
(AGENPARL) – Fri 10 October 2025 COMUNICATO STAMPA
La nuova vita del Cavo Napoleonico, lo “scolmatore del Reno”
I lavori di ripristino della funzionalità idraulica, affidati al Consorzio di bonifica del CER attraverso una convenzione con la Regione Emilia-Romagna e finanziati dal Commissario straordinario alla ricostruzione post-alluvione 2023 Fabrizio Curcio con fondi PNRR – Next Generation EU per oltre 8,5 milioni di euro, andranno a rimuovere 230 mila metri cubi di sedimenti dall’infrastruttura, lunga 180 chilometri e larga 180 metri, che si estende nel Ferrarese collegando insieme i fiumi Reno e Po
Dalmonte (presidente CER): “Lavoro fondamentale per quello che è un serbatoio importante del nostro territorio”. Zucaro (direttrice CER): “Un intervento come questo non è mai stato effettuato sul Cavo dalla sua nascita ad oggi”
L’intervento appena partito è assolutamente fondamentale perché il Cavo Napoleonico rischiava di smarrire la propria capacità di fungere da serbatoio importante, come avveniva nei primi decenni dopo la sua nascita – ha sottolineato Nicola Dalmonte, presidente del Consorzio CER –. Effettueremo i lavori in maniera il più possibile continuativa, anche durante il periodo estivo, poiché questi non andranno ad incidere sull’attività di irrigazione che il CER porta avanti ogni anno”.
Al centro dell’intervento dunque vi è il capillare ripristino della corretta funzionalità idraulica del Cavo Napoleonico, o “scolmatore delle piene del Reno”, canale lungo 180 chilometri e largo 180 metri che si estende nella provincia ferrarese e collega il fiume Reno, partendo da Sant’Agostino (in località Panfilia) al fiume Po, precisamente presso Salvatonica, nel territorio di Bondeno. Possiede la doppia funzione di scolmatore delle piene del Fiume Reno (con flusso da Sud a Nord) e, con flusso invertito, di alimentazione del Canale Emiliano Romagnolo (CER), in quest’ultimo caso convogliando l’acqua del Po sino alla riviera Romagnola e generando un sistema di lunghezza complessiva di ben 150 chilometri a supporto dell’irrigazione per l’alta pianura, nel momento in cui tutti i corsi d’acqua romagnoli hanno portate insufficienti ai fabbisogni estivi, oltre che per usi extra-agricoli, quali l’alimentazione dell’impianto di potabilizzazione “NIP2” di Ravenna. Quando funge da scolmatore, invece, il Cavo riveste un’importanza strategica nel raggiungimento della sicurezza idraulica del territorio della bassa pianura bolognese, ferrarese e, in parte, ravennate.
E proprio in questi giorni il Consorzio CER sta intervenendo sul Cavo Napoleonico mediante l’impiego di una draga aspirante refluente, collocata nell’alveo e che, tramite pompaggio, convoglia una miscela di acqua e sedimenti, all’interno di una tubazione, trasportandola per farla defluire direttamente nel fiume Po a valle delle paratoie che separano il Cavo stesso dal fiume, come spiegato da Raffaella Zucaro, direttrice generale del Consorzio CER: “Si tratta di una modalità d’intervento che potremmo definire “pilota”, date le sue caratteristiche di singolarità e dal momento che nessun intervento analogo è mai stato effettuato nel Cavo dalla sua realizzazione”.
[Foto allegata: l’impiego della draga aspirante refluente durante l’avvio dei lavori di ripristino della corretta funzionalità idraulica del Cavo Napoleonico, eseguiti dal Consorzio CER;
File SwissTransfer https://www.swisstransfer.com/d/2132e830-8b1a-4bb8-b9b8-74a97ddc22e7 : video già montato e coperto (durata: 1’) contenente l’intervista a Nicola Dalmonte, presidente del Consorzio CER, in merito l’intervento sul Cavo Napoleonico].
Ufficio Comunicazione e Relazioni EsterneConsorzio CER