
IMMENSE 2025, la Giornata nazionale del cibo pubblico promossa da ANIR Confindustria, si è svolta a Roma presso Palazzo Wedekind nel contesto dell’80° anniversario della FAO. L’evento ha offerto un’occasione di confronto e approfondimento sul ruolo della ristorazione collettiva, presentata non solo come servizio essenziale, ma anche come infrastruttura sociale capace di promuovere coesione, sviluppo e benessere a livello nazionale.
La giornata ha visto susseguirsi focus table e panel con istituzioni, imprese e stakeholder della filiera, affrontando temi quali equità alimentare, qualità dei servizi, sostenibilità e innovazione industriale, nonché la necessità di un mercato regolato e trasparente e della revisione dei prezzi nei servizi collettivi. L’evento ha confermato la centralità del cibo pubblico come strumento concreto di crescita sociale, educativa e culturale nel Paese, consolidando il dialogo tra politica, istituzioni e imprese.
L’Agenparl ha intervistato Andrea Magarini, Dirigente Comune di Milano e Milan Urban Food Policy Act, che sottolinea come le politiche alimentari urbane possano incidere concretamente sulla qualità dei sistemi alimentari locali, trasformando i principi di sostenibilità in azioni tangibili. Dalla riduzione degli sprechi alla promozione delle filiere corte, dall’educazione alimentare ai criteri ambientali minimi nelle gare d’appalto, le città diventano laboratori in cui sperimentare modelli replicabili anche a livello nazionale. Un percorso che, come ricorda Magarini, passa attraverso alleanze strategiche tra amministrazioni e imprese per garantire un cibo sano, buono e sostenibile a tutti.
«Le città italiane rappresentano dei veri e propri laboratori viventi per lo sviluppo delle food policy, ovvero quelle politiche alimentari attraverso le quali esse riescono a definire obiettivi di sostenibilità dei propri sistemi alimentari, consentendo di ridurre gli sprechi, promuovere le filiere corte, sostenere l’educazione alimentare, favorire la ricerca negli approvvigionamenti e garantire processi logistici efficienti.
Questi obiettivi di food policy sono già presenti in diverse città italiane. Milano ne è un esempio emblematico, ma molte altre città stanno sviluppando politiche analoghe. In Italia, oltre 28 città hanno aderito al Milan Urban Food Policy Pact, un patto tra sindaci per lo sviluppo di politiche alimentari sane, inclusive e sostenibili.
Le città, attraverso tali strumenti, possono tradurre concretamente questi obiettivi all’interno delle proprie gare d’appalto, ad esempio nella promozione dei servizi di refezione scolastica, garantendo così un impatto duraturo e permanente, coinvolgendo direttamente i cittadini che beneficiano di questi servizi.
Queste esperienze, diffuse in tutta Italia, in Europa e nel mondo, possono essere traslate anche a livello nazionale, contribuendo agli obiettivi comuni che tutti insieme possiamo costruire. Si pensi, ad esempio, al Fondo per le Mense Biologiche, che prevede premialità per le città che adottano criteri di approvvigionamento biologico.
Un altro importante filone di lavoro è rappresentato dai Criteri Ambientali Minimi (CAM). Guardando poi a livello europeo, nell’ambito della strategia denominata European Child Guarantee, che in Italia è stata recepita nel Piano Nazionale Garanzia Infanzia, vediamo che la refezione scolastica è stata inserita come servizio pubblico essenziale, da diffondere sempre più capillarmente nel nostro Paese.
Ecco perché le alleanze tra amministrazioni locali, amministrazioni centrali e grandi imprese possono realmente fare la differenza per garantire agli utenti dei servizi un cibo sano, buono e sostenibile, ogni giorno, in tutte le mense del nostro Paese.»