(AGENPARL) - Roma, 24 Ottobre 2025(AGENPARL) – Fri 24 October 2025 Due aree pubbliche intitolate
al sindaco Dino (Bino) Raugi e al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi
Le cerimonie lunedì 27 ottobre (una alle 11.00 e una alle 12.00)
alla presenza del sindaco Luca Salvetti
Livorno, 24 ottobre 2025 – Lunedì 27 ottobre sono previste due cerimonie di intitolazione di aree pubbliche alla presenza del sindaco Luca Salvetti:
la prima, alle ore 11.00 in piazza Mazzini (*proprio al centro della piazza, sulla destra del monumento, dove ci sono le panchine) a Dino (Bino) Raugi, che fu sindaco di Livorno dal 1966 al 1975. La richiesta è stata avanzata da Fondazione Livorno.
Saranno presenti il figlio Marco Raugi e il presidente di Fondazione Livorno Luciano Barsotti.
La seconda alle ore 12.00 allo Scoglio della Regina (*area a verde prima dell’ingresso del complesso) a Giovanni Gronchi, politico italiano, terzo presidente della Repubblica Italiana dal 1955 al 1962. La richiesta è stata presentata da Fabio Del Nista, presidente del Circolo Culturale “Il Centro”.
Saranno presenti lo stesso Del Nista e monsignor Paolo Razzauti.
Di seguito le biografie dei due personaggi.
BIOGRAFIA DINO (BINO RAUGI)
Dino Raugi detto Bino (Livorno 12 marzo 1926-11 ottobre 2007) è stato un politico e partigiano italiano.
A 17 anni si unì alle formazioni partigiane. Esponente del partito comunista italiano, eletto per la prima volta consigliere comunale nel 1951 e poi assessore nel 1953, fu sindaco di Livorno per due mandati, dal 1966 al 1975.
fu eletto consigliere regionale della Toscana alle elezioni del 1975 e a quelle del 1980, ricoprendo la carica di assessore ai trasporti fino al 1982.
Nel 2000 divenne presidente del Comitato provinciale di Livorno dell’associazione nazionale partigiani d’Italia.
Morì all’età di 81 anni nell’ottobre del 2007.
Di seguito uno scritto tratto da http://www.anpi.it nel 2008
A distanza di quasi quattro mesi dalla sua scomparsa l’ANPI di Livorno vuole ricordare il suo Presidente Dino “Bino” Raugi, uomo di straordinario carisma e di grande sensibilità umana e politica.
Nato nel 1926, ancora giovanissimo aveva subito l’arresto, il carcere ed il rinvio a giudizio davanti al tribunale speciale. Dopo il 25 luglio – con la caduta di Mussolini, l’evasione dal carcere di Regina Coeli e la partecipazione alla lotta armata con il 10° distaccamento partigiano “Oberdan Chiesa” della 3ª Brigata Garibaldi – è sotto il comando di Bruno Bernini, che nelle sue memorie lo ricorda come un tenace azionista nella lotta partigiana.
Dopo la liberazione della città aveva svolto un ruolo importantissimo nella ricostruzione facendo parte degli organismi dirigenti del PCI e del consiglio comunale. Fu Sindaco di Livorno dal 1966 fino al 1975 e nel cuore dei livornesi è sempre rimasto, fino alla sua morte, “II Sindaco”.
Era succeduto nel ruolo di Presidente dell’ANPI Provinciale al vecchio amico fraterno, nonché cognato, Nelusco Giachini altra grande personalità della nostra associazione, che “Bino” amava sempre ricordare, durante i suoi interventi, a testimonianza della grande importanza che rivestivano per lui certi valori, come la famiglia, l’amicizia e la fede politica.
Iscritto al PCI fin da giovanissimo, era poi confluito nei DS ed il suo impegno politico si era sempre mantenuto vivo negli anni, anche quando si trattava di dover prendere delle posizioni rigorose seppure di assoluto rispetto nei confronti delle istituzioni. Ne è un esempio significativo la volontà di riunire le associazioni antifasciste della città, compresi i gruppi giovanili dei centri sociali, che volevano manifestare contro un previsto corteo della Fiamma Tricolore a Livorno.
L’avvenimento avrebbe potuto provocare dei gravi disordini in una città da sempre emblema dell’antifascismo, ma “Bino” seppe raggiungere il suo scopo mediando con fermezza, ma con atteggiamento assolutamente democratico.
Ne nacque un documento condiviso dalle altre associazioni, ma anche dagli stessi giovani, nel quale si esprimeva l’esigenza di impedire che venisse offesa la tradizione antifascista della città. L’obiettivo fu raggiunto: la richiesta delle forze antifasciste fu accolta dalle istituzioni ed i neofascisti rinunciarono alla preannunciata manifestazione.
Già in passato “Bino” Raugi, con il sostegno e la collaborazione di altre importanti personalità livornesi, si era reso protagonista di un gesto che aveva restituito un rapporto di civile convivenza tra i cittadini e il reparto militate della Folgore, protagonista di scontri molto vivaci con la popolazione. In veste di Sindaco, nel 1967, aveva deciso di assegnare ai paracadutisti il basco amaranto, colore del gonfalone livornese, vincendo le tensioni e riuscendo a stemperare gli animi e a conciliare gli ideali della Resistenza con il ruolo importantissimo delle Forze Armate.
Seppure già ammalato, Raugi aveva fortemente voluto che la città fosse dotata di un Istituto Storico della Resistenza e lo scorso anno era stato presente alla sua inaugurazione, dimostrando una gran voglia di partecipare ancora attivamente al compito difficile, ma necessario, di divulgazione della nostra storia e della Memoria. Sempre lo scorso anno, assieme a Garibaldo Benifei, altra illustre figura di antifascista di Livorno, il 25 luglio, era stato insignito della più alta onorificenza cittadina: la “Livornina d’Oro”, quale simbolo di valori che rimandanoall’affermazione della pace e della democrazia. Purtroppo non fu presente alla cerimonia di consegna, ma la città intera si augurava che, una volta ristabilitosi, sarebbe tornato al timone dell’ANPI, per continuare anche il suo dialogo con i giovani iscritti, che lo hanno tanto stimato e lo hanno innalzato ad esempio di alto valore democratico, civile e politico. Ciao, “Bino”.
(ANPI Provinciale – Livorno)
BIOGRAFIA GIOVANNI GRONCHI (tratta da Quirinale.it)
È nato a Pontedera (Pisa) il 10 settembre 1887.
Coniugato con Carla Bissatini, dalla quale ha avuto due figli.
Ha fatto parte del Movimento cristiano sorto nel 1902 intorno al sacerdote Romolo Murri.
Tra il 1911 e il 1915 ha insegnato lettere e filosofia a Parma, Massa, Bergamo e Monza.
Nel 1919 è stato tra i fondatori del Partito Popolare Italiano.
Eletto deputato, è stato chiamato a dirigere la Confederazione dei Lavoratori Cristiani.
E’ stato nominato Sottosegretario all’Industria e Commercio nel 1922 (I governo Mussolini) fino al Congresso di Torino del Partito Popolare (aprile 1923),dove è stata decisa la non collaborazione e il ritiro dal Governo dei rappresentanti del P.P.I.
Passato all’opposizione, è stato tra gli esponenti della scissione denominata “dell’Aventino” ed è stato dichiarato decaduto dal mandato parlamentare nel novembre 1926.
Ritiratosi a vita privata, ha rinunziato al suo posto nella scuola ed è stato prima rappresentante di commercio e poi si è dedicato allo svolgimento di attività industriale.
E’ stato nominato Ministro dell’Industria e Commercio nel 1944 (II e III Governo Bonomi), nel 1945 (Governo Parri e I Governo De Gasperi).
E’ stato eletto Deputato all’Assemblea Costituente nel 1946 (Democrazia Cristiana) e Presidente del Gruppo parlamentare del suo partito.
E’ stato eletto Deputato al Parlamento nel 1948 e nel 1953.
L’8 maggio 1948 è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati.
Il 25 giugno 1953 è stato rieletto Presidente della Camera dei Deputati.
Il 29 aprile 1955 è stato eletto Presidente della Repubblica (al quarto scrutinio con 658 voti su 833): ha prestato giuramento l’11 maggio 1955.
E’ divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.
E’ deceduto il 17 ottobre 1978.
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