(AGENPARL) - Roma, 25 Ottobre 2025Il VII Congresso nazionale di Meritocrazia Italia, presso il Teatro Rossini di Roma, ha affrontato nel pomeriggio di venerdì 24 ottobre gli altri due argomenti che completano il titolo Il Governo del Merito: con la moderazione della giornalista opinionista Claudia Conte si è parlato di Contro le guerre: visione politica o strategia economica e La famiglia disarmata e disarmante.
A proposito di guerra, Nicola Graziano, magistrato e rappresentante nazionale Unicef, ha sottolineato come l’Art. 5 della Costituzione introduca il concetto di “interesse delle future generazioni”, che si collega con l’Art. 11 sul ripudio della guerra. «Bisogna dunque guardare alle fasce più deboli, ai bambini (nella sola Gaza ne sono morti 64mila). Non si conquista la pace vincendo la guerra ma praticando la pace». Isabella Aurillo, consigliera di presidenza, ha fatto eco con l’idea che «la pace dev’essere un punto di partenza, non di arrivo. La pace è un progetto e in quanto tale va costruita con una visione, cioè il bene comune. La guerra rappresenta il fallimento della politica, e solo il merito può essere l’antidoto». Emozionante il discorso dell’arbitro internazionale Gianluca Aureliano, testimone del valore della neutralità: «Nel 476 aC nacquero le Olimpiadi in un mondo in cui c’era solo guerra, eppure lo sport era capace di imporre la tregua. E ogni volta che si fa sport si ha di fatto una tregua. Citius, Altius, Fortius, Communiter era il motto olimpico ed è tornato a esserlo grazie al provvido recupero dell’ultimo avverbio, andato perduto per tutto il XX secolo Bisogna lavorare sull’interiorizzazione di Communiter, che significa insieme. L’unica guerra giusta è quella dello sport, perché alla fine vince chi ha meritato di più».
L’On. Dario Tamburrano (M5S), eurodeputato, ha auspicato lo sviluppo di una rete elettrica interconnessa, «che non solo permetterebbe di sfruttare le rinnovabili con l’alternanza di notte e giorno ma condurrebbe a ottimizzare le risorse perché ogni paese sarebbe indipendente». Serena Sammarco, ministro MI per economia, giustizia e formazione, ha parlato di «un’Europa smarrita e disunita, che ha perso l’animus primordiale di unione di popoli. È opportuno che ciascun paese membro si assuma la responsabilità di quello che sta succedendo e ripensi all’Europa come un soggetto unitario, con un’autorevolezza che oggi non ha più». Mario Orabona, responsabile del dipartimento strumenti finanziari e assicurativi per il support all’estero di Federitaly, ha ricordato come la storia dell’uomo sia essenzialmente storia di guerra, e i semi irrigati dagli operatori di pace siano inclusione, giustizia e merito. «L’enciclica di Paolo VI Populorum progressio sottolinea che “sviluppo” è il nuovo termine per “pace”. Ci vuole una coscienza globale se si vuole un’economia globale». Da remoto, l’ex ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha detto che nel 2024 le rinnovabili hanno coperto il 41,2% della domanda di energia elettrica, mentre oggi siamo passati già al 48,5%. «La richiesta di accedere alle rinnovabili è trasversale e il nostro Paese può avere un’incredibile competitività». Massimo Tita, docente di storia del diritto e della giustizia, ha lamentato che «”rispetto” è parola che usiamo poco. Se rispettassimo la diversità fondamentale, che è quella di genere, non avremmo nessuna delle idee di minor forza femminile che tante ingiustizie hanno creato. Il diritto c’è ma non è uguale per tutti, e dobbiamo costruirne uno che uguale per tutti sia». Infine il garante MI Gianluca Pizzuti ha dichiarato che «gli Stati hanno bisogno di governanti non solo economicamente potenti ma anche culturalmente preparati alla solidarietà, ai valori. Istruzione e cultura sono le più grandi armi che cambiano il mondo».
Sull’altro tema il segretario generale Fiadel e CSA Francesco Garofalo ha esordito stigmatizzando il fatto che «la famiglia sconta lavoro di tanti senza diritti e senza tutele. Oggi i giovani non si sposano, non fanno figli, non vanno a votare perché non vengono ascoltati».
Paolo Cancelli, direttore dell’ufficio sviluppo della Pontificia Università Antonianum, ha sottolineato che «l’assenza di libertà e uguaglianza impedisce il pieno sviluppo della persona umana. Dobbiamo vedere però questa dinamica alla luce della solidarietà. Cultura del dialogo come via, collaborazione come condotta, conoscenza reciproca come criterio. Ma per questo occorre un pensiero altissimo, filosofico, neoaristotelico, che veda il bene comune come visione d’insieme e valorizzi la diversità come opportunità». Da remoto l’On. Andrea Quartini (M5S) ha lamentato che la gran parte dell’inverno demografico è legata a politiche che sfavoriscono quanti vorrebbero far figli. C’è poi anche una crisi di sfiducia nel futuro, con l’intelligenza artificiale che spaventa. Dobbiamo insomma cambiare le politiche».
Anna La Rana, avvocato, ha ripercorso il suo percorso di vita e professione, animato dalla volontà di dare voce e difesa alle donne, e ha stigmatizzato i costi della sua isola, Capri, dove le funicolari sono piene di turisti, i turni di lavoro sono organizzati a tre per volta, gli abbonamenti per i residenti non valgono più (devono fare il biglietto anche loro), i trasporti sono al collasso e la gestione diventa impossibile. Costi alle stelle e potere d’acquisto sempre più ridotto. L’attivista per i diritti LGBT Fabrizio Marrazzo ha raccontato la sfortunata vicenda della proposta di referendum sul matrimonio egualitario, che non ha raggiunto il numero di firme sufficienti ma continuerà perché «il lavoro del mio gruppo continua, con l’obiettivo di ampliare i diritti civili e familiari, compreso quello all’adozione per i single». Il viceresponsabile nazionale dei Ministeri di MI Stefano Ferri si è concentrato sul diritto delle donne ad aver riconosciuto un periodo di congedo di maternità molto superiore all’attuale, «perché non esiste che scontino, rispetto all’uomo, quella che non è una colpa ma un ruolo dato loro dalla natura, ossia il parto. Altrove in Europa i congedi sono altro che i nostri, e puta caso laddove ciò accade l’inverno demografico non c’è». Il filosofo e opinionista Diego Fusaro ha considerato che «oggi sposarsi e mettere al mondo dei figli è gesto rivoluzionario, perché la società neocapitalistica tende a ricostruire la famiglia per sostituirla con un sistema turistico di individui che competono, così da trasformare la vita collettiva in un libero mercato concorrenziale della regolabilità. La guerra contro la famiglia è interpretata come una guerra culturale, economica e sociale volta a distruggere le ultime forme di solidarietà che sfuggono alla logica del capitale». Antonella Faieta, presidente nazionale dell’associazione Telefono Rosa, ha concluso dicendo che «solo alle donne è dato il compito di accudire l’ambito familiare, e ciò non accadrebbe se ci fosse un ambito paritario. La spinta verso il superamento degli stereotipi di genere porterebbe a un beneficio sociale anche per gli uomini e non solo per le donne».
In chiosa, il Presidente nazionale di MI Walter Mauriello ha considerato che «oggi davvero Meritocrazia Italia ha fatto un salto di qualità. Non è più solo interlocutore istituzionale accreditato ma punto di riferimento culturale per la società e soggetto in grado di portare avanti progetti a beneficio collettivo e a carattere retale, che pochi osano costruire. Ho ascoltato discorsi fantastici, e ciò mi dà la certezza non solo della robustezza del percorso ma anche che questo progetto riuscirà. La cittadinanza attiva è il fulcro della democrazia, e vale molto più di qualsiasi altro riconoscimento, anche di un elogio internazionale. Io personalmente e noi tutti siamo concentrati non sul “campo largo” ma sul campo vasto, cioè sul 60% di cittadini che non vanno a votare. Nessuno li considera, ma è questa la vera sfida affascinante e in grado di cambiare il trend attuale. Può una maggioranza costituita sul 37-40% degli elettori consentire a un leader politico di crogiolarsi? Evidentemente no, e Meritocrazia Italia è qui appunto per cambiare le cose».
