(AGENPARL) - Roma, 29 Ottobre 2025(AGENPARL) – Wed 29 October 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
MUNCH. La rivoluzione espressionista
Dal 30 ottobre 2025 al 1° marzo 2026
Mestre, Centro Culturale Candiani
A cura di Elisabetta Barisoni
Non dipingerò più interni con uomini che leggono e donne che cuciono. Dipingerò persone vive, che respirano e sentono e soffrono e amano.
Edvard Munch, oltre Munch. Una mostra per raccontare l’uomo del suo tempo, che vive e lascia un segno nella società. Introspettivo certo, ma anche partecipativo; solo, nella sua inquietudine, ma non isolato; tanti i suoi legami con autori, artisti, letterati contemporanei – Ibsen fra tutti, di cui illustra le opere teatrali – che concorrono alla formazione del suo pensiero, alla sua rivoluzione grafica e iconografica, la sua vita. Munch è specchio della cultura mitteleuropea e cittadino del mondo; tra i lunghi viaggi e soggiorni a Parigi, in Germania, in Belgio, in Italia, in una Europa esplosiva, quella del Salon des Refusées, dei Secessionisti, i giovani ribelli; qui raccoglie echi antichi di Goya e Rembrandt, Redon e Toulouse-Lautrec, fino a Van Gogh e Gauguin, le influenze del Simbolismo e Postimpressionismo per poi lasciare il suo inconfondibile segno.
E poi, le nuove sonorità pittoriche, lo spirito nordico che entra in Europa e influenza le secessioni di Monaco, Vienna, Berlino, di cui Munch è protagonista.
Munch è il suo tempo, ed è il nostro. Perché quell’urlo espressionista che nasce dal corpo e rende l’arte totalizzante, carica di dolore, memoria, denuncia, non si è mai esaurito.
La nuova mostra ideata da Fondazione Musei Civici per il Centro Culturale Candiani – eccezionalmente ospitata nelle sale espositive del terzo piano – prende Munch come guida di una nuova avventura di scoperta dell’arte del nostro tempo, in un viaggio attraverso le collezioni civiche della Galleria Internazionale d’Arte Moderna – dove sono conservate quattro opere grafiche Edvard MunchAngoscia, L’urna, La fanciulla e la morte, Ceneri – nel segno della rivoluzione espressionista. Un progetto per riconnetterlo sia con le correnti artistiche dalle quali è partito sia con quelle che lui ha ispirato nei decenni successivi.
Le sette sezioni della mostra, partono quindi proprio da Edvard Munch (Loten 1863 – Oslo 1944), al confronto con i fermenti naturalisti, impressionisti e con il connazionale, meno noto, Aksel Waldemar Johannessen (Kongsvinger, 1880 — Oslo, 1922): una vicenda artistica intensa e breve, con Munch condivide la ricerca di mondo interiore tormentato, ma affronta la realtà con un realismo sociale che si carica di tensione espressiva, distante dall’estetica francese che domina l’arte norvegese del tempo.
Due i capitoli sulle Secessioni, le rotture artistiche dell’area tedesca che partono da Monaco nel 1892 e che proseguono poi con Vienna, nel 1897 e Berlino, nel 1898. L’eredità di Munch, con il suo segno vibrante e la tensione psicologica, permea questo clima, dei laboratori fertili, dove Simbolismo, Jugendstil e Postimpressionismo si intrecciarono in uno spirito di profondo rinnovamento.
La Secessione di Monaco include artisti come Franz von Stuck, interprete di un simbolismo visionario e sensuale ma anche molti artisti italiani, tra cui Arturo Martini e Alberto Martini, che qui trovarono stimoli decisivi per la loro arte.
Della Secessione di Berlino, Munch è quasi il casus belli; nel novembre 1892 la critica tedesca tradizionalista stronca le opere di Edvard Munch esposte Verein Bildender Künstler di Berlino. La mostra viene chiusa dopo appena una settimana, le polemiche non fanno altro che rendere celebre il nome di Munch in tutta la Germania, acuendo la frattura tra gli ambienti accademici e i giovani artisti della città. Pochi anni dopo, nel 1898 scaturisce la Secessione di Berlino, movimento che vedrà Munch protagonista. In questo periodo di forte fermento culturale, la ricerca di una nuova estetica si manifesta nei lavori di artisti come Liebermann, Klinger, Dettmann, Egger-Lienz, testimoni di una Berlino attiva, cosmopolita, protesa verso la modernità.