
(AGENPARL) – Mon 20 October 2025 https://www.aduc.it/articolo/legalizzazione+droghe+poteri+che+vogliono+illegali_40007.php
——————————–
Legalizzazione droghe. I poteri che le vogliono illegali
Ci sono diversi approcci alle droghe. Alcol e tabacco sono legali ovunque tranne che – per l’alcol – in alcuni Paesi islamici dove, però (Iran il caso più eclatante) si interviene per il rispetto del divieto quando fa comodo al potere. Le altre droghe sono essenzialmente illegali, con l’eccezione della cannabis terapeutica e ricreativa che è già legale in molte parti del mondo e, solo in pochi casi (essenzialmente Usa) alcune droghe psichedeliche, quasi sempre per uso medico.
Per capire l’andazzo, ammesso che faccia ancora tendenza, tutti e tre i candidati a Sindaco di New York (democratico, repubblicano e indipendente) sono favorevoli alla legalizzazione della cannabis.
In Italia, legale la cannabis terapeutica, le altre droghe illegali sono depenalizzate: in teoria non si va in galera per averle consumate ma si paga solo un’ammenda e ci si deve sottomettere a disposizioni di recupero.
In tutto il mondo, Italia compresa, buona parte dei detenuti sono reclusi per droghe, ché è sovente che i consumatori, soprattutto di droghe pesanti, siano anche dediti a spaccio (per comprarsi poi le proprie dosi). Pochi e marginali i narcotrafficanti in galera, anche perché – mercato molto lucroso con domanda sempre in ascesa – “morto” un narco ne spunta un altro, quando non è proprio questo “altro” che ha fatto fuori quello “morto”. Con le mafie più note al mondo (italiane incluse) che gestiscono questo business, molto “tollerato” grazie ad una gigantesca macchina di corruzione di autorità pubbliche.
Insomma una situazione in divenire dove, a contesti di totale indisponibilità a qualunque legalizzazione (Russia, Cina e loro stretti alleati in primis) si contrappongono Stati e regioni che, spesso anche a partire dalla riduzione del danno, hanno già rimesso o rimettono in discussione i principi base degli accordi internazionali che, allo stato, impedirebbero anche la pur minima o marginale legalizzazione.
Su questo “divenire” ci sarebbero da scrivere trattati. Ma l’andazzo diffuso è che le droghe illegali, da stigma assoluto da un punto di vista ideologico, sono diventate arma dei poteri.
Si va dalle performance italiane tipo “la droga fa schifo” con relative esaltazioni delle comunità di recupero (aspetto molto marginale e non determinante del fenomeno), ai diktat di un ignoto principio proibizionista assoluto come quello della Francia, per finire all’uso spregiudicato che ultimamente il presidente Usa Donald Trump ne fa per le sue classifiche e attacchi (anche mortali) contro chi si oppone alle sue politiche: tipici i casi di Venezuela – regime autoritario che si contrappone alle sue politiche sul petrolio; o del Messico – per aver buon gioco contro i flussi migratori da quel Paese nonché imporre dazi stratosferici e farsi regalare importanti materie prime; o della Colombia – per stravolgere la presidenza Petro (socialista moderato) e imporre un regime sotto il proprio controllo, soprattutto economico; financo il Canada, accusato di essere luogo di produzione e transito del fentanyl, ricattandolo poi con le politiche sui dazi per fruire delle sue terre
rare; fentanyl che ha la Cina come maggiore produttore e importatore in Usa, ma verso cui Trump non alza la voce perché i propri poteri verso quel regime sono molto limitati (come dimostrato anche dal fallimento delle politiche sui dazi verso quel Paese).
Altrettanto uso del proibizionismo, totale o moderato, viene fatto in altre parti del mondo. Ogni Paese ha una propria storia.
E, comunque, il principale protagonista restano gli Usa, essendo il maggiore mercato di consumo di droghe al mondo (anche se un po’ eroso dall’Europa). E per questo primato, gli Stati Uniti sono il principale protagonista di questo uso delle droghe come calmiere e strumento per imporre il proprio imperialismo economico (quello politico è da un po’ che non gli funziona più). Nonostante la contraddizione che, per esempio, nel programma delle ultime elezioni presidenziali, Trump aveva la legalizzazione ricreativa della cannabis a livello federale, mentre le principali agenzie sanitarie legalizzano e studiano gli usi non-ricreativi di altre sostanze. Ma per ora le droghe fanno il gioco dell’imperialismo economico degli Usa… domani troveranno qualcos’altro.
Ognuno nella propria dimensione e importanza, gli Usa sono in questo simili all’Italia, anche se l’uso strumentale del proibizionismo nella nostra Penisola viene attuato con termini ideologici piuttosto che economici, ma la similitudine per l’esercizio del potere è simile.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
============