(AGENPARL) - Roma, 30 Ottobre 2025Da anni si discute di riforme fiscali, semplificazioni, pace contributiva. Eppure, su un tema cruciale come quello di un condono tombale, che permetterebbe a milioni di cittadini di chiudere definitivamente i conti con il passato, il governo continua a mantenere un silenzio prudente, quasi timoroso.
Eppure questa misura, se ben strutturata, non rappresenterebbe una resa, ma un atto di giustizia sociale e di coraggio politico.
Una montagna di debiti che non si potranno mai riscuotere
L’Agenzia delle Entrate Riscossione gestisce oltre mille miliardi di euro di crediti, ma la realtà è che più del 90% di queste somme è considerato inesigibile. Sono cifre che restano solo sulla carta, mentre dietro ogni cartella esattoriale c’è una storia di difficoltà, di fallimenti, di famiglie che da anni vivono nell’incertezza.
Piccoli imprenditori, artigiani, professionisti, ex lavoratori autonomi: persone che non hanno evaso per dolo, ma che sono state travolte da crisi economiche, malattie o errori amministrativi.
Un condono non come premio, ma come ripartenza
Ogni volta che si pronuncia la parola “condono”, si alza il coro di chi teme l’effetto morale di un “premio agli evasori”. Ma la verità è un’altra: in moltissimi casi, questi debiti non saranno mai recuperati, e tenere in vita cartelle inutili non rafforza lo Stato, lo indebolisce.
Un condono tombale, trasparente e regolato da criteri chiari, rappresenterebbe una ripartenza per il Paese, non una sanatoria per i furbi.
Restituirebbe fiducia e serenità a famiglie che vivono da anni sotto il peso di un passato che non riescono a chiudere, e permetterebbe allo Stato di liberarsi da un carico amministrativo ormai insostenibile.
Serve una decisione politica, non solo tecnica
La questione è prima di tutto politica. Il governo ha il dovere di affrontarla con senso di realtà, non con il timore del giudizio.
Continuare a lasciare milioni di italiani prigionieri di cartelle esattoriali irrecuperabili significa solo prolungare una sofferenza collettiva e mantenere un clima di sfiducia tra cittadini e istituzioni.
Un condono tombale, invece, potrebbe rappresentare un nuovo patto fiscale, basato su chiarezza, umanità e pragmatismo.
Un segnale di fiducia per un Paese stanco di promesse
In un momento storico segnato da inflazione, precarietà e difficoltà economiche diffuse, gli italiani chiedono soprattutto tranquillità.
Non un privilegio, ma la possibilità di ripartire.
Per questo è legittimo chiedersi: perché il governo non valuta seriamente l’opportunità di una misura straordinaria che chiuda il passato e apra una stagione di fiducia e crescita?
Un condono tombale non sarebbe un favore a qualcuno, ma un gesto di rispetto verso un Paese che ha dato molto e che oggi chiede solo di poter vivere con serenità e dignità.
