(AGENPARL) - Roma, 29 Ottobre 2025(AGENPARL) – Wed 29 October 2025 scoperta tutta italiana appena accettata per la pubblicazione su Astronomy
& Astrophysics. Il team di ricerca guidato dall’Istituto Nazionale di
Astrofisica (INAF) ha studiato la supernova SN 2024bch, che si è rivelata
“asociale”: contrariamente alle attese, non interagisce con il gas
circostante. Questo risultato smentisce la classificazione tradizionale e
cambia le carte in tavola nella caccia alle sorgenti di neutrini ad alta
energia.
Il gruppo di ricercatrici e ricercatori è stato guidato da Leonardo
Tartaglia dell’INAF, con la partecipazione delle Università di Padova e
dell’Aquila. Siamo a disposizione per fornire ulteriori dettagli o per
organizzare un’intervista qualora fossi interessata/o.
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29 ottobre 2025
SUPERNOVA ASOCIALE: L’ESPLOSIONE STELLARE CHE RIFIUTA L’INTERAZIONE
Uno studio a guida INAF analizza la radiazione emessa dalla supernova SN
2024bch e propone una spiegazione alternativa delle sue caratteristiche
osservate nelle fasi iniziali, mettendo in discussione la classificazione
tradizionale di queste immani esplosioni stellari. Il lavoro, condotto da
un gruppo tutto italiano, ha importanti implicazioni nell’ambito
dell’astronomia multimessaggera
Un team di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di
Astrofisica (INAF), con la partecipazione delle Università di Padova e
dell’Aquila, ha analizzato in dettaglio le proprietà fotometriche e
spettroscopiche della supernova di tipo II SN 2024bch, esplosa a circa 65
milioni di anni luce dalla Terra e osservata nel febbraio 2024. Lo studio,
i cui risultati sono stati accettati per la pubblicazione sulla
rivista Astronomy
& Astrophysics, mette in discussione un assunto fondamentale nello studio
di questa classe di esplosioni stellari: la stretta relazione tra la
presenza di righe strette negli spettri della radiazione emessa dalla
supernova e l’interazione violenta degli ejecta (addensamenti di materiale
stellare scagliati dall’esplosione della stella progenitrice) con il denso
gas circostante (o mezzo circumstellare).
I 140 giorni di osservazione della supernova avevano rivelato righe di
emissione molto strette nei suoi spettri iniziali. Questa caratteristica è
stata finora la “prova regina” per classificare una supernova come
“interagente”, ossia avvolta da un denso guscio di gas. Tali supernove sono
considerate possibili sorgenti di neutrini ad alta energia. Tuttavia,
l’analisi condotta dal team italiano ha dimostrato che l’energia
sprigionata non deriva affatto dall’interazione tra il materiale esploso e
quel guscio di gas. La supernova mostra un comportamento che, paragonato a
quello degli esseri umani, si potrebbe definire “da asociale”, fornendo
energia quasi esclusivamente tramite processi radioattivi tradizionali e
non attraverso violenti scontri di materia. Per spiegare il mistero delle
righe strette, il team ha proposto un meccanismo diverso: la
cosiddetta “fluorescenza
di Bowen”.
“Abbiamo applicato uno sguardo non tradizionale e privo di pregiudizi”,
spiega Leonardo Tartaglia, ricercatore dell’INAF e primo autore dello
studio. “Per la prima volta in questo tipo di transienti, dimostriamo che
il meccanismo principale è la ‘fluorescenza di Bowen’, un fenomeno noto fin
dalla prima metà del XX secolo che non era mai stato preso in
considerazione nello studio di oggetti simili. Il nostro scenario descrive
con grande precisione tutte le fasi evolutive della supernova”.
Di cosa si tratta? Questo fenomeno può essere immaginato come un’eco
luminosa ad alta energia: l’intensa luce ultravioletta prodotta
dall’esplosione colpisce ed eccita gli atomi di elio presenti nel materiale
attorno alla supernova. Questi atomi, invece di rilasciare direttamente
l’energia, la trasferiscono ad altri elementi chimici circostanti, come
l’ossigeno e l’azoto. Ed è proprio questo trasferimento di energia a
innescare l’emissione di righe strette che il team di ricerca ha osservato,
senza che sia necessaria alcuna interazione fisica violenta tra il
materiale espulso e il gas esterno.
La scoperta ha quindi imposto agli scienziati di ricalibrare i modelli
finora utilizzati e di escludere una parte delle supernove simili dalla
lista delle possibili sorgenti di neutrini. “Con il nostro studio
evidenziamo che, per almeno una frazione di questi transienti,
l’interazione non è il motore principale delle emissioni e che ciò ha
importanti implicazioni anche per l’astronomia multi-messaggera. Non
mostrando evidenza di interazione, la supernova SN 2024bch non presenta le
condizioni fisiche necessarie per l’emissione di neutrini ad alta energia”,
conclude Tartaglia.
La campagna osservativa della supernova SN 2024bch è stata condotta tramite
una rete di strumenti che ha consentito di raccogliere dati fotometrici e
spettroscopici. Gran parte delle osservazioni ottiche è stata effettuata
con gli strumenti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, in particolare
presso l’INAF di Padova (con il telescopio Copernico da 182 cm e lo Schmidt
da 92 cm nella sede di Asiago). Dati aggiuntivi sono stati forniti dal
Wide-field Optical Telescope (WOT), il telescopio Schmidt da 67/91 cm
installato presso la stazione osservativa di Campo Imperatore dell’INAF
d’Abruzzo. Il monitoraggio in banda ultravioletta è stato effettuato dal
satellite Swift.
Il lavoro, interamente a firma italiana, è un esempio di come la ricerca
scientifica necessiti di un approccio critico, mettendo in discussione le
classificazioni tradizionali per ottenere progressi significativi.
Per ulteriori informazioni:
L’articolo “Signatures of anti-social mass-loss in the ordinary Type II SN
2024bch — A non-interacting supernova with early high-ionisation features”
Giorgio Valerin, Andrea Pastorello, Andrea Reguitti, Stefano Benetti, Lina
Tomasella, Paolo Ochner, Enzo Brocato, Luigi Condò, Fiore De Luise,
Francesca Onori, Irene Salmaso, è stato accettato per la pubblicazione
su Astronomy
& Astrophysics.
ALLEGATI
Figura 1: diagramma schematico, non in scala, del sito dell’esplosione di
SN 2024bch. La supernova è indicata dalla stella al centro, mentre il
materiale circumstellare che emette le righe strette è la regione blu più
lontana. Le parabole rappresentano la luce emessa dalla supernova a diverse
epoche e intercettano il mezzo circumstellare finché non raggiungono
l’estremità opposta all’osservatore, circa 2,4 giorni dopo l’esplosione.
Questa semplice geometria riesce a spiegare in modo molto efficace
l’evoluzione del transiente nell’ipotesi in cui gli ejecta non
interagiscono con il mezzo. Crediti: L. Tartaglia et al. / A&A 2025
Figura 2: immagine a colori della galassia ospite di SN 2024bch (la
supernova è indicata in verde), ottenuta sommando tre immagini in diversi
filtri, acquisite con la camera AFOSC del telescopio Copernico, presso la
stazione osservativa INAF di Asiago, gestita dall’Osservatorio Astronomico
di Padova. Crediti: A. Reguitti / INAF
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