
(AGENPARL) – Wed 15 October 2025 Comunicato stampa
Avvocati e IA: un terzo la usa, ma otto su dieci temono l’uso nei processi
Indagine Ipsos per il CNF: il 36% degli avvocati intervistati usa l’IA, ma il 72% non la ritiene in grado di interpretare correttamente leggi e precedenti. Otto su dieci temono l’uso nei processi e chiedono trasparenza e tutela dei dati
Torino, 15 ottobre 2025 – Un avvocato su tre utilizza già strumenti di intelligenza artificiale a fini professionali, ma la fiducia resta bassa e otto su dieci esprimono forti timori sull’uso nel processo. È quanto emerge dall’indagine “Avvocati e attualità: Intelligenza artificiale”, realizzata da Ipsos per il Consiglio Nazionale Forense su un campione di 2.532 avvocati italiani.
I dati sono stati diffusi questa mattina in occasione della conferenza stampa di presentazione del XXXVI Congresso Nazionale Forense – in programma a Torino dal 16 al 18 ottobre – dal titolo “L’Avvocato nel futuro. Pensare da Legale, agire in Digitale”.
Il 36% degli avvocati intervistati dichiara di utilizzare l’IA per scopi professionali, ma il dato varia sensibilmente in base all’età e alla dimensione dello studio: la percentuale sale al 47% tra i professionisti di età compresa tra 35 e 44 anni e raggiunge il 76% negli studi con oltre 20 collaboratori, contro il 35% di quelli più piccoli. L’utilizzo è più diffuso tra gli avvocati che si occupano di immigrazione e diritto internazionale, e tra coloro che lavorano in forma associata.
Nonostante l’adozione crescente, oltre la metà degli intervistati (52%) non considera l’IA affidabile nelle attività giuridiche. Le funzioni percepite come meno rischiose sono la ricerca giurisprudenziale e l’analisi documentale, mentre la redazione di atti è giudicata inaffidabile dal 72% degli intervistati. Per sette avvocati su dieci l’IA non è ancora in grado di interpretare correttamente leggi e precedenti giurisprudenziali, né di produrre elaborati giuridici attendibili.