(AGENPARL) - Roma, 27 Ottobre 2025E’ andato in scena sabato 25 ottobre 2025 al Teatro V. Colonna di Marino lo spettacolo comico “Mamma sei sempre nei miei pensieri, di e con Cinzia Leone, protagonista assoluta.
L’abbiamo intervistata al termine nei camerini.
Straordinaria, brillante, ironica:
La prima cosa che mi ha colpito è stata la Locandina: Nonna, mamma e figlia. Io ho rivisto le tre età della donna di Gustav Klimt. Lo spettacolo è straordinario. Grandi capacità di Cinzia Leone che non è “un comico” è “il comico”. Un mattatore, commuove il pubblico, improvvisa, interagisce con il pubblico con una straordinarietà unica. In tutto lo spettacolo ho visto non solo la trascrizione del bellissimo quadro di Gustav Klimt ma ho visto tante cose, momenti di pathos forti, intensi, oserei dire anche un viaggio introspettivo anche sulle nostre paranoie del mondo attuale.
“E’ chiaro che Mamma quando cerca il delirio in molti momenti ci trasmette ansia, che è l’ansia dei nostri tempi, la paura di sbagliare che è la più grande ossessione dell’umanità in questo momento, quindi Io faccio spettacoli dove butto giù pareti. Non c’è la quarta parete tra me e lo spettacolo e questo serve proprio a far sì che succeda qualcosa emotivamente. E che questo viaggio sia condiviso, è un viaggio fondamentale, è il rapporto con mamma e quanto la crescita significhi per tutti una forma di dolore, una forma di primo distacco. In realtà è il vero calcificante del rapporto, ma noi prima che questo avvenga non lo sappiamo, abbiamo soltanto paura di ferire mamma. E invece in realtà è un viaggio che va fatto per essere libere di essere noi stesse. E se l’avesse fatto mamma sarebbe stata libera di essere se stessa anche lei, se l’avesse fatto nonna. E‘ una riflessione questa, non un obbligo, per capire quante volte noi pensiamo i pensieri di chi ci ha cresciuto e per crescerci ci ha passato il suo vissuto. Non ci sono colpe, non ci sono accuse, nella vita c’è quello che c’è. Noi dobbiamo organizzarci per affrontarlo. Tutto qua. Mia madre non è nessuna delle madri di cui io parlo ma il rapporto con mia madre è stato questo. E quando io ho avuto questa informazione preziosissima ho cominciato ad affermare la mia identità. E’ molto importante questo passaggio. Significa non riconoscere come unica possibilità di vita la nostra storia affettiva familiare. Ci sono cose che posiamo correggere, scegliere, cambiare perché saremo noi a cambiare, noi a cercare di migliorare, noi a capire cosa dobbiamo fare per amare con serenità, che è la cosa più difficile della vita. Questo è solo uno spettacolo, al,massimo può essere una sollecitazione, però un punto di partenza, una riflessione che forse, forse può servire.
Lo spettacolo è cultura. Gli artisti hanno un ruolo importante nella società.
Le persone si emozionano, piangono con me, ridono con me, io piango veramente, anche in prova perché è un percorso emotivo. Io non so che tipo di spettacolo è questo. Non so che ruolo deve avere questo spettacolo. Ho semplicemente voluto scrivere uno spettacolo che guardasse mamma in maniera diversa, un po’ meno retorica, meno banale, guardata con una capacità di considerare quello che forse culturalmente abbiamo fatto poco.
Ci hai commosso, anche noi abbiamo una mamma… Un’ultima domanda: Ho visto Veronica, la suggeritrice vivente. Ho visto una empatia straordinaria.
Noi siamo due amiche che hanno lavorato insieme per anni ma il ruolo è quello della suggeritrice vivente che prima era di un’altra ragazza e prima ancora … Ho avuto questa intuizione dal primo spettacolo che ho fatto ed è un modo per sdoganare la paura. E’ chiaro che è una sicurezza sapere che c’è una persona in platea che è pronta con un copione a dirti, a sorreggerti, ed è anche un sostegno psicologico, poi col tempo si forma una complicità inevitabilmente, ma è normale. Da quando ho cominciato a fare spettacoli da sola in teatro “dopo” le emorragie ho inventato questa figura drammaturgica che fa parte del mio spettacolo.
A Veronica Maria Genovese (la suggeritrice vivente) : qual è la tua sensazione? Vedo che tu e Cinzia siete in una empatia assoluta siete un tutt’uno, botta e risposta, quello che ho percepito dall’esterno, Non credo sia facile con una grande donna, un grande comico come Cinzia
Cinzia non me lo fa mai dire, ma io ringrazio la vita. Cinzia era un mio mito di quando ero ragazzina e quindi ringrazio di avere l’onore e il piacere di lavorare con lei e di assorbire tutta la sua energia e tutta la sua verità. Quello che mi colpisce è che una cosa che devo rubare è questo: lei è vera sempre in scena, anche se c’è un copione. Io mi sento parte dello spettacolo e sono strumento che fa capire quanto sia importante normalizzare il fatto che si possa sbagliare.