(AGENPARL) - Roma, 29 Ottobre 2025(AGENPARL) – Wed 29 October 2025 Oggi la gestione del verde privato a Piacenza non è regolamentata?«È proprio questo il fraintendimento che ha generato polemiche. Le regole per il verde privato esistono già, ma sono contenute nel Regolamento Edilizio che prevede autorizzazioni, obblighi e sanzioni anche per gli interventi su alberi o giardini.Quello che stiamo facendo oggi non è introdurre nuovi obblighi o costi, ma semplificare norme già in vigore e renderle più comprensibili. La bozza di nuovo Regolamento del Verde nasce per ridurre la burocrazia, uniformare le procedure e allo stesso tempo promuovere consapevolezza: la cura del verde non è solo un adempimento, è una forma di responsabilità verso la città.»Perché serve un Regolamento del Verde privato?«Perché il verde pubblico e quello privato fanno parte dello stesso ecosistema urbano. Un albero in un cortile contribuisce quanto uno in un parco: entrambi migliorano la qualità dell’aria, abbassano la temperatura, favoriscono la biodiversità e incidono sul benessere delle persone.Molte città, anche piccole, si sono già dotate di uno strumento analogo. Piacenza è l’unico capoluogo dell’Emilia-Romagna a non avere ancora un Regolamento del Verde privato, mentre diversi Comuni lo hanno già adottato anche nel Piacentino: Fiorenzuola, Castel San Giovanni, Rottofreno, Castelvetro, Gropparello, Agazzano e altri. Questo dimostra che il tema è importante e la tutela del verde urbano è considerata prioritaria»In che modo vengono semplificate le regole attuali?«Oggi per abbattere un albero di diametro superiore a 20 centimetri, un cittadino deve presentare una CILA edilizia, compilare moduli complessi e rivolgersi a un tecnico abilitato (ad esempio un geometra). E sempre oggi se l’albero è da abbattere perché malato, è necessario chiamare un agronomo che lo attesti. Con la proposta del nuovo regolamento, sarà sufficiente una comunicazione semplice per alberi di grandi dimensioni – oltre i 30 centimetri di diametro, e non 20 come è oggi – che il cittadino potrà inviare autonomamente, senza l’ausilio di un tecnico. Se l’abbattimento è perché l’albero è ammalato, non cambia niente rispetto a oggi: è già necessario rivolgersi a un agronomo. L’obiettivo è chiaro: semplificare ciò che oggi è troppo macchinoso, mantenendo la necessaria attenzione tecnica solo dove serve davvero».Serve un professionista anche per sistemare un giardino privato?«Solo nei casi previsti da leggi sovraordinate, come è già oggi. In edilizia libera – ovvero quando si interviene sul proprio giardino senza opere edilizie complesse o cantieri – non serve alcun progetto,a meno che non si sia in presenza di vincoli paesaggistici o nei casi previsti dal Decreto legislativo 42 del 2004. Nei casi di nuova edificazione, ristrutturazione, quindi intervento edilizio più complesso che investe aree esterne, non cambia nulla rispetto a oggi: serve un progettista abilitato, che può essere un geometra, un architetto, un ingegnere o un agronomo, a seconda della complessità dell’intervento. Per esempio, il giardino di una villetta continuerà a poter essere seguito da un geometra; un piano paesaggistico complesso, invece, no. Il regolamento non entra nel merito dei singoli codici deontologici professionali: ogni professionista conosce i limiti entro cui può agire».Come funzionano compensazioni e sanzioni?«Il principio della compensazione non è nuovo: esiste già oggi, ma finora era calcolato con un metodo tecnico basato sull’assorbimento di CO₂ che obbligava il cittadino a rivolgersi a un professionista. Il nuovo regolamento semplifica tutto: la compensazione si basa sul diametro dell’albero: un dato che chiunque può misurare. Se si elimina una pianta, la si può sostituire con un’altra dello stesso diametro o con più piante equivalenti. Solo se l’abbattimento è stato effettuato senza comunicazione, e quindi senza compensazione, si introduce la monetizzazione, cioè un contributo economico al Comune che verrà calcolato in base ai prezzari ufficiali e che servirà per piantare nuovi alberi in altre aree pubbliche della città. Non è una tassa, ma un modo per mantenere l’equilibrio ambientale complessivo. Le sanzioni, invece, non aumentano rispetto a quelle già previste dall’attuale Regolamento edilizio; anzi, diminuiscono: si passa dall’attuale multa di 500 euro per l’abbattimento senza comunicazione e compensazione di alberi di diametro superiore ai 31 centimetri, a 250 euro per ogni diametro. Alla sanzione, che funge solo da deterrente, si preferisce il principio di compensazione che aiuta a migliorare l’aria. Nulla cambia, invece, nel caso di alberi monumentali per i quali continua a valere il Regolamento del Verde pubblico adottato dal Comune nel 2019».
Il tema della monetizzazione ha preoccupato diversi cittadini.
«Comprensibilmente, ma è opportuno ribadire che si tratta dell’avvio di un confronto sul tema in questione: ci sarà tempo e modo di valutare le varie opzioni sedendosi attorno a un tavolo con tutti i soggetti coinvolti. La nostra è una proposta che si basa sul principio della compensazione ormai ovunque riconosciuto come valido. Con la bozza di regolamento che abbiamo presentato, il privato deve “monetizzare” solo ed esclusivamente se non effettua, per l’appunto, la compensazione dell’albero vivo eliminato. Se invece sostituisce o ripianta in autonomia, non deve alcun pagamento».
Ci sono limiti o obblighi sulle specie da piantare?«No, nessun obbligo. Il regolamento non impone vincoli, ma offre indicazioni e buone pratiche.Suggerisce l’uso di specie autoctone – più adatte al nostro clima e quindi più resistenti – e sconsiglia le varietà che possono trasmettere parassiti o malattie. È un approccio di sensibilizzazione, non prescrittivo».Perché allora tante preoccupazioni?«Alcuni hanno pensato che il Comune volesse introdurre nuovi vincoli, ma non è così. Il regolamento vuole semplificare, chiarire e responsabilizzare. Ognuno di noi, anche curando un piccolo giardino, contribuisce al benessere della collettività. Questo testo riconosce e valorizza tale principio, invitando i cittadini a essere parte attiva nella tutela del verde urbano. Il Pug in particolare avvantaggerà chi pianterà più alberi con meccanismi premiali volumetrici». Il percorso è concluso o il testo cambierà ancora?«Questa è una bozza di partenza, presentata in Commissione per aprire il confronto. Da qui si avvierà un percorso di ascolto e confronto con gli stakeholder – ordini professionali, associazioni, cittadini – prima di tornare in Commissione e poi in Consiglio comunale. L’obiettivo è arrivare a un testo condiviso, chiaro e applicabile, che metta d’accordo tutti su un punto: la qualità del verde urbano è parte della qualità della vita in città».In sintesi?«La nostra proposta di Regolamento del Verde non introduce vincoli, ma toglie complessità. Non aggiunge obblighi, ma diffonde consapevolezza. Riteniamo sia un passo avanti verso una Piacenza più verde, più sostenibile e più consapevole».