
(AGENPARL) – Wed 22 October 2025 (ACON) Trieste, 22 ott – La IV Commissione consiliare,
presieduta da Alberto Budai (Lega), ha espresso parere favorevole
a maggioranza, con il voto contrario compatto dei gruppi di
Opposizione, al Piano regionale delle attivit? estrattive (Prae),
il documento che disciplina l’attivit? in cave e miniere del
Friuli Venezia Giulia con l’obiettivo di promuovere un uso
sostenibile delle risorse naturali e tutelare il paesaggio. Il
nuovo Piano, previsto dalla legge regionale 12 del 2016,
sostituisce la precedente normativa e introduce criteri
aggiornati sui volumi estraibili, sulla durata delle coltivazioni
e sulle aree autorizzabili.
Prima del voto c’? stato un confronto serrato tra Maggioranza e
Opposizione. Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha espresso forti
critiche denunciando la “mancanza di partecipazione, trasparenza
e reale coinvolgimento delle comunit? locali” e chiedendo “la
riapertura della fase pubblica”, ricordando che “le osservazioni
al Piano risalgono al 2019 e riguardano pochi Comuni”.
Sulla necessit? di un maggiore dialogo con i territori ?
intervenuto anche Marco Putto (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg),
che ha chiesto “un ruolo pi? incisivo per i Comuni, indennizzi
adeguati, strumenti moderni di controllo delle attivit? di
escavazione e approfondimenti sulla gestione degli sghiaiamenti,
ancora priva di risposte adeguate”. Putto ha inoltre contestato
“l’assenza di una reale pianificazione sui materiali strategici e
di compensazioni ambientali efficaci”.
Appunti sono arrivati anche dai consiglieri del Pd. Nicola
Conficoni, tramite un ordine del giorno poi bocciato, ha invitato
la Giunta “a considerare i quantitativi di ghiaia ricavati dagli
sghiaiamenti fluviali e dai bacini montani nel computo dei volumi
individuati per l’autorizzazzione di nuove aree D4, cos? da
ridurre l’impatto ambientale”. Andrea Carli ha posto l’accento
sulla “necessit? di coniugare il Prae con la bonifica dei corsi
d’acqua inquinati da amianto”. Per il capogruppo dem, Diego
Moretti, il Prae “? poco lungimirante, privo di strategia,
incapace di individuare nuove aree e nuovi materiali strategici,
sbilanciato nello scaricare sugli operatori del settore e sui
Comuni responsabilit? che competono alla Regione”.
Secondo Serena Pellegrino (Avs) “il Piano delle attivit?
estrattive mantiene una logica industriale di sfruttamento, priva
di obiettivi di riduzione dei volumi e lontana da una vera
strategia di economia circolare”. Per Pellegrino inoltre “il
documento non tiene conto di strumenti regionali come il Piano
paesaggistico e delle direttive europee”.
Di segno opposto gli interventi di Michele Lobianco (Forza
Italia) che ha rimarcato come finalmente “dopo 40 anni la Regione
Fvg abbia un nuovo strumento di pianificazione”, e di Igor
Treleani (FdI) che ha definito il Prae “un documento equilibrato
e condivisibile” invitando per? la Giunta a “rivedere gli oneri
di coltivazione e ad ampliare la riflessione sui materiali
strategici”.
“Il nuovo Piano rappresenta un punto di partenza concreto dopo
oltre quarant’anni di vuoto pianificatorio. Non vogliamo
penalizzare il comparto, ma dare una cornice certa, trasparente e
prevedibile”, ha spiegato in replica l’assessore regionale
all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, rivendicando il coinvolgimento
dei portatori di interesse e ricordando che “ai Comuni la legge
assegna un ruolo primario nella pianificazione urbanistica”.
Sul piano tecnico, la Direzione regionale ha poi chiarito che “il
Prae delimita criteri e indirizzi, lasciando ai Comuni la facolt?
di attivare o ampliare aree estrattive tramite variante
urbanistica, e che la Regione interverr? sul quadro sovraordinato
tramite il nuovo Piano del distretto”.
Infine ? stato sottolineato che “il nuovo Piano estrattivo punta
a riequilibrare la gestione delle aste fluviali e dei sedimenti,
per migliorare un sistema che in passato ha prodotto evidenti
criticit?. Ogni nuovo intervento dovr? sottostare a rigorose
valutazioni ambientali e tecniche, nel pieno rispetto delle
normative nazionali e dei piani di bacino”.
ACON/SM-fa
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