(AGENPARL) - Roma, 6 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 06 November 2025 L’Aula approva all’unanimità la mozione di Lisci (PD)
(Acs) Perugia, 6 novembre 2025 – L’Assemblea legislativa ha
approvato all’unanimità la mozione presentata dal consigliere
regionale Stefano Lisci (PD) che impegna la Giunta a “prevedere, in
sede di Bilancio di previsione 2026, un fondo straordinario e dedicato
con risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle già stanziate,
specificamente destinate a sostenere le aziende agricole umbre colpite
dalla Lingua Blu; a definire criteri di assegnazione dei ristori che
tengano conto delle perdite dirette (mortalità, spese veterinarie,
farmaci) e indirette (calo della produzione, danni al mercato),
semplificando al contempo le procedure burocratiche per l’accesso ai
fondi; a istituire una task force regionale, in collaborazione con le
associazioni di categoria, per monitorare costantemente l’evoluzione
dell’epidemia e per valutare puntualmente l’efficacia delle misure di
sostegno messe in atto”.
“La Lingua Blu, malattia virale non contagiosa per l’uomo ma
devastante per il bestiame – ha ricordato Lisci – ha colpito con
particolare virulenza il territorio dell’Umbria, dove si sono
registrati ben 140 focolai, con oltre mille capi di bestiame morti.
Questa epidemia ha causato e continua a causare ingenti perdite
dirette (mortalità degli animali, abbattimenti, costi di gestione
sanitaria) e indirette (riduzione della produttività, calo del
reddito, difficoltà nella commercializzazione e nell’esportazione)
per le aziende agricole del settore zootecnico, in particolare per
quelle che si occupano di ovini, bovini e caprini. In particolare, la
malattia causa una forte riduzione della produzione di latte e un calo
ponderale degli animali; incide negativamente sulla capacità
riproduttiva degli animali, determinando un quadro di emergenza
sanitaria che si ripercuote anche nei mercati, influenzando la
commercializzazione di carne, latte e formaggi. In alcune zone, come
la Valnerina, le perdite sono stimate fino al 15% del patrimonio
ovino. Le misure di contenimento e prevenzione non sono sempre
sufficienti a evitare la diffusione del virus e i danni economici che
ne derivano. Spesso gli agricoltori si trovano a sostenere costi
imprevisti per la vaccinazione, la sorveglianza e la gestione degli
animali malati. La Regione Umbria ha già attivato un piano di
ristori, offrendo contributi fino a 250 euro per capo bovino e 70 euro
per ovicaprino deceduto, oltre al rimborso per lo smaltimento delle
carcasse. Le attuali forme di ristoro e gli aiuti finanziari a
disposizione evidenziano il grande sforzo e l’attenzione della
Regione, ma non sono sufficienti a coprire integralmente le perdite,
dirette e indirette, subite dagli allevatori. È necessario agire con
urgenza per fornire risposte concrete e immediate a una crisi che sta
mettendo in ginocchio numerose famiglie e imprese agricole. Una
risposta efficace e strutturale richiede un impegno finanziario
ulteriore e mirato, che abbia l’obiettivo di garantire alle aziende
colpite una vera ripartenza”.
INTERVENTI
Eleonora Pace (FDI): “Questo è un argomento su cui siamo concordi.
Bene continuare a monitorare, bene i tavoli e la partecipazione,
auspicando che il tema vada scemando e che comunque la maggioranza
riesca a fornire adeguato sostegno agli allevatori”.
Cristian Betti (PD): “C’è grande attenzione su questa
problematica. Quando ne venimmo a conoscenza, l’assessore Meloni si
mosse immediatamente e organizzò una riunione a Cascia con gli
allevatori, c’è stata una risposta immediata. L’Umbria è stata
fra le prime regioni in Italia a farsi carico dei rimborsi per chi sta
subendo le conseguenze della Blue tongue”.
Nilo Arcudi (TPUC): “Su questo tema molto importante noi abbiamo
presentato un’interrogazione per sapere dalla Giunta come si
intendeva agire. Gli interventi effettuati non sono sufficienti, le
aree della Valnerina, dello Spoletino e del Folignate sono state
particolarmente colpite. Condividiamo la mozione, anche se non in
tutti gli aspetti, ma voteremo a favore”.
Simona Meloni (assessore regionale): “Erano circa 10 anni che questa
malattia non colpiva in Umbria. La vaccinazione non è obbligatoria e
gli indennizzi non possono essere presi dalle risorse del sistema
sanitario. Abbiamo perciò scelto di mettere in campo la nostra
finanziaria Gepafin, per poter utilizzare risorse fino a 1 milione di
euro. Sono state snellite le pratiche e messi a disposizione i fondi.
Già da qualche giorno è possibile per gli allevatori fare domanda.
L’obiettivo è di garantire il costo dello smaltimento delle
carcasse fino all’80 per cento delle spese, restituire la spesa per
il capo morto per il 90 per cento, dobbiamo stare dentro tali
parametri. Non basta, ma questi sono gli strumenti che avevamo a
disposizione. Siamo l’unica regione che è già uscita con un avviso
pubblico. La domanda semplificata è uscita, poi vedremo nei prossimi
anni, sperando che non si rinnovi il problema. Non abbiamo un fondo da
destinare a epidemie improvvise ma eventualmente capitoli del bilancio
regionale, quindi si dovrà vedere in sede di bilancio. Per ora ci
siamo occupati dei capi morti e abbiamo tamponato l’emergenza. Un
tavolo di lavoro sul problema già c’è, stiamo monitorando, molti
allevatori hanno potuto fare le vaccinazioni in corso d’opera. Dato
il numero di capi morti il milione di euro stanziato dovrebbe
bastare”.
Nella replica conclusiva, il proponente Lisci ha detto che “è vero
che si è agito in maniera tempestiva ma il problema del danno
economico degli allevatori nella vendita dei prodotti rimane e peserà
anche in futuro, ecco perché la misura dovrebbe essere anche
rinnovata”. PG/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/81183
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