
(AGENPARL) – Wed 15 October 2025 Manovra, Misiani (Pd): Governo immobile, non affronta sfide decisive per il
Paese
“La manovra approvata dal governo Meloni è la più modesta e inconsistente
da molti anni a questa parte. Di fronte a un’economia ferma – nonostante
gli investimenti del PNRR – ai contraccolpi negativi dei dazi di Trump e
all’aumento delle disuguaglianze e della povertà, la maggioranza ha deciso
di navigare a vista, privilegiando l’austerità allo sviluppo. La legge di
bilancio che si va delineando si rassegna alla stagnazione e rinuncia a
mettere in campo una strategia di rilancio dell’economia. Tenere i conti in
ordine è importante, ma se il Paese non tornerà a crescere, sarà molto
difficile anche contenere il peso del debito pubblico, come evidenziano le
stime preoccupanti dell’Ufficio parlamentare di bilancio. La discesa del
deficit al di sotto del 3 per cento del PIL nel 2025 è un risultato
importante ma al prezzo di una pressione fiscale al livello più alto degli
ultimi dieci anni e della compressione della spesa pubblica per la sanità,
l’istruzione e le politiche industriali. L’Italia avrebbe bisogno di una
politica economica capace di stimolare investimenti, innovazione e buona
occupazione. Avrebbe bisogno di ridare ossigeno al potere d’acquisto delle
famiglie e ad una serie di servizi pubblici in crisi, a partire dal sistema
sanitario nazionale. Questa legge di bilancio, invece, si limita alla
manutenzione del Piano strutturale di medio termine presentato un anno fa:
un piano che già allora avevamo giudicato vuoto, debole e inadeguato. Non a
caso, l’impatto della manovra sulla crescita per l’anno prossimo sarà zero
secondo il governo e addirittura negativo secondo l’Ufficio parlamentare di
bilancio. Nella legge di bilancio spicca l’assenza di una vera politica
industriale: gli interventi ipotizzati sono di portata limitata e
decisamente lontani dalla manovra poderosa e dalla visione a tre anni che
chiedeva Confindustria. I costi dell’energia sono a livelli insostenibili
ma nulla di serio è previsto per tagliarli. Le esportazioni stanno
crollando a causa delle barriere commerciali americane ma non c’è traccia
del piano di sostegno promesso sei mesi fa da Giorgia Meloni. Le misure di
riduzione dell’IRPEF rappresentano una piccola frazione dei 25 miliardi
silenziosamente sottratti ai contribuenti a causa del fiscal drag. I fondi
aggiuntivi destinati alla sanità sono una toppa del tutto insufficiente per
affrontare una crisi ormai drammatica: quasi 6 milioni di persone
rinunciano a visite o esami specialistici e gli italiani sono costretti a
spendere più di 40 miliardi di euro all’anno nella sanità privata. Non a
caso, nei prossimi tre anni verranno meno diecimila assunzioni di medici e
infermieri. Per il resto, nella manovra più piatta e rinunciataria degli
ultimi anni, ci sarà un aumento delle spese militari senza precedenti,
frutto del diktat di Trump avallato senza fiatare da Giorgia Meloni;
l’ennesima rottamazione delle cartelle; l’aumento dell’età di pensionamento
per tutti i lavoratori tranne una piccola minoranza. Andranno viste nel
dettaglio le coperture, perché a fronte di un contributo da banche e
assicurazione tutto da verificare, non è ancora chiaro quali voci di spesa
saranno colpite dai tagli e da dove arriveranno le entrate aggiuntive
previste. Nel complesso, questa manovra è la fotografia di un governo
immobile, che naviga a vista e rinuncia ad affrontare le sfide decisive per
il futuro del Paese. Non ci sono le scelte coraggiose di cui avremmo
bisogno, non c’è alcuna volontà di mettere al centro il lavoro, la
competitività e la giustizia sociale. È un problema grave, per un Paese la
cui economia è intrappolata nella stagnazione, con la povertà e la
pressione fiscale a livelli record.”
Così in una nota Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria
nazionale del Pd.
Roma, 15 ottobre 2025
Alla luce dei principi di cui al D.lgs. 196/03 e al Regolamento UE
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