
(AGENPARL) – Tue 21 October 2025 In media 6 pensionati su 10 delle aree rurali lucane sono vicini alla
soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello
relativo alla media sia regionale che nazionale. Il rendiconto Inps
Basilicata per il 2024 riferisce che sono soprattutto le pensioni di
invalidità, superstiti e vecchiaia quelle “più povere” con forti
penalizzazioni per le donne coltivatrici pensionate che hanno una
differenza di indennità rispetto agli uomini tra 250 e 300 euro al mese. Da
questa condizione di disagio sociale, diffusa in tutto il Sud, è partita la
“Festa Interregionale Anp-Cia”, l’Associazione Nazionale Pensionati di
Cia-Agricoltori Italiani, che si è svolta a Vieste con 600 delegati
provenienti da Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia. Folta la
delegazione della Basilicata guidata dalla direttrice Cia Giovanna
Perruolo, Luciano Sileo e Nicola Pisano, insieme ai dipendenti del
Patronato Inac che assiste gli anziani.
“Serve un nuovo patto per il Mezzogiorno d’Italia. Non solo in Basilicata,
ma in tutte le regioni del Sud Italia molti anziani vivono con pochi
servizi nelle aree interne e nelle zone rurali che stanno perdendo
progressivamente sempre più abitanti”, ha spiegato Perruolo. “Gli
agricoltori che vivono nelle loro campagne sono un presidio del territorio,
se ne prendono cura contro fenomeni come il dissesto idrogeologico,
producono le eccellenze agroalimentari italiane. Devono essere messi nelle
condizioni di continuare a svolgere questo ruolo e di trasmetterlo ai
giovani con un ricambio generazionale che contrasti l’abbandono del
territorio e l’emigrazione”, ha aggiunto.
SERVIZI, PENSIONI MINIME, SANITÀ. Nei loro interventi, sia Alessandro Del
Carlo, presidente nazionale di Anp-Cia, che Matteo Valentino, vice
nazionale e presidente regionale dell’associazione, hanno richiamato
l’esigenza di costruire una sanità territoriale più vicina a cittadine e
cittadini delle aree interne e rurali. Alessandro Mastrocinque, presidente
nazionale Patronato Inac, ha rimarcato la necessità di aumentare le
pensioni minime agricole, “spesso inferiori ai livelli di sussistenza”.
Questioni sentite non solo al Sud, ma in tutta Italia, come ha fatto
rilevare Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani,
intervenuto in remoto.
Nelle campagne –evidenzia l’Anp-Cia- si vivono le situazioni più difficili:
se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al
mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è
proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime,
inferiori alla soglia di 500 euro mensili. Nelle zone di campagna i “morsi”
della crisi sono amplificati e si inaspriscono i toni del disagio sociale,
soprattutto per gli ultrasessantacinquenni. Si tratta di una categoria di
per sé vulnerabile -spiega l’Anp Cia- ma che nella congiuntura economica
attuale rischia di sprofondare in una situazione ancora più drammatica.
Gli ultrasessantenni –è stato evidenziato – sono circa il 25 per cento
della popolazione ed entro il prossimo decennio raggiungeranno il 35 per
cento. Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani
chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti. E
nelle campagne la carenza è strutturale ed è aggravata dai recenti tagli
alla sanità e in particolare al Fondo per la non auto-sufficienza, che
grava in particolar modo su anziani e pensionati. Per questo non si può più
perdere tempo: c’è l’esigenza di lavorare a una riqualificazione di queste
aree, prendendo le misure locali di intervento per le non autosufficienze,
nonché tutte le provvidenze economiche agli indigenti, eliminando
incongruenze e abusi e, contemporaneamente, offrendo un sostegno vero e
efficace a chi è in reale stato di bisogno.
PREMIATI. Ciascuna delle cinque delegazioni regionali ha premiato le sue
tesserate e i suoi tesserati storici: per la Basilicata, riconoscimento a
Mauro Caprioli, storico dirigente di Cia di Lavello.