
IMMENSE 2025, la Giornata nazionale del cibo pubblico promossa da ANIR Confindustria, si è svolta a Roma presso Palazzo Wedekind nel contesto dell’80° anniversario della FAO. L’evento ha offerto un’occasione di confronto e approfondimento sul ruolo della ristorazione collettiva, presentata non solo come servizio essenziale, ma anche come infrastruttura sociale capace di promuovere coesione, sviluppo e benessere a livello nazionale.
La giornata ha visto susseguirsi focus table e panel con istituzioni, imprese e stakeholder della filiera, affrontando temi quali equità alimentare, qualità dei servizi, sostenibilità e innovazione industriale, nonché la necessità di un mercato regolato e trasparente e della revisione dei prezzi nei servizi collettivi. L’evento ha confermato la centralità del cibo pubblico come strumento concreto di crescita sociale, educativa e culturale nel Paese, consolidando il dialogo tra politica, istituzioni e imprese.
L’Agenparl ha intervistato Claudia Pratelli, Assessore Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale.
«A Roma, il servizio di ristorazione scolastica ha dimensioni enormi. Stiamo parlando di 150.000 pasti al giorno in oltre 800 mense scolastiche, di cui 734 con cucina interna, un grande valore aggiunto che tuttavia comporta complessità e costi significativi. Il servizio richiede oltre 150 milioni di euro all’anno e impiega circa 4.500 addetti. Questo serve a raccontare le dimensioni di scala di una città in cui la quantità determina anche elementi di complessità specifica del servizio.
Il nostro primo obiettivo è stato ed è garantire l’accesso al cibo pubblico a tutti e a tutte. Come si realizza questo obiettivo?
In primo luogo, prevedendo fasce di rette per l’accesso alla mensa scolastica che includano una sorta di “no tax area”, quindi l’esenzione dal pagamento del contributo per le fasce meno abbienti, e prevedendo costi accessibili per tutte le famiglie.
In secondo luogo, promuovendo un’educazione alimentare scolastica, affinché bambini e bambine possano confrontarsi con pietanze differenti e acquisire consapevolezza sul cibo.
Inoltre, è necessario combattere gli sprechi, affinché la qualità e la completezza del pasto siano effettive e non solo teoriche.
Naturalmente, per realizzare tutto ciò, servono risorse adeguate. Per questo invitiamo e sollecitiamo il Governo e i livelli istituzionali a supportare i Comuni in questa fondamentale competenza, che garantisce i diritti dei bambini e delle bambine.
Serve anche una strategia complessiva, un orizzonte chiaro e una collaborazione tra tutti gli attori del settore, finalizzata alla lotta agli sprechi, a una maggiore sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale e dei cambiamenti climatici all’interno della filiera della ristorazione.
È fondamentale avere consapevolezza dell’importanza della qualità del lavoro nella filiera agroalimentare, che poi arriva nei piatti dei bambini e delle bambine, e garantire un’organizzazione del lavoro che sappia conciliare la complessità del servizio con la vita articolata di un’istituzione grande e complessa come quella scolastica.»