(AGENPARL) - Roma, 4 Novembre 2025(AGENPARL) – Tue 04 November 2025 (ACON) Trieste, 4 nov – “Sono passati 60 anni, non c’? pi?
tempo da perdere”. “Attenzione, perch? la fretta potrebbe
rivelarsi cattiva consigliera”. Si ?, quindi, sentito tutto e il
contrario di tutto nel corso della seconda tornata di audizioni
sul Tagliamento organizzata dalla IV Commissione di Alberto Budai
(Lega), con argomenti non difformi da quelli affrontati nelle tre
ore precedenti: le piene del fiume, i progetti di laminazione, le
traverse a Dignano e Madrisio, le casse di espansione fuori
alveo, l’attivazione delle procedure per adottare un Documento di
caratterizzazione funzionale e ambientale del progetto (Docfap)
unico per l’intero bacino.
A fare la richiesta ? stato Francesco Martines (Pd), che l’ha
motivata parlando dei ritardi negli interventi e della mozione
portata in Consiglio regionale con cui si ? chiesto un
supplemento di indagine tecnica, non ultimo per trovare soluzioni
diverse dal ponte di Dignano. “Nuova progettualit? non deve
significare allungare i tempi” ha detto Martines, inoltre “non
esiste il rischio ambientale zero, ma la politica ha il dovere di
allargare il ventaglio per trovare soluzioni nuove e muoversi con
massima tempestivit? per la sicurezza dei cittadini e la tutela
ambientale”.
Prima a parlare, la viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza
energetica, Vannia Gava, dalla quale si ? appreso che “il Governo
sta lavorando su pi? fronti: fondi per il dissesto,
semplificazione per utilizzare rapidamente i contributi e, non
ultimo, potenziamento delle Autorit? di bacino indispensabili per
la pianificazione e la prevenzione. La politica ascolti ora i
tecnici, perch? sono loro che ci possono dire quali sono gli
interventi necessari”.
Dall’Autorit? di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, ovvero
dalla sua segretaria generale, Marina Colaizzi, il commento in
termini di rigore scientifico e trasparenza sulle progettazioni,
sugli interventi e suoi loro esiti: “Tutto questo per la
sicurezza delle persone e non da meno dell’ambiente. Ed ? proprio
per questa finalit? che la Regione Fvg ha integrato le risorse
nazionali con fondi propri”.
Regione che, a sua volta, ha preso la parola attraverso
l’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro: “I
rischi non saranno mai zero, anche perch? gli eventi climatici
sono particolarmente importanti in questi ultimi anni. Ai 12
esperti indicati dai Comuni rivieraschi, come prevede la mozione
approvata dall’Aula, ho voluto si aggiungesse lo studio del
massimo esperto italiano del settore, Andrea Rinaldo”.
Ed ? stato proprio Rinaldo a spiegare che “la cosa peggiore
sarebbe dare il via a opere non risolutive” e che “in un mondo
come questo, che cambia rapidamente, non sono pi? veri i
parametri che hanno determinato le piene del passato. Oggi
aumento delle temperature atmosferiche e precipitazioni pi?
intense fanno s? che il tempo di ritorno di un evento ? cambiato,
diminuito; la piena centenaria di ieri non ? pi? certa”. Il
professore ha quindi parlato in termini di modelli, simulazioni e
medie, affermando che “prima di decidere in quale direzione
procedere, va ridefinito il valore dell’evento critico su cui poi
dimensionare l’intervento. Sono passati 60 anni, ora bisogna
riflettere su quale disastro ci si pu? attendere perch? l’errore
pi? grande ? l’urgenza, fare passi irreversibili come la
distruzione ambientale. Ci sono le condizioni per riflettere e io
lo far? per le vacanze di Natale”.
Tra gli intervenuti per il Comitato dei 12 esperti sul
Tagliamento, Francesco Comiti ha detto che “si ? passati da come
ridurre le portate a come ridurre il rischio idraulico del fiume.
Tre le leve su cui agire: pericolosit? per i territori,
esposizione al rischio e vulnerabilit? degli edifici e delle
persone”. Comiti ha quindi detto che si deve intervenire a monte,
verificare dove ? possibile laminare e farlo senza creare
sbarramenti per ridurre il rischio della valle. Si deve, poi,
ridurre il danno economico che subiscono i cittadini quando
l’acqua entra nelle case e allertarli in tempo (il modo c’?,
assicura) affinch? diminuisca il numero delle possibili vittime.
Non ultimo, “bisogna rilocalizzare gli edifici che saranno sempre
a pericolosit? elevata, anche dopo laminazioni o interventi vari”.
Giovanni Battista De Prato ha affermato come l’unica soluzione
che sia stata al momento presentata al Comitato tecnico, e su cui
? stato chiesto di riflettere, ? il progetto del ponte a Dignano,
mentre per Marco Petti “bisogna distinguere tra parte a monte e
parte a valle di Latisana; nella parte a monte ? necessario fare
le casse di espansione, poi si decider? se a destra o a sinistra
dell’asse”.
Matteo Nicolini ritiene “che sia di assoluta importanza la
conoscenza attuale dell’assetto morfologico del corso d’acqua
nella sua interezza per poter confrontare le tendenze
erosive/deposizionali rispetto all’ultima rilevazione sistematica
che si ? effettuata oramai pi? di 5 anni orsono. ? infatti
necessario che, sin dalla predisposizione del Docfap, venga messo
a disposizione un rilievo di dettaglio del fiume lungo tutta
l’asta fino alla foce, includendo ovviamente anche il rilievo
batimetrico del basso corso”.
A seguire, sono intervenute alcune Amministrazioni comunali, tra
cui Ragogna, che ha auspicato “non si ritorni alla
contrapposizione lunga e dura degli anni passati”. Bene aver
archiviato il progetto delle casse di espansione, meno bene
l’intervento pensato per Pinzano. “Se c’? una cosa che ho
imparato – ha commentato – ? che le acque di un fiume non vanno
mai murate nel loro percorso. Inoltre oggi non si capisce quali
siano i reali volumi da trattenere o deviare e perch? il numero
calcolato sia mutato negli anni e in misura decisiva”.
Per Latisana, quanto sostenuto da Petti “? condivisibile nel suo
aspetto complessivo, ma la preoccupazione oggi ? che la
laminazione per 4mila metri cubi d’acqua di cui si parlava ieri
oggi ? diventata per 5-6-7mila mq: ci? significa che allargare la
base di partenza rende complicato trovare una soluzione. Creare
un Docfap su tutta l’asta del fiume e non sulle singole opere
implica la riproposizione di un esame complessivo che significa
ripartire daccapo dall’inizio”.
Per Dignano, “a quanto pare lo studio unico su tutta l’asta ? una
linea condivisa che la Regione ha preso in considerazione, perci?
l’auspicio ? che l’inizio dei lavori avvenga il prima possibile
da parte dell’Amministrazione regionale, affiancata dai tecnici
indicati dai Comuni”.
Da Precenicco un monito: “Se si pensa a una soluzione, questa
deve tenere conto della sicurezza di tutti i Comuni rivieraschi.
Senza un insieme complementare di opere da realizzare lungo tutto
l’asse del Tagliamento, la questione non si risolve. Il
ragionamento va fatto senza pregiudizi”.
2 – segue
ACON/RCM-fc
041557 NOV 25
