(AGENPARL) - Roma, 24 Ottobre 2025(AGENPARL) – Fri 24 October 2025 *Trieste, 24 ottobre 2025* – All’Assemblea pubblica di *Confindustria
Friuli Venezia Giulia**, *organizzata da *Confindustria Alto
Adriatico* e *Confindustria
Udine*, il Presidente di *Federacciai* e del *Gruppo Duferco*, *Antonio
Gozzi*, ha offerto una lettura delle sfide che la siderurgia europea sta
affrontando tra dazi internazionali, concorrenza sleale e politiche
ambientali interne.
Gozzi ha ricordato come il settore fosse stato colpito dai dazi introdotti
già dalla prima amministrazione Trump che, alla fine del 2018, impose un
prelievo del 25% sull’acciaio. Gli effetti per l’Italia furono immediati:
nel 2018, ultimo anno senza barriere tariffarie, le esportazioni italiane
verso gli Stati Uniti ammontavano a «poco più di 900 mila tonnellate»; nel
2024 sono scese a «poco più di 200 mila». Una contrazione assorbita nel
tempo grazie alla capacità delle imprese italiane di individuare nuovi
mercati, ma che ha lasciato profonde ripercussioni sull’equilibrio globale.
«Oggi la principale criticità non è più l’impatto diretto dei dazi, bensì
quello indiretto, il cosiddetto *trade diversion*: i Paesi che non riescono
più a esportare acciaio negli Stati Uniti riversano il loro prodotto
nell’unico mercato ancora relativamente aperto, l’Europa». Una dinamica che
secondo Gozzi rischia di inondare il mercato continentale e di penalizzare
ulteriormente la produzione interna. A questo scenario si aggiunge la
pressione interna esercitata dalle politiche ambientali dell’Unione. «La
siderurgia europea è già sotto stress per effetto della tassa carbonica
dell’ETS e per la prevista scomparsa delle *free allowances* dal 2026» ha
affermato Gozzi sottolineando come il *Green Deal*, pur necessario nella
prospettiva ecologica, abbia assunto tratti «eccessivamente punitivi» per i
settori industriali strategici.
Il Presidente di Federacciai ha informato che per contrastare queste
spinte, Bruxelles ha introdotto due misure di protezione: «La prima,
attualmente in discussione in sede di Parlamento, Consiglio e Commissione –
ha detto – prevede una riduzione del volume massimo di importazioni da 28 a
18 milioni di tonnellate annue, oltre il quale scatterà un dazio del 50%.
La seconda entrerà in vigore nel 2026 e stabilisce che negli acquisti
pubblici almeno il 60% dell’acciaio utilizzato dovrà essere di produzione
europea. L’Europa – ha concluso – sta cercando di reagire, ma con lentezza
e senza affrontare fino in fondo i nodi strutturali della siderurgia;
difendere l’acciaio europeo significa difendere la capacità produttiva e
tecnologica del continente».
NOTA: Entro un’ora circa dal termine dell’assemblea, al link seguente,
saranno resi disponibili gli scatti più significativi della giornata e i
video highlights:
📸 Foto e video highlights
Massimo Boni
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*Confindustria FVG*
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