(AGENPARL) - Roma, 4 Novembre 2025“Si accertino le responsabilità, si guardi alla progettazione, al ruolo della stazione appaltante ma, non si parli di incidente o di una cosa prevedibile, che poteva succedere. Si parli invece di un eroe contemporaneo Octay Stroici, vittima del dovere. Un altro operaio edile morto di lavoro in un cantiere pubblico, mentre contribuiva alla tutela dello straordinario patrimonio artistico del nostro Paese. Questo inciso suona come la definizione di quella che dovrebbe essere riconosciuta come una ‘vittima del dovere’”. E’ quanto dice il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco a seguito di una giornata tremenda, divenuta palcoscenico dell’ennesima tragedia sul lavoro. Due crolli, a distanza di poco più di un’ora, che hanno mandato in frantumi una parte dell’antica Torre dei Conti al centro di Roma con la morte e il calvario di Octay Stroici, operaio rimasto sotto le macerie per 11 ore.
“Il Governo ci ascolti e riconosca i morti sul lavoro come vittime del dovere integrando l’art. 18 della n.68 del 1999. Sarebbe un gesto concreto di rispetto e riconoscimento soprattutto per quelli che rimangono. La responsabilità delle azioni imporrebbe oggi la necessità ‘riconoscere il gratuito patrocinio a tutti i familiari’ e di istituire una Procura nazionale che si occupi dei reati in materia di salute e sicurezza. Per salvare altre vite è necessario capire cosa è successo realmente in questa ennesima strage”, afferma il segretario degli edili.
E ancora chiosa Di Franco, “Servono le migliori competenze e professionalità ma soprattutto tempi certi. L’ordinamento giudiziario dovrebbe dare una risposta immediata, in grado di imporre comportamenti omogenei e prescrittivi, atti a salvaguardare tutti coloro che ancora oggi operano nelle stesse condizioni. Così si salverebbero vite e si rafforzerebbe il legame fra la politica e Paese reale, irrobustendo la fiducia e la partecipazione democratica. Di tutto questo non parla la riforma della Giustizia. I familiari delle vittime sono costretti ad aspettare almeno tre anni prima che inizino i processi. Non hanno la possibilità di aver riconosciuto nessun risarcimento del danno provvisionale”.
Quindi afferma e spiega ancora Di Franco, “Intervenire e riformare la giustizia in questa direzione, rappresenta la priorità. Destinare le risorse del bilancio dello Stato a questi temi dimostrerebbe di voler agire, oltre la retorica dei numeri e il semplice cordoglio. Destinare miliardi per sanare le cartelle esattoriali di cronici evasori è immorale a fronte di oltre mille vittime del lavoro e decine di migliaia di familiari che aspettano giustizia e a cui spesso è negato un futuro”.