(AGENPARL) - Roma, 29 Ottobre 2025(AGENPARL) – Wed 29 October 2025 High-Tech Economy: 1 dollaro di valore aggiunto high-tech genera 3,9
dollari di PIL nei Paesi UE
Presentato al Ministero dell’Economia e delle Finanze il Rapporto
Strategico 2026 del Centro Economia Digitale: la High-Tech Economy come
leva per Italia ed Europa nel nuovo ciclo competitivo globale.
[image: 1. Presentazione Rapporto Strategico CED 2026 – MEF.jpeg]
Roma, 29 ottobre 2025 – Un dollaro investito nei settori high-tech genera
in media 3,9 dollari di Prodotto Interno Lordo (PIL) nei Paesi Europei, un
effetto moltiplicatore tre volte superiore a quello dei settori a bassa
tecnologia. Significativo anche l’impatto sull’occupazione: uno shock
positivo da 10 miliardi di dollari nel valore aggiunto high-tech crea, nei
tre anni successivi, in media 161 mila nuovi posti di lavoro nell’UE (177
mila nei Paesi OCSE analizzati), sfatando il mito della sostituzione del
lavoro da parte della tecnologia.
Sono questi alcuni dei dati chiave del Rapporto Strategico 2026 del Centro
Economia Digitale (CED), dal titolo “High-Tech Economy: il nuovo ciclo
competitivo globale”, presentato oggi al Ministero dell’Economia e delle
Finanze (MEF). L’evento si è aperto con i saluti istituzionali del Ministro
dell’Economia e delle Finanze, On. Giancarlo Giorgetti.
Il Rapporto Strategico 2026 del CED offre un’analisi originale e basata su
evidenze econometriche, fondamentale per l’Italia e le nazioni europee
chiamate a rilanciare crescita e produttività in una fase di profonda
trasformazione globale. La High-Tech Economy (HTE) viene definita non come
un semplice sottoinsieme della Digital Economy, ma come un processo dinamico
di integrazione pervasiva delle tecnologie di frontiera (IA generativa,
quantum, biotech avanzate, etc.) nell’intero tessuto economico e sociale.
Il documento esamina la struttura dei settori ad alta intensità tecnologica
e di conoscenza (KTI) nei principali sistemi economici, evidenziando il
loro ruolo trainante. Sebbene l’analisi mostri una leadership globale di
Stati Uniti e Cina in termini di valore aggiunto KTI (con l’UE che perde
terreno, passando dal 22% al 17% della quota mondiale tra 2010 e 2022), per
l’Italia il Rapporto rileva segnali incoraggianti: una crescita costante
dell’export high-tech (dall’1,4% del PIL nel 2010 al 2,7% nel 2024) e un
significativo aumento della quota di occupati nei settori KTI, che nel 2024
arriva al 9,3% (dietro solo alla Germania tra i grandi paesi europei) dal
7,5% del 2018.
L’analisi econometrica, condotta su 14 Paesi OCSE (1995-2023),
conferma la nettamente
superiore capacità di attivazione economica dei settori high-tech: ogni
dollaro (a parità di potere d’acquisto) di incremento nel valore aggiunto
high-tech genera 3,18 dollari di PIL in tre anni nell’OCSE, e il
moltiplicatore sale a 3,9 dollari nei Paesi UE. L’effetto è anche più
persistente rispetto ai settori low-tech.
Anche la produttività del lavoro beneficia maggiormente: uno shock da 10
miliardi di dollari nel valore aggiunto high-tech porta, nei Paesi europei,
a un incremento medio dello 0,59%, contro appena lo 0,04% dei comparti
tradizionali. Da questa prospettiva, i dati del CED suggeriscono un elevato
potenziale di attivazione economica in Europa, a patto di riuscire a
integrare la tecnologia nei processi produttivi in modo diffuso e
strategico.
«Siamo entrati in un nuovo ciclo competitivo globale, una ‘starting line’
dove la velocità con cui adottiamo e integriamo le tecnologie di frontiera
è cruciale, forse più della loro scoperta stessa – ha sottolineato durante
la presentazione al MEF Rosario Cerra, Presidente del Centro Economia
Digitale –. Il nostro Rapporto Strategico ‘High-Tech Economy’ lo dimostra
chiaramente: questa transizione verso un’economia ad alta tecnologia è
l’unica via per rilanciare crescita e produttività in Italia e in Europa.
La nostra analisi econometrica inedita quantifica in modo inequivocabile la
potenza di questa leva: i settori high-tech attivano sull’economia un effetto
moltiplicatore sul PIL fino a 3 volte superiore rispetto agli altri,
stimolano di più la produttività e, sfatando vecchi pregiudizi, creano più
occupazione qualificata. Abbracciare la High-Tech Economy, favorendo la
diffusione capillare dell’innovazione, è quindi un imperativo strategico
non solo per la competitività, ma per assicurare autonomia, sicurezza e
resilienza al Paese».
L’incontro, moderato dalla giornalista Manuela Perrone, ha visto la
partecipazione dei vertici delle principali aziende partner del Centro
Economia Digitale: Amazon Web Services (AWS), Cisco, Enel, Eni, FiberCop,
Google, Gruppo FS, Hewlett Packard Enterprise (HPE), Microsoft, Open Fiber
e Terna. I loro interventi hanno arricchito il dibattito sul ruolo
dell’innovazione nei settori chiave dell’energia, delle infrastrutture
digitali, della mobilità e delle tecnologie abilitanti, delineando le
priorità per accelerare la transizione verso la High-Tech Economy in Italia.
Il Rapporto Strategico CED 2026 “High-Tech Economy: il nuovo ciclo
competitivo globale” è disponibile integralmente su:
Il Centro Economia Digitale è un think tank indipendente e apartitico
fondato da Rosario Cerra nel 2017, costituito come associazione di diritto
privato senza scopo di lucro, e realizzato con il supporto dei vertici
delle Facoltà di Economia di Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Luiss.
I Partner del CED sono tra le più importanti aziende strategiche italiane e
internazionali che operano nei settori ad altissima componente di
innovazione.
*In allegato il CS completo con i contributi delle aziende partner.*
*Ufficio Stampa Centro Economia Digitale*
Valeria Bonacci
Marco Mottolese
Giorgia Simonetta
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