(AGENPARL) - Roma, 5 Novembre 2025(AGENPARL) – Wed 05 November 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 05/11/2025, ore 11:47
Nota ai media!
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I lavori del plenum vengono trasmessi in diretta sulla homepage http://www.consiglio-bz.org e sul canale YouTube del Consiglio provinciale. Su quest’ultimo è possibile interrompere lo streaming per rivedere i passaggi precedenti, in caso di interesse a specifici interventi. Alla pagina web http://www.consiglio-bz.org/it/filmati-delle-sedute-del-consiglio è disponibile invece, di norma dal giorno successivo alle riprese, una riproduzione strutturata delle stesse, con la possibilità di cercare e selezionare la discussione su un determinato atto e gli interventi dei singoli consiglieri/delle singole consiglieri.
Consiglio
Lavori Consiglio: Poste Italiane, Acciaierie di Bolzano
**Mozioni di Wir Bürger – Noi Cittadini e Partito Democratico.** (Link video e foto in coda)
La seduta di questa mattina del Consiglio provinciale di Bolzano è stata dedicata alla trattazione delle proposte dell’opposizione. Andreas Colli (Wir Bürger – Noi Cittadini – Nëus Zitadins) ha proposto con la A partire dal 2027 non si proroghi più la convenzione con Poste Italiane S.p.a. di sollecitare la Giunta provinciale 1. a pretendere il rispetto delle prestazioni contrattuali e, se del caso, applicare integralmente le penali; 2. a non rinnovare o prorogare il vigente contratto con Poste Italiane S.p.a., che scade alla fine del 2026, nella sua forma attuale; 3. a iniziare già oggi a ricercare eventuali soluzioni alternative. Egli ha ricordato che per la convenzione con Poste Italiane S.p.a., sottoscritta per la prima volta nel 2017, sono stati stanziati e impegnati complessivamente 33 milioni di euro per tre anni (2024 – 2026). L’importo annuo di 11 milioni di euro è costituito da 3,2 milioni di euro derivanti dall’Accordo di Milano e da ulteriori 7,8 milioni di euro per prestazioni aggiuntive e misure di ammodernamento. L’obiettivo della convenzione era quello di migliorare e garantire il servizio postale nelle zone rurali. Poste Italiane S.p.a. non garantisce né svolge i servizi come definito contrattualmente. Le lamentele della cittadinanza sull’inaffidabilità dei servizi postali non si placano, anzi, stanno aumentando: si segnalano inaffidabilità, ritardi e la mancata conoscenza della lingua tedesca nonostante il patentino. Pertanto, si può e si deve insistere sul rispetto della prestazione contrattuale, e la convenzione che scade nel 2026 non va prorogata.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato che dal 2017 propone soluzioni alternative – Poste austriache, svizzere ecc., ma purtroppo la maggioranza non ascolta, e che i problemi si sono manifestati già negli anni ‘90. Tra l’altro, era stata richiesta una consegna quotidiana della corrispondenza, ma così non è. I Comuni sono stati invitati a segnalare le criticità, e sarebbe interessante sapere da Kompatscher quante penali sono state applicate. Un grande problema è l’assunzione di persone di lingua italiana che hanno il patentino ma non sanno il tedesco, mentre persone locali vengono escluse
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha riferito che in base al citato rilevamento, circa il 50% dei Comuni non erano soddisfatti del servizio postale; nell’ambito della discussione delle interrogazioni su temi d’attualità, nel febbraio scorso, Kompatscher aveva detto che per il 2024 ancora non erano pagate emesse penali, ma si era provveduto con solleciti. Nel frattempo ci sarebbe stato un nuovo rilevamento, di cui sarebbe interessante conoscere i risultati. In caso di rescissione del contratto, bisogna chiedersi quali alternative ci sono
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha evidenziato che non esiste un’alternativa, anche a fronte della particolare conformazione della provincia. la consegna della posta è ancora necessaria, e non rinnovare la convenzione impone di chiarire se ci sono operatori alternativi, nonché quale sarà il destino dei dipendenti di poste italiane. La strada giusta è pretendere il rispetto del contratto e applicare le penali quando necessario. Ha quindi annunciato astensione.
Paul Köllensperger (Team K) ha detto che normalmente chi paga, decide, ma davanti alle Poste si è più degli spettatori. va preteso il rispetto del contratto, cosa che forse Kompatscher ha fatto; soluzioni alternative sono costose, ma un servizio provinciale non è opportuno, non riuscendo neanche a far funzionare le obliteratrici. bisogna insistere sul rispetto dell’accordo, e in caso di proroga richiedere più voce in capitolo, per rispettare le esigenze locali. Se l’accordo non viene prorogato, si avrà solo il servizio standard, e le sedi periferiche saranno a rischio.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha detto che in molte località il servizio postale non funziona bene, e tra il personale c’è grande frustrazione. manca personale, quindi bisogna chiedersi come promuovere un numero maggiore di dipendenti. Vero è che molti dipendenti non sono bilingui, ma l’alternativa è che non venga nessuno a lavorare in posta, il che peggiorerebbe il servizio. Come pensa di procedere Kompatscher? Se ci sarà un nuovo accordo, vanno coinvolti i sindacati, e bisogna prevedere meccanismi di controllo funzionanti.
Harald Stauder (SVP) ha rilevato che non solo in Alto Adige ma anche altrove le Poste hanno dei problemi, e la causa sta nella carenza di personale. Oggi Poste SPA è una grande organizzazione di servizi finanziari, ma va detto che in altri paesi la posta viene recapitata solo due volte a settimana. vero è che non tutti i collaboratori sono bilingui. Alternative sono state analizzate, ma non sono applicabili per via delle normative vigenti. La SVP avrebbe approvato il punto 1.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha ricordato l’esperienza nel Comitato d’intesa, da cui aveva appreso che molti potenziali collaboratori trovano condizioni di lavoro pesantemente cambiate; bisogna quindi definire bene le condizioni di lavoro, senza obbligare – per esempio – i dipendenti a recarsi nel capoluogo. La consegna due volte a settimana potrebbe essere sufficiente, ma vanno considerate le esigenze locali.
Waltraud Deeg (SVP) ha evidenziato che per la gente è importante che le poste funzionano bene e che i pacchi siano recapitati anche all’estero e che c#è bisogno di centri di smistamento logistici a fronte di un intreccio internazionale. L’accordo va assolutamente prorogato perché è lä#unica possibilitá per avere una voce in capitolo. Bisogna inoltre garantire condizioni di lavoro positive, coinvolgendo i sindacati, garantendo una buona retribuzione e il rispetto dell’attestato di bilinguismo. In Norvegia, il portalettere svolge anche una funzione sociale di contatto con chi vive lontano dai centri abitati.
Hannes Rabensteiner (Süd-Tiroler Freiheit) ha ricordato di aver chiesto un maggiore coinvolgimento delle parti sociali e una direzione dedicata per la provincia, proposte non approvate perché era mancato il voto dei Verdi, che oggi vogliono coinvolgere i sindacati. Il problema del personale è molto grande, basta vedere quante dimissioni ci sono. Gli orari di apertura degli uffici sono sempre piú ridotti; in tutta la venosta ci sono solo 3 dipendenti fissi, “e noi paghiamo per questo servizio!”. Bisogna richiedere il pagamento delle penali.
Il presidente della provincia Arno Kompatscher ha chiarito che non c’è alcuna competenza riguardo al servizio postale, e che in merito c’è una direttiva europea e leggi statali; in tutti gli stati europei leggi statali disciplinano il settore; possono intervenire anche operatori economici perché il mercato è libero, ma lo stato definisce il sistema del servizio universale. Poste italiane se ne occupa in provincia fino alla fine del 2026. La Provincia non può dare un incarico per il servizio universale, ma si potrebbe parlare con il Governo in merito a una modifica della legge vigente, per aprire a un altro fornitore in Alto Adige: il legislatore dovrebbe prevedere piú di un fornitore, ma questo è difficile. In base all’accordo, vengono pagati 7 milioni per servizi aggiuntivi quali consegne più frequenti, che nella realtá non sempre sono effettuati, quindi le penali vanno applicate: la procedura prevede un sollecito, osservazioni da parte delle Poste, e un eventuale contenzioso. Questo si sta facendo. Oppure si potrebbe modificare l’accordo spendendo di più. In quanto agli orari di lavoro, più volte si è cercato di intervenire e alcune piccole modifiche sono state concesse ma è impossibile tornare al passato. L’attuale contratto è l’unica alternativa, con trattative per ottenere di più. La Provincia con i suoi 7 milioni – poca roba rispetto al giro d’affari delle Poste, e senza competenze specifiche, ha poco potenziale di ricatto. Colli ha spiegato a repetto che egli non chiedeva di rescindere subito dalla convenzione, ma non rinnovarla, e ritenuto poco chiara la parte attuale del contratto relativa ai casi di penali, che sarebbe quindi da riscrivere. Ha apprezzato che venisse approvato il punto 1. La mozione è stata messa in votazione per parti separate, ed è stato approvato solo il punto 1. con 33 sì (unanimità); le premesse e gli altri punti sono stati respinti a maggioranza.
Sandro Repetto (Partito Democratico) ha quindi presentato la Bando di gara Acciaierie di Bolzano – Tutto da rifare, con la quale chiedeva di impegnare la Giunta 1. A ritirare l’attuale bando di gara relativo all’area industriale occupata dalle Acciaierie Valbruna, e a rivederlo al fine di garantire che esso sia più aderente alla realtà economica e produttiva del territorio, considerato che il quinto paragrafo del capitolo “Svolgimento della procedura” alla pagina 12 dell’ALLEGATO A) DISCIPLINARE PER LA PROCEDURA AD EVIDENZA PUBBLICA”, recita: “La Provincia autonoma di Bolzano si riserva la facoltà, a proprio insindacabile giudizio, di non procedere all’aggiudicazione o di revocare la presente procedura in qualsiasi fase, per ragioni di interesse pubblico o per motivi organizzativi, tecnici, economici o giuridici. Tale facoltà potrà essere esercitata senza che i partecipanti possano avanzare pretese, diritti al risarcimento o ad alcun indennizzo”. 2. A rivedere i parametri economici e i canoni di concessione affinché rispecchino i valori di mercato effettivi e non penalizzino un’impresa radicata sul territorio; 3. A verificare con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, la possibilità concreta che il Governo utilizzi i suoi poteri speciali, attraverso l’esercizio della Golden Power, per controllare o limitare operazioni economiche su aziende strategiche, allo scopo di proteggere l’interesse nazionale, rappresentato dalla produzione di acciai speciali di Acciaierie Valbruna. 4. A convocare un tavolo di confronto permanente e urgente con l’azienda, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori, al fine di definire un percorso condiviso che salvaguardi occupazione, produzione e interesse pubblico. Lo stabilimento di Bolzano è strettamente collegato con quello di Vicenza, dove operano oltre 1.200 lavoratori e una eventuale chiusura o riduzione delle attività a Bolzano avrebbe ricadute dirette su circa 1.700 famiglie tra Alto Adige- Südtirol e Veneto, ha detto Repetto, “e qualora il bando fosse aggiudicato da un concorrente internazionale, esiste il rischio concreto che quest’ultimo — per eliminare un competitor sul mercato globale — possa chiudere o delocalizzare lo stabilimento di Bolzano, con gravi conseguenze economiche e sociali per il territorio. Il proponente ha ricordato anche le affermazioni del’ass. Galateo secondo cui “le Acciaierie Valbruna è un’impresa industriale estremamente importante per il nostro territorio, fa qualcosa che fanno tre acciaierie nel mondo”. Ha quindi ricordato che la durata di 50 anni prevista è irrealistica se si considera l’attuale volatilità socioeconomica e politica e l’impossibilità di fare previsioni attendibili su un periodo così lungo. Ne deriva l’impressione che l’obiettivo principale sia quello di fare cassa immediatamente, incamerando 150 milioni, senza però valutare a fondo le conseguenze di tale scelta. I lavoratori devono avere certezza di quanto sta accadendo, e la Giunta deve dire cosa intende fare con quest’azienda.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde) ha ringraziato Repetto per la mozione, ricordando che ieri il ministro per lo Sviluppo economico ha passato la palla all’Alto Adige, parlando anche di interesse strategico nazionale. Va detto che l’ass. Galateo pare aver fatto un bel pasticcio, con un bando che ora deve essere ritirato, cosa non semplice. È la partita più importante della politica industriale della provincia in questa legislatura, non si poteva considerare prima la posisbiitá del golden power? Perché non è stata valutata la possibilità di un incarico diretto a Valbruna, come permesso dalla legge urbanistica relativamente a insediamenti con prioritá strategica? IL gruppo verde sosterrá la mozione, per dare sicurezza ai 580 operai e operaie delle Acciaierie.
Paul Köllensperger (Team K) ha annunciato sostegno alla mozione: il bando va ritirato per procedere con più oculatezza, senza tifoserie. Un diritto di superficie non può essere svenduto a nessuno, e la zona industriale deve restare tale. CI sono peró delle esternalità negative, e stupisce vedere i verdi difendere il maggior produttore di CO2 nella zona industriale, ma va sostenuta. Va considerato anche che nell’area potrebbe insediarsi un’altra azienda con più posti di lavoro – tanti degli attuali sono in cassa integrazione. Importante è che la zona industriale rimanga tale, per il weölfare altoatesino c’è bisogno dell’industria.
Madeleine Rohrer (Gruppo verde) ha chiarito che l’industria contribuisce al 25% alle prestazioni economiche, ma valbruna pare sia considerato solo un problema italiano: i rappresentanti SVP non partecipano alla discussione.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha invitato a differenziare: si tratta da un lato di tutelare posti di lavoro, anche fortemente specializzati, dall’altro di togliere i paraocchi nazionalisti. Ora si parla tanto di interesse nazionale, ma non si considera che tutto ciò che viene lavorato viene da fuori dei confini provinciali, e che le acciaierie emettono 7.000 tonnellate di CO2 – meraviglia che i Verdi le difendano. Dunque, ha veramente senso, dal punto di vista economico ed ecologico, mantenere le acciaierie a Bolzano? In quanto ai lavoratori specializzati, altre ditte avrebbero interesse a rilevarli.
Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha sottolineato gli aspetti di economia di mercato e respinto quelli ideologici, e aggiunto che se fosse dipendente delle Acciaierie sarebbe felice di poter passare a un’altra azienda con maggiori garanzie.
Renate Holzeisen (Vita) si è detta stupita della posizione dei Verdi, e ribadito che in Alto Adige ci sono molte aziende che cercano personale qualificato. Non avrebbe sostenuto la mozione, per ragioni ecologiche ed economiche. In italia ci sono siti molto più adeguati per le aziende siderurgiche.
Zeno Oberkofler (Gruppo verde), intervenendo per fatto personale, ha sostenuto che la produzione locale di acciaio serve anche per lo sviluppo locale delle ferrovie.
Intervenendo come consigliere, Arno Kompatscher (SVP) ha ricordato che il salvataggio delle acciaierie ai tempi di Durnwalder era stato un contributo alla salvaguardia dell’autonomia. Nell’attuale occasione è stata invece ritenuta necessaria una gara, con condizioni determinanti, pur chiedendosi se Bolzano fosse il sito ideale: era necessario portare avanti la produzione dell’acciaio, ma anche pensare all’ambiente, e si è trattato di una buona gara. A livello europeo è stato deciso che non si vuole dipendere dalla Cina, e questo è legittimo, mentre lo Stato parla di interesse strategico per la produzione di acciaio di alta qualità. La questione va trattata con meno emozionalità, ma valutando eventuali carenze del bando di gara e regola del golden power: poi si potrà decidere.
L’ass. Marco Galateo ha detto che straordinariamente si trovava d’accordo sia con il PD che con i Verdi: vanno eliminate le tifoserie; ha qui ricordato lo sviluppo economico della provincia, l’interesse statale ed europeo nel settore siderurgico – senza che il Governo voglia imporsi sulla Provincia. Ha condiviso poi gran parte delle premesse, e ricordato la diffida del concessionario nei confronti della Provincia per un’opzione d’acquisto fatta entro i termini previsti, nonché chiarito le questioni relative alla stima: il valore è stato stabilito dagli Uffici della Provincia – pare corretto, ma se cosí non fosse si rivaluterà. In quanto al golden power, era stato valutato, e nel bando di gara c’è una clausola di attivazione – la preinformativa era stata inviata alla presidenza del Consiglio. Anche la concessione diretta era stata valutata, ma era stata esclusa dall’avvocatura della Provincia e anche da un secondo parere legale. La zona industriale deve rimanere tale, come detto da Köllensperger: circa 50 aziende producono il 25% del PIL. In quanto ai dipendenti, 150 sono in cassa integrazione, ma questo si deve a ondate di mercato nel settore siderurgico. In quanto alla possibilità di reimpiego dei dipendenti in altre strutture, va detto che gli operai Valbruna sono altamente specializzati e guadagnano intorno ai 2.500 €/mese. La Provincia può fare tre cose: non fare nulla lasciando il bando in corso, modificare il bando alla luce delle informazioni emerse ieri sul tavolo del Ministero, ritirare il bando. Questa decisione va affrontata nella Giunta provinciale, a fronte delle ultime informazioni emerse. L’assessore ha quindi proposto di sospendere la mozione per avviare approfondimenti necessari. Bisogna evitare di mantenere nell’incertezza un’azienda strategica. Repetto ha replicato che la revoca del bando pare l’unica strada, ma per evitare strumentalizzazioni del voto ha accolto la proposta di sospensione, pur ricordando che il 14 novembre già scade il vincolo del sopralluogo – la decisione della Giunta deve arrivare prima. Se nessuno partecipasse alla gara, sarebbe un problema. Il presidente della provincia Arno Kompatscher ha evidenziato la problematica di mozioni su temi che riguardano il diritto comunitario.
Link video (Consiglio/GNews):
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**MC**
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