(AGENPARL) - Roma, 4 Novembre 2025I prezzi del petrolio hanno registrato un calo superiore all’1% nella giornata odierna, riflettendo l’impatto combinato della decisione dell’OPEC+ di sospendere temporaneamente gli aumenti di produzione e del rafforzamento del dollaro statunitense, oltre ai deboli dati provenienti dal settore manifatturiero globale.
Il contratto future sul Brent è sceso di 76 centesimi (-1,2%), attestandosi a 64,13 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI) ha perso 81 centesimi (-1,3%), chiudendo a 60,24 dollari al barile.
L’alleanza OPEC+, che riunisce i Paesi membri dell’OPEC e i principali produttori alleati, ha deciso di limitare l’aumento di produzione previsto per dicembre e di sospendere gli incrementi nel primo trimestre del 2026. Una mossa interpretata come un segnale di cautela di fronte alla volatilità dei mercati energetici e alle incertezze della domanda globale.
Parallelamente, il rafforzamento del dollaro ha esercitato ulteriore pressione sui prezzi del greggio. La valuta statunitense si è mantenuta vicino ai massimi degli ultimi tre mesi, in un contesto di divisione interna alla Federal Reserve sull’opportunità di ulteriori tagli dei tassi di interesse entro la fine dell’anno.
Gli operatori di mercato, infatti, hanno ridotto le aspettative su una possibile riduzione dei tassi a dicembre, determinando un apprezzamento del dollaro e rendendo più costoso il petrolio per gli acquirenti che operano con valute diverse.
La combinazione di questi fattori — politiche di produzione più prudenti, dati economici deboli e valuta forte — conferma un quadro di incertezza per il mercato petrolifero internazionale, che continua a oscillare tra il timore di una domanda in rallentamento e la volontà dei produttori di mantenere un equilibrio stabile dei prezzi.
