 (AGENPARL) - Roma, 31 Ottobre 2025
 (AGENPARL) - Roma, 31 Ottobre 2025(AGENPARL) – Fri 31 October 2025 CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA
COMUNICATO STAMPA 31 OTTOBRE 2025
MARMO E LAPIDEO – Export in crisi ma le imprese sarde resistono. 416
realtà, 182 artigiane con 1.522 addetti, che sostengono l’economia
regionale. Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna):
“Settore sano che ha bisogno di appalti pubblici e norme per
riprendere a crescere”. Il vero problema è il prodotto lavorato e
finito fuori dall’Isola.
Resistono le imprese ma crolla l’export.
E’ una fotografia in chiaroscuro, quella scattata al lapideo sardo da
Confartigianato Imprese Sardegna, settore che nei decenni ha
contribuito a sostenere l’economia regionale e a far conoscere le
produzioni isolane di qualità nel Mondo come avvenuto quando vie,
piazze e palazzi di Manhattan, Dubai e Shangai venivano lastricate di
marmo di Orosei, granito di Buddusò o basalto della provincia di
Oristano.
I dati, rilevati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna (fonte
Istat 2023-2024), descrivono un comparto regionale di 416 imprese, che
danno lavoro a 1.522 addetti. All’interno di questi numeri le realtà
artigiane sono 182 con 692 dipendenti.
L’analisi, in ogni caso, ha anche registrato la preoccupante frenata
dell’export, derivata anche dal fatto che le pietre, nella stragrande
maggioranza dei casi, vengono vendute a società della Penisola come
“materia prima” che, in un secondo tempo, viene trasformata in
semilavorati o in prodotti finiti. Nel 2024 il controvalore delle
esportazioni di pietre tagliate, modellate e finite made in Sardegna e
venduto direttamente all’estero ha toccato i 23milioni e 346mila euro,
numeri in calo del 39% rispetto al 2023.
Un settore che, da anni, affronta grandi difficoltà con un futuro che
si presenta come un grosso punto interrogativo, anche a causa del
clima di instabilità che si respira a livello internazionale del quale
il comparto non può che risentire, poiché fortemente caratterizzato da
una pesante dipendenza dai mercati esteri.
“Solo una piccola parte del fatturato, che interessa gran parte delle
micro imprese del settore, proviene dal mercato interno – commenta
Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – la
maggior parte del lavoro arriva dall’estero e c’è preoccupazione per i
segnali d’incertezza e di flessione che vengono da alcune realtà
importanti”. “Non dimentichiamoci, per questo – aggiunge Meloni –
della difficile situazione delle esportazioni verso la Russia e, ora,
i dazi americani solo in parte compensati dai nuovi mercati del
Golfo”. “Dopo la difficoltosa ripartenza dopo la crisi del 2009 –
rimarca il Presidente – ci ritroviamo nel mezzo a una nuova bufera che
sta coinvolgendo l’Europa, l’America e il medio e vicino Oriente.
Auspicavamo una ripresa ma, evidentemente, dobbiamo ancora attendere”.
A livello territoriale, la provincia sarda che conta il maggior numero
di imprese artigiane di lapidei (185 di cui 69 artigiane) è Sassari,
seguita da Nuoro (103 di cui 58 artigiane), Cagliari (87 di cui 36
artigiane) e Oristano (41 di cui 19 artigiane). Sul fronte degli
addetti, tra estrazione e trasformazione, quella che impiega più
personale è sempre Sassari con 499 di cui 221 artigiani, seguita da
Nuoro con 373 di cui 160 artigiani, Cagliari con 299 di cui 75
artigiani, Oristano con 186 di cui 100 artigiani e Sud Sardegna con
166 di cui 135 artigiani.
Sulle aziende pesano anche gli scarsi appalti pubblici.
“Non è una novità che questi siano sempre più rarefatti e complessi–
continua Meloni –dovuti, probabilmente, anche a causa delle incertezze
applicative del codice degli appalti. Una fonte importante di
sostentamento potrebbe, per esempio, arrivare dalla riqualificazione
dei centri storici con i fondi PNRR”.
Però una soluzione, anche se non immediata, alla crisi, potrebbe
venire dalla “crescita imprenditoriale” delle imprese de la loro
mettersi in rete. “La tendenza – riprende Meloni – è sempre più quella
di far crescere le aziende per specializzarle non solo nell’estrazione
ma anche nella trasformazione della materia prima in modo da
valorizzarla”. “Ottimi esempi di arrivano, per esempio, dalla Toscana
– conclude – le imprese si sono consorziate e hanno investito per
iniziare la trasformazione del marmo producendo lastre e semilavorati,
riuscendo così riesce a trattenere una maggiore ricchezza sul
territorio. Anche in Sardegna dovremmo fare questo”.
L’analisi nazionale delle imprese del marmo
Il quadro del settore rivela che a fine 2024 sono registrate 8.444
imprese del marmo – perimetrazione incentrata sulle attività del
mestiere del marmista definito dal Sistema Imprese Confartigianato –
di cui 3.401 sono imprese artigiane, pari al 40,3%, con un fatturato
stimato per il 2024 di 6,5 miliardi di euro. Nel dettaglio, 2.731
imprese operano nella estrazione di pietra, sabbia e argilla, di cui
il 15% sono 410 imprese artigiane, e generano 2,9 miliardi di euro di
fatturato; la trasformazione del materiale estratto viene effettuata
da 5.713 imprese impegnate nel taglio, modellatura e finitura non
artistica di pietre, che sono per il 52,4% rappresentate da 2.991
imprese artigiane, con un fatturato di 3,6 miliardi di euro.
Allargando lo sguardo ai settori di riferimento del mestiere del
marmista, cioè estrazione e lavorazione di marmo e pietre, stavolta
comprese quella artistica, gli addetti sono 42.985 di cui 17.535 in
imprese artigiane, pari al 40,8%. A livello regionale primeggiano il
Veneto con 6.046 addetti, la Lombardia con 5.347 e la Toscana con
5.207 e sono nell’artigianato almeno la metà degli addetti in Calabria
(55,4%), Liguria (54,0%), Piemonte (53,2%) e Basilicata (52,7%). In
chiave di specializzazione, a fronte di un peso medio degli addetti di
estrazione e lavorazione di marmo e pietre sull’occupazione delle
imprese non agricole pari allo 0,2%, si segnala una importanza
nettamente maggiore nelle province di: Massa-Carrara (4,4%),
Verbano-Cusio-Ossola (1,5%), Lucca (1,3%), Nuoro (1,1%), Trapani
(1,1%), Barletta-Andria-Trani (1,0%) e Verona (0,8%).
Nel dettaglio le attività estrattive contano 11.713 addetti, di cui
1.474 nell’artigianato (12,6%) mentre le lavorazioni contano 31.272
addetti, di cui 16.061 nell’artigianato (51,4%). In termini economici,
risulta rilevante l’apporto delle micro e piccole imprese che generano
il 79,0% del fatturato e le esportazioni ammontano a 2,3 miliardi di
euro, di cui 1,7 miliardi in pietre tagliate, modellate e finite e 0,6
miliardi in pietra, sabbia e argilla.
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