(AGENPARL) - Roma, 27 Ottobre 2025(AGENPARL) – Mon 27 October 2025 Cer: Gruppo Cestari, con Albano di Lucania crescono esempi virtuosi al Sud
La presentazione ad Albano di Lucania (PZ) della nascente Comunità
Energetica Rinnovabile rafforza i numerosi esempi virtuosi delle CER specie
al Sud. Ad oggi, secondo i dati pubblicati dal Gse
e
aggiornati al 31 maggio 2025, sono 421 le comunità energetiche presenti su
tutto il territorio nazionale. Il totale della potenza installata è di
43mila kW (43 MW). Partendo da questi dati il Gruppo Cestari che –
attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con
base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti
rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti
ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate
da fonti alternative di energia, ed è impegnato a promuovere le CER
soprattutto al Sud – parla di iniziative crescenti anche grazie all’impegno
di Comuni delle regioni meridionali.
Gli esempi di benefici dall’autoproduzione energetica da fonti rinnovabili
– *commenta Marisol Cestari, * legale rappresentante della CER Moliterno
“Energia Dal Sole”, dirigente del Gruppo Cestari* – *sono dunque
innumerevoli. Chi produce energia con un impianto fotovoltaico, ad
esempio, ne consuma di norma solo una parte, e quella eccedente la immette
in rete; se l’energia viene consumata da un altro socio, alla CER viene
riconosciuta una tariffa incentivante. Gli importi così ricavati verranno
poi redistribuiti agli stessi soci, secondo criteri definiti nel
regolamento, e destinati a scopi sociali, per esempio a sostegno delle
famiglie a rischio di povertà energetica. Questa formula si sta diffondendo
ad esempio nelle parrocchie.
In prospettiva, le Comunità energetiche rinnovabili possono allargare il
loro campo d’azione non solo ottimizzando i flussi degli scambi di energia
tra i soci, ma anche fornendo servizi di efficienza energetica, di
domotica, di ricarica di auto elettriche, di vendita dell’energia prodotta
e non autoconsumata fino ad evolvere in quei “distretti rinnovabili”, veri
e propri motori della rivoluzione energetica.
Le Comunità energetiche hanno ambiziosi traguardi anche nel PNIEC, il Piano
Nazionale Integrato Energie e Clima, poiché dispongono di fondi per
l’incentivazione fino al raggiungimento di una potenza complessiva di 5GW e
possono avere contributi del PNRR a fondo perduto per la realizzazione o il
potenziamento di nuovi impianti fotovoltaici di soci pari al 40% del costo
degli impianti.
Inizialmente, questi contributi erano riservati solo a impianti localizzati
in piccoli Comuni inferiori a 5.000 abitanti, ma successivamente sono stati
estesi anche ai Comuni fino a 50.000 abitanti
,
con l’allungamento dei termini di presentazione delle domande fino al 30
novembre 2025 e l’aumento dell’anticipo dei fondi che è salito dal 10% al
30%.
Ciononostante, i fondi del PNRR previsti, pari a 2,2 miliardi di euro –
evidenzia Marisol Cestari – sono ancora largamente inutilizzati: allo
scorso maggio risultavano qualificate dal Gestore Servizi Energetici (GSE)
e quindi ammesse alla tariffa incentivante – circa 600 CER, per una potenza
complessiva di circa 50MW. I contributi PNRR concessi ammontano a circa 25
milioni di euro.
I ritardi sono dovuti innanzitutto, alle procedure di qualifica e di
concessione dei contributi PNRR, che risultano molto complesse: i tempi di
risposta del gestore sono molto lunghi e, nonostante le regole operative
prevedano un termine di 3 mesi per la risposta, questa scadenza spesso non
viene rispettata.
Inoltre, la domanda da inviare al gestore per via telematica richiede
competenze non alla portata di tutti e spesso richiede la consulenza di
esperti. Di qui l’impegno del Gruppo Cestari per assistenza e consulenza a
360 gradi per comuni, imprese e cittadini. Ad oggi, infatti, la piattaforma
del GSE obbliga ad inviare una PEC con numerosi allegati: per ogni nuovo
socio bisogna fornire bollette recenti, compilare dei file Excel per gli
impianti e i consumi e caricare diversi documenti. Il GSE ha affermato che
sta lavorando ad una nuova piattaforma, che al momento però non è ancora
operativa.
Inoltre, ha anch’essa tempi lunghi, senza contare che la procedura per
l’assegnazione dei fondi non è ancora operativa. Con tutta probabilità il
GSE non riesce ancora a gestire il carico di lavoro legato ai Comuni fino a
50.000 abitanti. Quel che è certo è che bisognerà correre ai ripari quanto
prima, o si rischia di non riuscire a spendere i fondi del PNRR che la
Commissione europea ha previsto per l’avvio delle comunità energetiche.
Infine, a complicare ulteriormente le cose c’è la questione revisione del
PNRR. A fine settembre il governo ha avviato la revisione del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si trova tuttora al vaglio del
Parlamento. Se venisse approvata, la modifica potrebbe incidere sullo
sviluppo delle CER, che potrebbe sottrarre (per poi dirottare altrove) fino
a un miliardo di euro ai progetti che non riusciranno a concludersi nei
tempi previsti.
I fondi tagliati verrebbero riassegnati a progetti considerati più maturi,
poiché l’Unione europea eroga i finanziamenti solo al raggiungimento
effettivo degli obiettivi fissati nel PNRR. Secondo il calendario
ufficiale, la revisione del PNRR italiano dovrebbe ottenere il via libera
definitivo dal Consiglio Ue entro il prossimo 13 novembre.
