
(AGENPARL) – Wed 22 October 2025 COMUNICATO STAMPA
L’Adriatico perde le sue praterie marine:
il riscaldamento del mare tra le cause principali
Pubblicati sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science i risultati dello studio che ha analizzato i dati relativi al periodo dal 2009 al 2018
TRIESTE, 22 OTTOBRE 2025 – Il riscaldamento del mare, insieme alle alterazioni ambientali causate dalle attività
antropiche, sta provocando un progressivo declino delle praterie di piante marine dell’Alto Adriatico. Lo dimostra
un nuovo studio pubblicato recentemente sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science. La ricerca testimonia
che le praterie di Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa e di altre piante marine, vitali per la biodiversità, la
stabilità costiera e lo stoccaggio del carbonio, sono messe a rischio da una molteplicità di fattori.
Lo studio, coordinato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, ha coinvolto un
gruppo internazionale di ricercatori e ricercatrici dell’Area Marina Protetta di Miramare, dell’Università degli Studi
di Trieste, dell’Istituto Nazionale di Biologia di Slovenia – NIB e dell’Università di Maribor (Slovenia), e ha evidenziato
come l’alterazione ambientale e il riscaldamento del mare contribuiscano in maniera significativa al declino delle
praterie di fanerogame marine, in particolare Cymodocea nodosa, nelle aree costiere dell’Adriatico settentrionale.
L’analisi si è concentrata soprattutto sulle coste slovene e italiane del Golfo di Trieste e ha utilizzato un approccio
integrato di monitoraggio sul campo e analisi statistiche per valutare la relazione tra pressione antropica e risposta
della vegetazione marina. La relazione tra le dinamiche delle fanerogame marine e le variazioni ambientali è stata,
infatti, studiata analizzando i pattern spazio-temporali delle variabili ambientali e applicando modelli matematici
riferiti a due distinti intervalli temporali: 2009-2013 e 2014-2018.
Lo studio dimostra come il declino delle praterie di piante marine nel golfo sia causato sia da impatti locali
(inquinamento, urbanizzazione, alterazioni idrologiche) sia da stress climatici globali (riscaldamento marino).
Nell’Adriatico settentrionale, Cymodocea nodosa risulta essere la specie dominante, mentre la Posidonia oceanica
e diverse specie di Zostera mostrano una distribuzione decisamente più frammentata, spesso ridotta a piccole aree
isolate.
“I risultati indicano che Cymodocea nodosa è ancora presente nel Golfo, in particolare lungo la costa da Monfalcone
alla foce del Tagliamento, ma nel periodo 2014-2018 si sia registrata una diminuzione della sua copertura pari al
30% nelle acque slovene e fino all’89% lungo la costa vicino a Trieste” spiega Vinko Bandelj, oceanografo dell’OGS,
precisando che “l’analisi delle variabili fisico-chimiche ha rivelato un aumento della temperatura dell’acqua marina
in tutto il Golfo e una variazione del carico di nutrienti, con una riduzione particolarmente significativa nelle acque
slovene”.
Il gruppo di ricercatori e ricercatrici ha identificato la luce nella colonna d’acqua, la disponibilità di nutrienti, la
temperatura e la tipologia di sedimento come i principali fattori determinanti per la presenza delle piante marine.
Tuttavia, molto probabilmente anche altri fattori su scala locale, ad esempio interventi antropici costieri e
urbanizzazione, hanno contribuito a ridurre la resilienza di queste specie nei confronti delle perturbazioni
ambientali.
La conservazione di questi habitat è considerata essenziale per la mitigazione del cambiamento climatico e per
la salvaguardia della biodiversità marina del Mediterraneo. Per raggiungere tale scopo, lo studio evidenzia come
sia necessario sviluppare strategie integrate di pianificazione spaziale, includendo la riduzione delle pressioni
antropiche locali, la protezione delle aree costiere meno degradate e il monitoraggio a lungo termine dei
parametri climatici e biologici. Sebbene studi su larga scala siano utili per prevedere l’impatto dei cambiamenti
climatici, rimangono altrettanto fondamentali indagini locali, come quella svolta in questo studio, per sviluppare
strategie di conservazione mirate.
___________
Link alla pubblicazione
Gianni et al., 2025 – Environmental alterations and sea warming drive seagrass meadow decline in
urbanized coastal areas of the northern Adriatic Sea
Il lavoro è stato in parte finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR),
Missione 4 Componente 2 Investimento 1.4 – Bando n. 3138 del 16 dicembre 2021, rettificato con
Decreto n. 3175 del 18 dicembre 2021 del Ministero dell’Università e della Ricerca, finanziato
Decreto di concessione n. 1034 del 17 giugno 2022 emanato dal Ministero dell’Università e della
CONTATTI STAMPA
Ufficio Stampa Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS
Ufficio stampa WWF Area Marina Protetta di Miramare
Ufficio stampa Università degli Studi di Trieste