(AGENPARL) - Roma, 24 Ottobre 2025(AGENPARL) – Fri 24 October 2025 L’esecuzione dello sfratto in via Michelino a Bologna si è conclusa con momenti di forte tensione e un impatto umano evidente: una famiglia con minori si è trovata coinvolta in un’operazione che, per Confabitare, rappresenta una pagina buia nella gestione dell’emergenza abitativa.
“La liberazione degli immobili è un atto dovuto quando i proprietari devono rientrare in possesso dei propri beni, ma deve avvenire nel rispetto della dignità di chi li occupa” dichiara Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare, associazione proprietari immobiliari.
“Non condividiamo le modalità dello sgombero di ieri: erano eccessive e la durezza dell’intervento lascia perplessi. Noi rappresentiamo i proprietari, ma crediamo che proprietari e inquilini siano due facce della stessa medaglia e che l’emergenza casa si risolva garantendo entrambi.”
C’è da sottolineare che gli inquilini avevano sempre pagato regolarmente, e proprio per questo il Comune avrebbe potuto e dovuto fare di più. Le famiglie coinvolte erano due: una con tre minori, di cui una bambina con disabilità, e l’altra con due bambini piccoli. “Limitarsi a proporre una sistemazione temporanea, per di più solo per madri e bambini ed escludendo i padri, significa dividere i nuclei familiari e ignorare la realtà dei legami affettivi e delle necessità di cura quotidiana” dice Zanni. Una scelta del genere è il segno della fragilità e della lentezza delle politiche pubbliche sulla casa, ancora incapaci di affrontare la complessità sociale con una visione unitaria e rispettosa delle persone.
“Condanniamo i centri sociali che vogliono farsi protagonisti di ogni esecuzione intervenendo con violenza, perché la violenza se da un lato dà visibilità, dall’altro non aiuta e mette a rischio tutti. Ma non condividiamo neppure le dichiarazioni della vicesindaca Emily Clancy, che ha puntato il dito contro il governo -. Continua Zanni – La prima responsabilità resta del Comune di Bologna che non ha trovato una soluzione umana prima dello sgombero e da anni non offre risposte concrete né ai proprietari né agli inquilini”.
Confabitare richiama in particolare la Fondazione per l’Abitare, nata per dare risposte all’emergenza, ma rimasta “una scatola vuota”. Confabitare si dice pronta a collaborare con le istituzioni, ma chiede un cambio di passo: “Servono politiche coordinate tra pubblico e privato, capaci di prevenire gli sfratti e accompagnare le famiglie con percorsi dignitosi, non soluzioni parziali o separazioni forzate, perché la legalità non deve mai essere disgiunta dalla dignità umana”.
