
Giungono le prime anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2026. È fondamentale capire quali effetti concreti potrebbero avere su imprese, professionisti e cittadini, in un contesto in cui le risorse sono limitate e le nuove regole europee comprimono ulteriormente i margini di manovra.
Sempre, ma soprattutto in questo scenario, le decisioni politiche devono essere guidate da criteri chiari di equità, responsabilità e valorizzazione del Merito, evitando misure improvvisate o di facciata che rischiano di svuotare l’efficacia degli interventi. La manovra non può essere solo un elenco di numeri o promesse di breve termine: deve avere visione, strategia e capacità di generare effetti concreti e duraturi per chi lavora, produce e contribuisce al Paese ogni giorno.
Per tale motivo, Meritocrazia Italia ritiene che le principali questioni della manovra richiedano riflessioni attente e decisioni guidate da equità, trasparenza e merito.
In particolare:
– regolamentazione urgente dei Social e dell’intelligenza artificiale, ponendo limitazioni sull’accesso alle piattaforme social da parte dei minori e dando agevolazioni e/o incentivi alle aziende che interverranno nella intelligenza artificiale senza intaccare i posti di lavoro (o addirittura implementali);
– sostegno al ceto medio: la proposta di ridurre l’aliquota sullo scaglione 28mila–50mila euro, con possibile estensione fino a 60.000 euro, punta ad aumentare il reddito disponibile di una parte significativa della popolazione, cuore dei consumi interni, ma è fondamentale valutare attentamente la sostenibilità economica della misura, affinché chi merita davvero possa beneficiare di un intervento efficace e duraturo;
– sostegno alle famiglie: servizi per l’infanzia, congedi parentali e politiche di conciliazione vita-lavoro sono pilastri indispensabili non solo per la tutela delle famiglie, ma anche per colmare il divario di genere e promuovere l’occupazione femminile. Fondamentali sarebbero:
– il potenziamento delle strutture di assistenza all’infanzia, con standard qualitativi uniformi e tariffe proporzionate al reddito;
– l’estensione dei congedi parentali retribuiti in misura paritaria per madri e padri, per una reale condivisione dei compiti di cura;
– la promozione di forme di lavoro flessibile ben regolamentato (smart working, part-time reversibile, banca delle ore) che non penalizzino le prospettive di carriera;
– l’istituzione di un fondo nazionale specifico per il sostegno delle famiglie, alimentato anche da risorse europee, per assicurare un’applicazione uniforme sul territorio;
– equità fiscale e gestione dei crediti: l’ipotesi di rottamazione dei crediti fiscali potrebbe rappresentare un’opportunità per chi ha posizioni debitorie pendenti. Tuttavia, ogni intervento deve essere selettivo e trasparente, per non inviare segnali ambigui a chi rispetta già le regole, garantendo che il merito e la correttezza siano premiati. Inoltre l’esperienza delle precedenti rottamazioni ha mostrato come condizioni troppo onerose o scarsa chiarezza abbiano spesso compromesso l’efficacia della misura. Occorrerebbe dunque: i) introdurre migliori criteri selettivi per distinguere chi versa in difficoltà economiche reali e documentabili da chi, invece, ha scelto consapevolmente di sottrarsi agli obblighi fiscali; ii) prevedere meccanismi premiali per i contribuenti che, con senso civico, hanno sempre adempiuto regolarmente ai propri doveri; iii) introdurre una modulazione sostenibile delle rate iniziali, evitando maxi-versamenti che scoraggiano l’adesione; iv) prevedere controlli perio-dici per garantire la sostenibilità dei piani di rientro e la correttezza dei beneficiari;
– competitività di microimprese e professionisti: l’eventuale innalzamento della soglia a 100mila euro può favorire semplificazione e maggiore competitività, ma resta condizionato al via libera dell’Unione Europea. Meritocrazia invita a considerare le misure come opportunità concrete, non come promesse vaghe, premiando chi lavora con serietà e merito;
In generale la normativa attuale in materia di rateizzazioni risulta eccessivamente rigida, imponendo il pagamento integrale degli arretrati per poter accedere a nuove dilazioni. Una regola sull’esdebitazione che, di fatto, impedisce proprio a chi è più in difficoltà di regolarizzare la propria posizione.
Meritocrazia Italia propone:
– nuove rateizzazioni senza obbligo di saldo integrale delle rate scadute, purché in presenza di un piano di rientro realistico e sostenibile;
– rafforzamento della disciplina dell’esdebitazione, riservandola a soggetti che abbiano utilizzato correttamente le risorse e che dimostrino l’impossibilità di adempiere per cause indipendenti dalla loro volontà;
– piani di rientro massimi decennali, calibrati sulle reali possibilità reddituali del debitore, con verifiche periodiche sull’andamento del piano;
– semplificazione e maggior accessibilità per l’iter di esdebitazione, riducendo tempi e costi procedurali.
L’eliminazione delle segnalazioni negative a carico di chi ha beneficiato dell’esdebitazione è poi un passo importante per ga-rantire una vera seconda possibilità. Tuttavia, occorre bilanciare l’esigenza di tutela del cittadino con la stabilità del sistema creditizio. Le proposte di Meritocrazia Italia sono:
– subordinazione della cancellazione delle segnalazioni alla verifica del corretto rispetto del piano di rientro;
– istituzione di un registro nazionale, sotto la vigilanza della Banca d’Italia, che consenta di monitorare le posizioni dei sog-getti riammessi, garantendo trasparenza e tracciabilità;
– cancellazione solo in presenza di un accertamento oggettivo di buona fede del debitore.
Molto si può fare anche per la parità di genere e contro le discriminazioni.
Il divario retributivo tra uomini e donne resta elevato in Italia, con forti differenze anche a livello territoriale. La direttiva europea 2023/970 sulla trasparenza retributiva impone agli Stati membri di intervenire entro il 2026.
Per questo sarebbero opportuno procedere con:
– l’immediata introduzione di un sistema di certificazione obbligatoria per le imprese, che attesti l’effettiva parità retributiva tra uomini e donne;
– incentivi fiscali e contributivi per le aziende che riducono concretamente il gender pay gap;
– controlli sistematici e pubblicazione annuale di dati retributivi disaggregati per genere e settore;
– misure di formazione e promozione delle carriere femminili, in particolare nei settori ad alta qualificazione.
L’efficacia degli interventi dipenderà dalla capacità di garantire coperture solide e coerenza con le regole europee. Solo così si potrà evitare che misure importanti diventino temporanee o inefficaci, valorizzando chi opera responsabilmente;
Non ultimo, la chiarezza su coperture finanziarie, effetti reali e rispetto dei vincoli europei è imprescindibile. Meritocrazia ribadisce che il dibattito pubblico deve essere guidato da trasparenza e responsabilità, premiando merito e correttezza, non annunci di breve impatto.
La manovra che guardi solo ai numeri, ma sia scelta di valori, visione strategica e rispetto di chi merita: chi lavora con impegno deve poter crescere e vedere riconosciuti i propri sforzi, le imprese che producono valore devono avere strumenti concreti per svilupparsi, e le politiche fiscali devono premiare trasparenza, correttezza e merito reale. La manovra deve guar-dare oltre l’immediato, prevedere strumenti di sostegno che rafforzino la competitività delle imprese e la stabilità economica delle famiglie, incentivare investimenti produttivi e garantire che le risorse disponibili siano impiegate con responsabilità e concretezza, evitando sprechi e inefficienze.
Solo così il Paese potrà affrontare le sfide economiche e sociali con efficacia, credibilità e sostenibilità, costruendo una società più equa e una crescita reale, solida e duratura, capace di premiare chi lavora, investe e contribuisce concretamente al bene comune.
