(AGENPARL) - Roma, 27 Ottobre 2025In occasione del Convegno “Rilancio del Turismo Termale – Il benessere delle acque come risorsa per il futuro”, che si sta svolgendo a Fiuggi presso la Sala Mescita della Fonte Bonifacio VIII, l’Agenparl ha intervistato Marina Lalli, Presidente Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale (Forst).
Qual è la missione principale della Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale e come si inserisce nel panorama della ricerca biomedica italiana?
«Dotare la medicina termale di una base scientifica sempre più solida, promuovere lo sviluppo e la condivisione delle conoscenze e garantire alla medicina termale lo status di pratica medica moderna e scientificamente provata avvalendosi di tutte le tecniche biomediche di indagine sono tra gli obiettivi principali della Fondazione, che rappresenta un esempio unico per settore di competenza e finalità, nel panorama europeo.
L’approccio di FoRst è caratterizzato da una visione multidisciplinare che, superando la tradizionale concezione di salute legata all’assenza di patologie, integra i concetti di prevenzione, cura e riabilitazione ed analizza gli effetti biologici, clinici e socio-economici della terapia termale.
Oltre a sostenere economicamente il termalismo scientifico, l’attività della Fondazione, finanziata dai fondi provenienti dalle aziende termali, si concretizza nella definizione degli indirizzi di ricerca, con lo scopo di colmare vuoti scientifici attraverso l’approfondita valutazione sullo stato della ricerca termale in ambiti specifici di riferimento.
Con queste premesse risulta evidente come lo scopo della ricerca scientifica termale consista nell’individuazione di nuovi protocolli terapeutici che, affiancati a terapie termali già riconosciute e apprezzate per la loro efficacia nel trattamento di una pluralità di patologie, costituiscono un importante strumento a disposizione della comunità scientifica ed offrono una concreta opportunità di riduzione della spesa sanitaria nazionale.
Un altro obiettivo è promuovere la ricerca finanziandola. La Fondazione ha infatti un fondo che utilizza per sostenere i progetti di ricerca che vengono selezionati mediante le metodologie internazionalmente riconosciute. Tali finanziamenti, che coprono fino al 60% dei costi delle ricerche che vengono presentate e accettate dalla Fondazione, sono erogati attraverso dei bandi di ricerca, che sono gli strumenti che i ricercatori di tutto il mondo hanno per concorrere a ottenere i suoi fondi. Ad oggi, la Fondazione ha co-finanziato 67 progetti.
Quali sono i principali filoni di ricerca attivi oggi sul termalismo e quali risultati concreti hanno già prodotto?
«Dermatologia, reumatologia, gestione del dolore, malattie croniche su base infiammatoria, patologie ematologiche, cardiovascolari, endocrino-metaboliche, malattie respiratorie delle vie aree superiori e inferiori, otorinolaringoiatria sono solo alcuni degli ambiti in cui trovano applicazione il termalismo e la medicina termale e in cui si registra un grande consenso sull’efficacia del trattamento con evidenti benefici per i pazienti, ma anche a vantaggio del sistema salute nel suo complesso. I risultati concreti includono la dimostrazione di miglioramenti persistenti nel dolore osteoarticolare e nella mobilità, la riduzione dei sintomi nelle malattie respiratorie e cutanee e l’aumento del benessere psicologico. Grazie alle proprietà lenitive e rigeneranti delle acque e dei fanghi la ricerca valuta, inoltre, l’efficacia delle terapie termali nel trattamento di psoriasi, eczema e dermatite atopica. I fanghi non solo danno sollievo ma possono anche ridurre l’impiego dei farmaci.»
Quanto è importante, a suo avviso, dimostrare con solide evidenze scientifiche i benefici delle cure termali per rafforzarne l’integrazione nel SSN?
«È fondamentale. La medicina termale è una medicina vera, completa e complessa, capace di prevenire, curare e riabilitare e portare grandi benefici al Sistema Sanitario Nazionale. Percorsi di cure termali possono rappresentare un’alternativa all’ospedalizzazione, specialmente per le persone affette da malattie croniche, permettono la riduzione dell’uso di farmaci e sono un ottimo strumento di prevenzione rafforzando, anche attraverso il benessere psicofisico, le capacità di difesa dell’organismo. L’alleanza tra termalismo e ricerca scientifica promuove la definizione di una medicina ausiliaria, volta al mantenimento e al recupero della salute, che integra i metodi curativi tradizionali nell’interesse di tutti gli attori coinvolti: pazienti, Sistema Sanitario Nazionale, Inps, Inail e Assicurazioni.
L’ambiente termale è un potente facilitatore per promuovere ed educare il paziente alla prevenzione, a qualsiasi livello, primaria nel paziente sano favorendo l’assunzione di corretti stili di vita, riducendo i fattori di rischio per possibili patologie, ma anche secondaria e terziaria.
Tutti aspetti che ricadono positivamente su welfare e sistema pubblico: le cure termali sono infatti vigilate dal Ministero della Salute e dalle Regioni tramite le ASL di competenza, sono presidiate da personale sanitario medico e infermieristico, sono deospedalizzate con stabilimenti distribuiti su tutto il territorio nazionale e consentono un sensibile risparmio dei costi assistenziali, dimostrato anche da studi di farmacoeconomia.»
In che modo la Fondazione collabora con università, ospedali e istituti di ricerca per sviluppare studi interdisciplinari sulle acque termali?
«Da secoli le acque termali sono riconosciute per le loro proprietà terapeutiche, ma è grazie alla ricerca scientifica moderna che queste conoscenze vengono oggi validate, potenziate e integrate con nuovi approcci multidisciplinari. La collaborazione e il lavoro congiunto con le università, gli istituti di ricerca, le strutture sanitarie e le altre associazioni è per noi condizione imprescindibile per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca scientifica termale e l’efficacia delle cure termali nelle diverse condizioni cliniche. Per sostenere la ricerca, investire in formazione, diffondere la cultura del termalismo e per valorizzare un patrimonio naturale con nuove evidenze e prospettive, Forst organizza e patrocina convegni e giornate di studio in collaborazione con le università e gli istituti di ricerca. Ci sono poi i bandi, attraverso i quali la Fondazione cofinanzia progetti scientifici orientati ad indagare gli effetti benefici che l’utilizzo delle acque termali e delle risorse del termalismo terapeutico sono in grado di generare in molte condizioni patologiche. Il VII bando, pubblicato ad inizio anno, si rivolge appunto ad Istituzioni di ricerca nazionali, Istituti di ricerca pubblici e privati, Università pubbliche e private, IRCCS, Aziende Ospedaliere, Amministrazioni locali e Dipartimenti di Salute Pubblica, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, INPS e Inail.»
Quanto ritiene utile la creazione di banche dati e registri clinici per raccogliere e condividere i risultati della ricerca termale?
«La creazione di banche dati e registri clinici permette di raccogliere in modo standardizzato le informazioni riguardanti i trattamenti termali, le condizioni dei pazienti e le risposte ai trattamenti, facilitando il monitoraggio continuo dei pazienti. I registri possono agevolare la collaborazione tra centri termali, ricercatori e medici, favorendo la diffusione delle migliori pratiche e l’avanzamento della conoscenza. Sono strumenti utili che aumentano la disponibilità e affidabilità dei dati, portando a studi più efficienti, alla possibilità di ottenere risultati più solidi e a ridurre il carico di lavoro amministrativo. Con dati omogenei e affidabili è più semplice valutare l’efficacia dei diversi trattamenti termali su specifiche patologie e per diverse tipologie di pazienti. E’ però fondamentale poter garantire la privacy e la sicurezza dei dati sanitari. Per questo l’implementazione di misure di sicurezza adeguate, come la crittografia e il rispetto delle normative sulla protezione dei dati personali (come il GDPR), si rivelano indispensabili per un utilizzo etico e lecito delle banche dati.»
Quali prospettive si aprono grazie all’innovazione tecnologica (telemedicina, analisi dei biomarcatori, intelligenza artificiale) nello studio dei trattamenti termali?
«La rapida evoluzione di strumenti digitali, intelligenza artificiale, big data, telemedicina e altre tecnologie stanno ridefinendo le modalità di prevenzione, diagnosi, trattamento e gestione delle patologie, oltre a influenzare profondamente l’organizzazione del lavoro e la relazione con il paziente.
Questo scenario in continua evoluzione presenta nuove e significative opportunità per migliorare l’efficienza dei processi, personalizzare le cure, ampliare l’accesso ai servizi sanitari e ottimizzare gli esiti per i pazienti, ma introduce anche sfide cruciali legate alla gestione dei dati sensibili, alla sicurezza informatica, agli aspetti etici e medico-legali, alla necessità di acquisire nuove competenze digitali.
È per questo fondamentale che i professionisti della salute di ogni disciplina e livello comprendano il potenziale e i limiti delle nuove tecnologie, siano in grado di utilizzarle in modo critico ed efficace e sappiano affrontare le sfide connesse. Un’adeguata formazione sull’innovazione tecnologica non è più un’opzione, ma una necessità per garantire un’assistenza sanitaria di alta qualità, sicura e al passo con i tempi.»
Come può la ricerca termale contribuire alla prevenzione delle malattie croniche e degenerative, riducendo la spesa sanitaria a lungo termine?
«Le cure termali rappresentano uno strumento di prevenzione e cura di diverse malattie e cronicità, un’opportunità per alleggerire, in prospettiva, la pressione sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e un’occasione, sempre a vantaggio dei pazienti, per avere accesso a cure coperte dai LEA – Livelli Essenziali di Assistenza, cioè dalla sanità pubblica. Il modello di welfare termale italiano è considerato tra i migliori d’Europa: non solo per il ricco patrimonio naturale delle acque termali a disposizione, ma anche per una regolamentazione rigorosa visto che siamo l’unico Paese dell’Unione Europea a disporre di una legislazione di settore. Il ruolo delle terme si considera sempre più come un presidio di salute a livello nazionale, richiama la prevenzione e la sostenibilità nel medio e lungo periodo del Servizio Sanitario Nazionale. L’efficacia delle cure termali è ormai riconosciuta unanimemente: se sono, infatti, sempre più numerosi i pazienti che vedono diminuire il numero di ricadute e riducono l’ospedalizzazione anche i medici di famiglia osservano una significativa riduzione della cronicità di alcune patologie. L’utilità delle cure termali giova alla qualità di vita del paziente, ma anche al Servizio Sanitario Nazionale, permettendo un considerevole risparmio e una riduzione delle liste d’attesa. Senza dimenticare la validità della fase riabilitativa che può essere svolta proprio in ambito termale.»
Quale valore attribuisce alla formazione e alla divulgazione scientifica per diffondere la cultura del termalismo tra operatori sanitari e cittadini?
«La formazione e la divulgazione scientifica permettono di chiarire l’efficacia delle cure termali, educare alla prevenzione e a stili di vita sani, a dimostrare il risparmio sui costi assistenziali, migliorando il benessere di pazienti e rappresentando un vantaggio per l’intero sistema sanitario. È un’attività cruciale sia per gli operatori sanitari, che necessitano di conoscenze aggiornate e appropriate sulle potenzialità e le controindicazioni delle cure, sia per i cittadini che vengono informati sui benefici e sulle modalità di accesso a trattamenti efficaci e sicuri. La formazione continua degli operatori sanitari è indispensabile per rimanere aggiornati sull’efficacia, i meccanismi d’azione e le evidenze scientifiche delle terapie termali per la cura di patologie croniche e riabilitative. Occorre rafforzare il dialogo con la medicina generale proponendo ai giovani medici tirocini presso gli stabilimenti termali ed investire nella ricerca e nella divulgazione scientifica sul termalismo valorizzando un presidio di medicina deospedalizzata e distribuito sul territorio nazionale.»
Quali strategie la Fondazione intende perseguire per rafforzare il proprio ruolo a livello internazionale e rendere il termalismo italiano un modello di eccellenza?
«L’Italia è il paese con la più grande offerta termale, ciascuna con una proprietà certificata, le cure termali sono incluse nei Livelli essenziali di assistenza al Servizio sanitario nazionale (Lea) che, con il decreto del 2017 e successivo aggiornamento, garantisce l’erogazione dei trattamenti termali per molteplici affezioni muscolo- scheletriche, reumatiche, respiratorie, della pelle ed altre ancora sulla base delle consistenti evidenze scientifiche acquisite nelle ultime due decadi e della verifica di un significativo risparmio in ambito sanitario. E’ giunto però il momento di procedere ad un aggiornamento dei Lea e ad una produzione di linee guida così come ci vuole standardizzazione scientifica dei protocolli e miglioramento nel sistema di accreditamento»
Qual è la posizione della Fondazione sull’istituzione della Giornata nazionale delle terme d’Italia come occasione per valorizzare anche la ricerca scientifica sul termalismo?
«Le terme italiane rappresentano un sapere unico che unisce tradizione, innovazione e cultura del territorio. L’istituzione di una Giornata Nazionale delle Terme d’Italia offre un’eccellente opportunità per valorizzare il termalismo e la ricerca scientifica ad esso collegata, promuovendo attività come congressi, tavole rotonde, percorsi di divulgazione e la condivisione di studi sui benefici delle acque termali, ma in particolare per raccontare a tutti il suo valore. Un evento per incentivare la collaborazione tra centri termali, università e istituti di ricerca, per diffondere la conoscenza del termalismo e per sottolineare come le cure termali siano parte di uno stile di vita, come le terme restituiscano dignità e tempo ad ogni paziente diffondendo sicurezza scientifica di qualità.»
