris
Ambiente è emerso come l’economia circolare non sia più solo una scelta ambientale, ma una
questione di competitività e sicurezza nazionale e come il riciclo rappresenti una delle leve più efficaci
per ridurre le emissioni e consolidare la sovranità industriale del Paese. È dunque urgente rafforzare il
legame tra riciclo e decarbonizzazione, integrando il recupero di materia nella strategia energetica
nazionale. Secondo le stime della Commissione UE per centrare gli obiettivi ambientali nel campo
dell’economia circolare e dei rifiuti, il nostro Paese dovrebbe incrementare gli investimenti per quasi
3,3 miliardi di € l’anno.
La proposta di ASSOAMBIENTE: una strategia su tre direttrici
Serve una rotta precisa, come anticipato dal Rapporto, per rendere il riciclo un pilastro industriale
dell’Italia anche nel confronto europeo: dal punto di vista dell’offerta, occorre uniformare e ampliare i
criteri di End of Waste, rimuovere le barriere normative e introdurre strumenti economici dedicati al
riciclo, come le Garanzie d’Origine per le materie prime seconde; sul versante della domanda, si
propone di potenziare gli appalti verdi (GPP), introdurre un’IVA ridotta per i prodotti riciclati e fissare
obblighi di contenuto minimo di riciclato nei settori chiave (edilizia, metalli, tessili); inoltre, sarebbero
necessarie misure trasversali come la revisione della tassazione ambientale e l’accelerazione degli iter
autorizzativi.
Verso un “Circular Economy Act” europeo
“A livello europeo, è atteso entro il 2026 il nuovo “Circular Economy Act”, che dovrebbe creare un vero
mercato unico delle materie prime seconde e dei rifiuti. L’Italia, con il suo capitale industriale,
tecnologico e di competenze, ha tutte le carte in regola per guidare questa trasformazione, a patto di
disporre di regole chiare, incentivi stabili e una visione di lungo periodo. Il riciclo è il nuovo made in
Italy: unisce sostenibilità, innovazione e competitività. Ma serve un salto di scala. Dobbiamo fare del
nostro primato una strategia industriale nazionale”, ha concluso Chicco Testa – Presidente
Assoambiente.
