(AGENPARL) - Roma, 31 Ottobre 2025(AGENPARL) – Fri 31 October 2025 CAMPI FLEGREI | Dalla sismicità diffusa alla nascita e crescita di una faglia
Un nuovo studio in collaborazione tra l’Università degli Studi di Roma Tre e INGV appena
pubblicato su Communications Earth & Environment, mostra che la sismicità dei Campi Flegrei
si sta concentrando in una zona precisa della crosta: un segnale della formazione o riattivazione
di una faglia. Questo processo spiega l’aumento del bradisismo e indica che la crosta non
risponde più in modo puramente elastico
[Roma, 31 ottobre 2025]
I Campi Flegrei sono una caldera vulcanica attiva che, dalla seconda metà 2005, mostra chiari
segnali di disequilibrio: sollevamento del suolo, sismicità locale a bassa profondità e
incremento dei flussi di gas dalle zone fumaroliche. Questo processo, noto come bradisismo, a
partire dal 2023, si è intensificato in modo significativo, soprattutto nella zona centrale della
caldera tra Pozzuoli e Bagnoli, con terremoti via via più frequenti e intensi. Diversi eventi hanno
raggiunto e superato la magnitudo (Md) 4, provocando forte apprensione nella popolazione e
danni localizzati.
Un recente studio, dal titolo Birth and growth of a volcanotectonic fault during the current
volcanic unrest at Campi Flegrei caldera (Italy), pubblicato sulla prestigiosa rivista
Communications Earth & Environment della casa editrice Nature, ha documentato la
transizione – a partire dal 2023 – da una microsismicità diffusa in tutta la caldera ad una
distribuzione più concentrata lungo un piano interpretabile come la nucleazione o la
riattivazione di una faglia.
La ricerca, frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi Roma Tre e l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), fornisce un importante contributo alla
comprensione dei meccanismi sismici in atto. “Il fenomeno osservato è fondamentale per
spiegare la localizzazione e i meccanismi focali dei terremoti – spiega Guido Giordano, professore
ordinario dell’Università degli Studi Roma Tre e coordinatore della ricerca – e suggerisce che il
comportamento della crosta sia cambiato nel tempo. Questo può avere implicazioni rilevanti non
solo per il potenziamento del monitoraggio, ma anche per la definizione della massima magnitudo
attesa”.
Lo studio si inserisce nel solco di altre ricerche indipendenti che avevano già evidenziato un
cambiamento nella relazione tra frequenza della sismicità e intensità del sollevamento; la
nuova interpretazione offre ora una spiegazione fisica legata alla formazione di una faglia. “La
nostra indagine – sottolinea Francesca Bianco, Dirigente di Ricerca dell’INGV – ha beneficiato di
una enorme quantità di dati sperimentali di alta qualità, analizzati con metodologie innovative.
Anche in questo caso, il connubio tra monitoraggio e ricerca scientifica si è rivelato essenziale per
acquisire nuove conoscenze sui processi in corso ai Campi Flegrei, fornendo possibili chiavi
di lettura anche per anomalie di piccola scala, come quelle registrate nell’area di Monte Olibano”.
Oltre al prof. Giordano, per Roma Tre hanno partecipato alla ricerca il prof. Francesco Salvini e
la dott.ssa Giada Alfonsi, mentre oltre alla dott.ssa Bianco, per l’INGV hanno partecipato la
dott.ssa Anna Tramelli, il dott. Mauro Di Vito ed il dott. Claudio Chiarabba.
Link allo studio
Figura – Distribuzione geografica degli epicentri dei terremoti rilevati dalla rete sismica INGVOsservatorio Vesuviano tra il 2018 e il 2024. Ogni immagine mostra anche la posizione in
profondità degli ipocentri dei terremoti, vista lungo le direzioni nord-sud e est-ovest
![[INGV Comunicato stampa] CAMPI FLEGREI | Dalla sismicità diffusa alla nascita e crescita di una faglia](https://agenparl.eu/wp-content/uploads/2025/10/image-266-2.jpg)