(AGENPARL) - Roma, 27 Ottobre 2025In occasione del Convegno “Rilancio del Turismo Termale – Il benessere delle acque come risorsa per il futuro”, che si sta svolgendo a Fiuggi presso la Sala Mescita della Fonte Bonifacio VIII, l’Agenparl ha intervistato il Vice Presidente del Senato della Repubblica, Sen. Gian Marco Centinaio.
Domanda. Qual è l’obiettivo principale del ddl sul termalismo presentato dalla Lega e quali cambiamenti concreti pensa potrà portare al settore termale italiano?
«Vogliamo arrivare a una legge quadro sul settore termale, che riconosca il suo contributo in campo sanitario, ma possa soprattutto valorizzarne le potenzialità in ambito turistico. Stiamo parlando di un comparto che vale già oltre 6 miliardi di euro l’anno e che può crescere ancora molto.
Abbiamo voluto sintetizzare il nostro ddl in quattro parole chiave: identità, accessibilità, promozione e valorizzazione. Identità vuol dire dare una definizione chiara dei requisiti che contraddistinguono le aziende termali, istituendo anche un marchio di qualità termale e un Albo nazionale delle acque termali e sanzionando chi eroga cure termali senza essere autorizzato. L’accessibilità è assicurata dal fatto che l’erogazione delle cure termali spetta al SSN, all’interno di stabilimenti accreditati, anche a cittadini provenienti da altre Regioni. Per favorire la promozione, istituiamo veri e propri distretti termali, che integrano servizi sanitari, turistici ed economici. Per la valorizzazione, infine, proponiamo lo stanziamento di 210 milioni di euro in tre anni».
Domanda. Ha parlato di un lavoro comune tra Senato e Camera per unificare i due ddl sul termalismo. Quali sono gli aspetti fondamentali su cui puntate per garantire un testo condiviso e efficace?
«Esaminando il calendario dei lavori parlamentari, abbiamo capito che sarebbe stato più facile far partire l’iter dalla Camera. Quindi la collega Tiziana Nisini ha depositato anche a Montecitorio un ddl con testo identico a quello presentato da noi senatori della Lega. Noi abbiamo sempre detto che vogliamo arrivare a una legge quadro quanto più possibile condivisa con gli operatori del settore e con le altre forze politiche, di maggioranza e – mi auguro – anche di opposizione. Il dialogo è lo strumento indispensabile per arrivare a questo risultato e sono certo che in Commissione si potrà lavorare attraverso le audizioni e la buona volontà di tutti per ottenere una buona legge».
Domanda. In che modo la Lega intende coinvolgere anche l’opposizione e le altre forze politiche affinché il rilancio del settore termale diventi un progetto bipartisan?
«Nel nostro ddl non c’è niente di ideologico o che possa essere considerato politicamente di parte. Già prima di presentare il testo, ci siamo confrontati con gli operatori, che ci hanno aiutato a individuare le priorità che elencavo precedentemente. Valorizzare il settore termale significa offrire soluzioni naturali di salute e benessere, rafforzare il settore turistico offrendo un motivo in più per venire in Italia e, non ultimo, dare un’opportunità di sviluppo a tanti territori lungo tutto il Paese. Non vedo perché qualcuno si possa opporre a tutto ciò».
Domanda. Considerando l’importanza delle terme come volano per il turismo e per l’economia locale, quali misure sono previste nel ddl per valorizzare il patrimonio termale e sostenere le imprese del settore?
«L’istituzione dei distretti termali servirà a individuare territori e pacchetti di servizi che possono essere presentati ai visitatori con un’identità chiara e con un’offerta variegata, in linea con la ricerca sempre più diffusa di un turismo esperienziale. Inoltre, il nostro ddl assegna all’ENIT il compito di individuare linee di promozione specifiche per il settore. Proponiamo anche l’istituzione di due fondi destinati rispettivamente a riqualificare gli stabilimenti termali di rilievo nazionale (150 milioni) e a favorire la cessione e il rilancio di aziende termali pubbliche (60 milioni). Tutto ciò senza trascurare la valorizzazione del cosiddetto turismo sanitario, che associa alle cure termali anche attività di benessere e visite o esperienze da realizzare nei dintorni degli stabilimenti. Sono tutte straordinarie occasioni per creare ricchezza e occupazione non solo all’interno delle imprese del settore, ma anche in tutto il territorio circostante».
Domanda. Qual è la sua posizione sull’istituzione della Giornata nazionale delle terme d’Italia? Pensa che questa iniziativa possa contribuire a promuovere e diffondere la cultura del termalismo nel nostro Paese?
«È uno dei punti inseriti nel nostro ddl. Penso che sia un’occasione utile a promuovere le potenzialità del termalismo e, nella nostra idea, anche a far conoscere i risultati più aggiornati delle ricerche scientifiche che dimostrano i benefici delle cure termali.
Il testo include anche misure di talassoterapia: come immagina il ruolo del mare, accanto alle acque termali, in un sistema integrato di benessere, prevenzione sanitaria e sviluppo turistico nazionale?
Il nostro Paese ha ottomila chilometri di coste. Solo una piccola parte è colpita dall’overtourism, mentre nella maggior parte dei casi le potenzialità non sono ancora sviluppate appieno. La talassoterapia può essere uno strumento per attrarre visitatori laddove ce ne sia la possibilità e anche per favorire la destagionalizzazione del turismo, in aree che attraggono visitatori quasi esclusivamente nel periodo estivo. Noi vogliamo procedere in maniera seria e senza fare fughe in avanti. Quindi in prima battuta vogliamo ricostituire la Commissione di studio per la definizione medico-scientifica delle cure termali talassoterapiche e, contemporaneamente, chiediamo al governo di definire le caratteristiche degli stabilimenti talassoterapici e fitobalneoterapici e di individuare le relative prestazioni che possono essere erogate dal SSN».
