
Il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Reuters, che cita un decreto presidenziale pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale della presidenza (piattaforma vietata in Russia e di proprietà di Meta Corporation, riconosciuta come estremista in Russia).
Secondo fonti locali, Rajoelina avrebbe lasciato il Paese e al momento non si conosce la sua ubicazione. Nel frattempo, l’opposizione starebbe negoziando con i funzionari del ministero per ottenere il loro sostegno politico, con l’obiettivo di raccogliere abbastanza firme per avviare una procedura di impeachment contro l’ex presidente.
Le proteste giovanili, iniziate il 25 settembre, erano esplose in risposta alle crescenti interruzioni nella fornitura di elettricità e acqua, ma si sono poi trasformate in un movimento politico che chiedeva le dimissioni del governo e del capo di Stato.
Il 29 settembre, Rajoelina aveva revocato i poteri del primo ministro e del gabinetto, scegliendo di non dimettersi. Il 13 ottobre aveva dichiarato di essersi trasferito in un luogo sicuro dopo un tentato omicidio.
Dalla capitale Antananarivo, il portavoce della missione diplomatica russa, Edgar Khokhlov, ha riferito all’agenzia TASS che la situazione si sta lentamente normalizzando, precisando che “i disordini, concentrati principalmente nel centro della città, sono cessati”.
La crisi politica malgascia segna un nuovo capitolo di instabilità istituzionale in un Paese spesso teatro di tensioni tra governo e opposizione, aggravate da difficoltà economiche e sociali persistenti.