
In un momento cruciale per l’economia italiana ed europea, il Governo si prepara a varare una legge di Bilancio che punta a sostenere la crescita senza rinunciare alla responsabilità dei conti pubblici.
Ne abbiamo parlato con l’On. Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze e Segretario regionale di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, che illustra ad AgenParl i cardini della manovra 2026-2028: riduzione della pressione fiscale, sostegno ai redditi da lavoro, incentivi alle imprese, revisione dell’ISEE e nuovi investimenti in sanità e coesione sociale.
Un approccio che, nelle parole della Sottosegretaria, “coniuga serietà e visione, mettendo al centro famiglie, imprese e occupazione, per costruire un’Italia più competitiva e solidale”.
Sottosegretario, lei ha parlato di una legge di Bilancio che coniuga “responsabilità e crescita”. In un contesto economico ancora incerto, quali sono i principali equilibri che il Governo ha dovuto trovare tra sostegno alla crescita e rigore nei conti pubblici?
Savino (MEF). «La nostra manovra tiene insieme due esigenze: proteggere i redditi e sostenere gli investimenti, senza mettere a rischio l’equilibrio dei conti.
Abbiamo scelto misure mirate – dal taglio della seconda aliquota IRPEF agli incentivi al lavoro e alla produttività – accompagnate da un profilo di spesa selettivo e da coperture certe.
Questo ci consente di dare ossigeno all’economia nel 2026 mantenendo, allo stesso tempo, una traiettoria di finanza pubblica solida e sostenibile.
È una scelta di serietà: meno dispersione, più efficacia sulle leve che incidono davvero su salari, consumi e competitività.»
La riduzione della seconda aliquota IRPEF dal 35 al 33 per cento rappresenta un intervento significativo. Quali categorie di lavoratori ne beneficeranno maggiormente e quale impatto concreto si attende sui consumi interni?
Savino (MEF). «Il taglio dell’aliquota IRPEF dal 35% al 33% riguarda lo scaglione di reddito compreso tra 28 e 50 mila euro.
Ne beneficeranno in particolare i lavoratori dipendenti e i professionisti con redditi medio-bassi e medi, una platea di oltre tredici milioni di contribuenti.
È un intervento che aumenta il reddito disponibile proprio dove la propensione al consumo è più alta.
Ci aspettiamo quindi un effetto positivo sulla domanda interna e sui consumi, in coerenza con l’obiettivo del Governo di sostenere la crescita reale senza scostamenti di bilancio.»
Sul fronte delle imprese, il pacchetto di misure – dai crediti d’imposta alle Zone Economiche Speciali – punta a stimolare investimenti e produttività. Come intende il Governo monitorare l’efficacia di questi strumenti, soprattutto nel Mezzogiorno?
Savino (MEF). «Abbiamo scelto di intervenire su due piani: incentivi automatici e semplificazione amministrativa.
La proroga dei crediti d’imposta per gli investimenti e il rafforzamento della ZES Unica, insieme al nuovo Fondo per le Zone Logistiche Semplificate, sostengono le imprese che investono, innovano e creano occupazione.
Per misurare l’efficacia degli strumenti abbiamo definito indicatori chiari: ammontare degli investimenti attivati, nuova occupazione, tempi medi di realizzazione e incremento della base imponibile territoriale.
Monitoreremo i dati su investimenti e occupazione, assicurando il pieno utilizzo delle risorse.
Il Mezzogiorno, poi, resta una priorità strategica: la ZES Unica ha una dotazione importante già nel 2026 e una pianificazione triennale che ci consente di monitorare, anno per anno, l’impatto concreto sui territori.»
Lei ha citato una revisione dell’ISEE per rendere più equo l’accesso alle prestazioni sociali. Può anticipare come cambieranno i criteri di calcolo e quali famiglie saranno maggiormente avvantaggiate da questa riforma?
Savino (MEF). «L’obiettivo è rendere l’ISEE più aderente alla reale condizione economica delle famiglie.
Agiamo su due fronti: la revisione delle scale di equivalenza, per valorizzare i carichi familiari; una franchigia più ampia sulla prima casa, passando da 52.500 euro a 91.500 euro, facendo attivare la maggiorazione dei 2.500 euro già dal secondo figlio convivente, questo per evitare che il valore catastale penalizzi l’accesso ai servizi e alle prestazioni sociali.
Ne trarranno beneficio soprattutto le famiglie numerose, i nuclei monoreddito e coloro che assistono minori o persone non autosufficienti.
È una riforma di equità e di giustizia sociale: le risorse pubbliche vanno indirizzate a chi ne ha davvero bisogno.»
Guardando al medio periodo, la manovra del 2026-2028 investe molto su lavoro, famiglia e sanità. Qual è la visione strategica di Forza Italia e del Governo nel coniugare crescita economica e coesione sociale nei prossimi anni?
Savino (MEF). «La nostra visione è chiara: promuovere una crescita che non lasci indietro nessuno, coniugando sviluppo economico e coesione sociale.
La manovra concentra le risorse su tre pilastri fondamentali – lavoro, famiglia e sanità – che insieme rappresentano la spina dorsale del Paese.
Sosteniamo i redditi da lavoro con il taglio della seconda aliquota IRPEF e con la tassazione agevolata sui premi di produttività e sui rinnovi contrattuali, per dare continuità all’aumento del potere d’acquisto e incentivare la contrattazione di secondo livello.
Sul fronte delle famiglie interveniamo con una revisione più equa dell’ISEE, che valorizza i carichi familiari e protegge i nuclei più fragili, e con il rafforzamento della Carta “Dedicata a te” per contrastare l’inflazione sui beni di prima necessità.
Aumentiamo in modo strutturale il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, per potenziare la prevenzione, ridurre le liste d’attesa e garantire un servizio universale e vicino ai cittadini.
La manovra guarda anche ai giovani, con nuove risorse per l’apprendistato, la formazione 4.0 e i tirocini qualificati nelle PMI, perché il lavoro stabile e la crescita personale sono il primo motore della mobilità sociale.
Forza Italia e il Governo operano con una prospettiva di medio periodo: costruire un’Italia più competitiva, più dinamica e più giusta, dove la stabilità dei conti pubblici non è un vincolo, ma la condizione per garantire sviluppo, occupazione e solidarietà duratura.»
