(AGENPARL) - Roma, 4 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 04 November 2025 *Comunicato Stampa*
*Povertà ed Esclusione Sociale a Padova, criticità e prospettive*
*Domani, mercoledì 5 novembre, alle 17.30, la presentazione dell’indagine
qualitativa sui beneficiari e le beneficiare dell’Assegno di Inclusione
(ADI) in provincia di Padova. Un’iniziativa della Cgil di Padova in
collaborazione con il CNR ISMed (Istituto di Studi sul Mediterraneo)*
Si informa che domani, *mercoledì 5 novembre 2025, alle 17.30,* presso la *Sala
della Scuola della Carità in via San Francesco 61*, ci sarà la
presentazione dell’indagine qualitativa su beneficiari e beneficiarie
dell’Assegno di Inclusione in provincia di Padova nel 2024, in
un’iniziativa in cui si discuterà di dati e implicazioni del nuovo sistema
di sostegno al reddito introdotto dal Governo Meloni, a cui interverranno,
oltre al Segretario Generale della Cgil di Padova, *Aldo Marturano*, la
ricercatrice *Dott.ssa Tania Toffanin*, il Direttore Regionale INPS del
Veneto *Dott. Filippo Pagano* e il Presidente della Fondazione Nervo
Pasini-Cucine Popolari Economiche, *Don Luca Facco*.
“In Italia – fanno sapere gli organizzatori dell’iniziativa –, nel 2024,
Istat stima la presenza di 2,2 milioni di famiglie nella condizione di
povertà assoluta (l’8,4% delle famiglie residenti in Italia e 5,7 milioni
di persone). Nel 2024 la povertà relativa, invece, interessa 2,8 milioni di
famiglie (il 10,9% delle famiglie italiane e 8,7 milioni di persone). Un
quadro che pone molteplici interrogativi riguardo le politiche e gli
strumenti presenti e quelli attivabili per il superamento del disagio
socio-economico presente”.
“Dal 1° gennaio 2024 – proseguono Cgil Padova e CNR ISMed – il Reddito di
cittadinanza è stato sostituito dall’Assegno di inclusione e dal Supporto
per la formazione e il lavoro. Sono cambiati però in termini più
restrittivi i requisiti per l’ottenimento di questo nuovo sostegno: esso,
infatti, spetta solo ai nuclei familiari che hanno al proprio interno un
minore, un ultrasessantenne, una persona con disabilità o una persona
condizione di svantaggio e inserita in programmi di cura e assistenza dei
servizi socio-sanitari certificati dalla pubblica amministrazione. Per la
popolazione tra i 18 e i 59 anni in assenza di questi requisiti e
occupabile è invece stato previsto il Supporto per la formazione e il
lavoro, inizialmente pari a 350 euro mensili e portato a 500 euro nel 2025”.
“Si aggiunga – continuano sindacalisti e ricercatori – che dall’analisi dei
dati Inps, operata da una recente ricerca del Consiglio Nazionale delle
Ricerche, risulta che nel 2024, i nuclei percettori di almeno una mensilità
15.834 (29.556 persone) sono residenti in Veneto. L’importo medio mensile è
stato pari a 616 euro in Italia e a 551 in Veneto. A Padova, hanno
beneficiato di almeno una mensilità di Assegno di inclusione 2.661 nuclei
familiari per un totale di 4.585 persone. Si tratta perlopiù di persone
sole ultrasessantenni o con disabilità e famiglie numerose (con oltre
cinque componenti) con minori. Pochi (appena 93) i nuclei familiari che
hanno beneficiato di questo strumento di sostegno al cui interno sono
presenti persone in condizioni di svantaggio. Appena 380 i soggetti che
hanno beneficiato di almeno una mensilità del Supporto per la formazione e
il lavoro”.
“Infine – conclude la nota di presentazione dell’iniziativa – vale la pena
sottolineare che le misure introdotte dal governo per contrastare la
povertà e l’esclusione sociale confliggono con la Raccomandazione del
Consiglio dell’Unione Europea che nel gennaio del 2023 invitava i governi
degli Stati membri a prevedere non generici sostegni al reddito ma *un
reddito minimo* per l’inclusione attiva”.
“I numeri sulla povertà in Italia – spiega il Segretario Generale della
Cgil di Padova, Aldo Marturano – in Veneto e a Padova ci raccontano di un
disagio socio-economico che il Governo continua a ignorare, se non
addirittura a negare. Con la sostituzione del Reddito di Cittadinanza con
l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, si
sono introdotti requisiti più restrittivi, escludendo di fatto una fascia
importante di popolazione, in particolare i cosiddetti ‘occupabili’ tra i
18 e i 59 anni che non rientrano nelle categorie fragili. Non solo:
l’Italia va pure in controtendenza rispetto alle raccomandazione
dell’Unione Europea in materia. La conclusione è quindi inevitabile:
continuiamo a non dare risposte strutturali e adeguate alla povertà del
nostro territorio, finendo per alimentare la tensione sociale innescata
dalla paura e dall’ingiustizia.”
*Si allega la locandina dell’iniziativa*
