
(AGENPARL) – Tue 21 October 2025 * “La filiera produttiva della moda italiana ha bisogno di una regola
chiara che indichi in che modo le aziende debbano comportarsi per
rispettare la legge ed una, altrettanto efficace, che fissi le
responsabilità di chi non rispetta questi comportamenti.” *
Così il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo
Capasa, in una lettera inviata ieri al Ministro Delle imprese e del Made in
Italy Adolfo Urso a seguito di un incontro avvenuto il 15 ottobre e con la
quale Capasa accompagna la richiesta di modifica alla norma approvata in
Commissione al Senato sugli effetti della certificazione della filiera,
norma che viene considerata dai brand “assolutamente non soddisfacente
perché manca un pezzo che chiarisca gli effetti della certificazione.”
Camera Nazionale della Moda Italiana ha lavorato per elaborare una proposta
di legge sulla “Certificazione della filiera produttiva”, una legge chiara
affinché non sia la singola azienda a valutare se il proprio comportamento
sia corretto o meno, ma per affidare a terzi il controllo e le necessarie
verifiche. Se, effettuate tali verifiche, viene assegnata la
certificazione, chiediamo che sia chiarito nella legge che alla medesima
azienda non possano essere attribuiti comportamenti deficitari quanto ad
organizzazione e controllo della filiera. “I comportamenti dolosi vanno
puniti e non vanno protetti – prosegue Capasa – senza sacrificare
l’immagine di un intero settore, vanto del Made in Italy, per comportamenti
che nulla hanno a che fare con i brand e con quell’oltre 95% di filiera
sana, che costituiscono l’ossatura portante della moda italiana, in
particolare nel momento in cui queste aziende avranno adottato modelli
organizzativi trasparenti certificati da terzi”. Infine, Capasa si dice
certo che “Governo e Parlamento hanno ben chiara la necessità di una legge
chiara ed esaustiva e dunque ci aspettiamo segnali chiari in questa
direzione”. Il Presidente di CNMI purtuttavia lascia trasparire
preoccupazione auspicando dunque che il tema venga preso in mano dai
legislatori con decisione e rapidità, anche per non porre a rischio decine
di migliaia di aziende ed i loro lavoratori.