(AGENPARL) - Roma, 1 Novembre 2025Caro Direttore,
concordo pienamente con le Sue osservazioni.
In realtà, la soppressione del Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” fu il risultato di un provvedimento ordinativo generale che interessò tutti i Battaglioni logistici destinati a garantire il supporto di aderenza alle Brigate operative.
Tali reparti furono infatti trasformati in Reggimenti di Manovra (dotati delle componenti di mantenimento e supporto sanitario) e in Reggimenti Trasporti (con le funzioni di trasporto e gestione transiti), posti alle dipendenze non più delle rispettive Brigate d’appartenenza, ma della Brigata Logistica di Proiezione con sede a Treviso.
In sostanza, le Brigate venivano private del proprio supporto logistico di aderenza sul territorio nazionale, mentre, nei teatri operativi all’estero, beneficiavano dell’assistenza fornita dal Gruppo di Supporto di Aderenza (GSA) — l’equivalente, in ambito NATO, di un Combat Service Support Battalion — costituito dalla “fusione” tra un Reggimento di Manovra e un Reggimento Trasporti.
Tutti i Battaglioni, dopo la trasformazione, vennero potenziati e conservarono la loro identità e le proprie origini. Tutti, tranne uno.
Il Battaglione Logistico Paracadutisti “Folgore” subì un vero e proprio smembramento: perse circa il 50% degli ufficiali (8 su 16), il 60% dei sottufficiali (33 su 50) e il 30% dei graduati paracadutisti (113 su 350), trasferiti ad altri reparti della Folgore.
Un patrimonio umano e professionale unico, disperso e frazionato.
Questa grave anomalia venne subito rilevata e rappresentata dall’allora primo Comandante del 6° Reggimento di Manovra – che era stato anche Comandante del Battaglione Logistico “Folgore” – durante una specifica riunione ad alti livelli.
La risposta, tuttavia, fu lapidaria e deludente:
“Indietro non si torna.”
Eliminare il supporto logistico di aderenza che il Battaglione forniva alla Brigata in patria, per offrirlo solo nei teatri esterni, si rivelò un provvedimento improvvido, inopportuno e incomprensibile — come giustamente ha sottolineato anche Lei, caro Direttore.
Volendo comunque guardare l’aspetto positivo, con una buona dose di resilienza, possiamo riconoscere che i quadri trasferiti ad altri reparti della Folgore seppero distinguersi ovunque, portando con sé le capacità organizzative, professionali e logistiche che avevano maturato nel Battaglione Logistico.
Le qualità di quegli uomini, in ogni nuova destinazione, continuarono a essere un marchio di efficienza e di spirito Folgore.
Per fortuna, dopo quattordici anni, indietro si è tornato, anche se con iniziali “stridor di denti”.
Una tardiva ma giusta correzione che ha permesso di restituire dignità e continuità a un reparto che ha sempre rappresentato un’eccellenza silenziosa dell’Esercito Italiano.
Con stima e amicizia,
Ferdinando Guarnieri
