
L’organismo datoriale al TTG Travel Experience a Rimini in rappresentanza delle aziende turistiche e dei professionisti che operano nel settore con Emanuela D’Aversa ed Enzo Carrella che hanno parlato di giovani e filiera del turismo.
Circa il 90% del tessuto produttivo del settore turistico italiano si configura come microimpresa – 3 su 4 (77% del totale) non hanno addirittura più di cinque addetti – con una composizione anagrafica del lavoratore medio che, per circa il 60% del totale, è over 35. Un quadro complesso che emerge da un’analisi FederTerziario Turismo – rilevata da dati Istat, Ragioneria Generale dello Stato, Unioncamere e Randstad Research – illustrata all’incontro “Giovani e turismo: vivere o sopravvivere” nell’ambito dell’evento TTG Italia che ha visto la partecipazione di Emanuela D’Aversa come Vice Presidente di FT Turismo.
“Il futuro del settore appartiene ai giovani – spiega D’Aversa – che abbiamo il dovere di innanzitutto di orientare e poi di formare adeguatamente perché le nostre imprese, che faticano a trovare personale qualificato, richiedono competenze funzionali a un settore in continuo mutamento e a una clientela sempre più consapevole ed esigente. Senza dimenticare che lavorare nel comparto del turismo richiede grandi sacrifici personali e che spesso viene percepito come un settore che non garantisce né stabilità né avanzamenti di carriera”. In questo scenario resta centrale il ruolo delle parti sociali, aggiunge Emanuela D’Aversa, nello stimolare “la creazione di un ecosistema formativo che ascolti, anticipi e risponda in tempo reale ai cambiamenti del mercato, nel sottoscrivere contratti collettivi che partendo da un’approfondita conoscenza delle esigenze di imprenditori e lavoratori che operano nel turismo, sia capace di offrire strumenti normativi ed organizzativi capaci di soddisfare le esigenze peculiari di un comparto produttivo che necessita di flessibilità ma anche di valorizzare le professionalità che vi operano”. Sono queste le coordinate di riferimento dell’azione di FederTerziario che si è concretizzata, ad esempio, con la sottoscrizione Contratto Collettivo Nazionale per gli animatori turistici, un settore che oggi interessa oltre 60.000 lavoratori stagionali: “È un contratto – precisa la Vice Presidente di FT Turismo – che garantisce un compenso minimo di oltre 1.400 euro netti mensili, tutela l’alloggio e regolamenta in modo trasparente orari, ferie e diritti. In un’epoca in cui il lavoro stagionale rischia di diventare precario e sottopagato, questa è una presa di posizione netta a favore della qualità e della professionalità.”.
Attualmente le imprese chiedono una formazione specifica di partenza – circa il 50% ricerca personale con qualifica o diploma professionale – e resta cruciale il ruolo della formazione continua quando si è nell’azienda, tematica su cui le imprese del settore restano abbastanza pigre: secondo i dati UnionCamere nel 2024 solo il 41,4% ha effettuato percorsi di crescita strutturati, facendo registrare un dato decisamente più basso del resto della media dei settori (50,8%).
“Dobbiamo agire perché, grazie anche a strategie congiunte – evidenzia Emanuela D’Aversa -, si creino delle reti territoriali stabili, inclusive e orientate alla crescita, che tra le altre cose stimolino tutti i protagonisti del settore ad investire in formazione anche attraverso percorsi formativi in co-progettazione con enti locali, istituti tecnici e università, che valorizzino le risorse umane, culturali, ambientali e sociali di ciascun territorio”.
Puntare sui giovani significa anche valorizzare le sfide della contemporaneità che riguardano le nuove tecnologie, fondamentali per un comparto ad alta competitività e composto essenzialmente da microimprese che si devono interfacciare con un mercato globale. Nel 2024 su oltre 100mila imprese del settore turistico, una su due (il 43,5% del totale) non ha investito nel digitale, e solo una su tre (32,2%) ha investito, tra il 2019 e il 2023, in prodotti e tecnologie a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale.
Di aspetti innovativi e tecnologici nelle imprese del turismo ha parlato Enzo Carella, presidente di FederTerziario Turismo, nel corso dell’evento “Filiera del Turismo Italia” al TTG di Rimini a cui ha partecipato con Emanuela D’Aversa.
“Si analizzano sempre di più i dati per rendere le performance non più aleatorie ma ben precise – sottolinea il presidente FT Turismo – e su queste basare le strategie future. Non si potrà più gestire lo sviluppo di un territorio o semplicemente di una attività turistica, senza il controllo e l’analisi dei dati. Le imprese e gli organi di governo del territorio dovranno dotarsi di strumenti per analizzare dati che magari sono già in loro possesso. Ci si dovrà dotare di sistemi di analisi e gestione dei big data, per analizzare i flussi turistici, le abitudini di consumo, gli impatti visibili e invisibili sullo sviluppo sostenibile del territorio. Ma anche software di marketing intelligence o sistemi di benchmark. Sistemi e strumenti in costante evoluzione, indispensabili per ottimizzare le performance e decidere le strategie“. Carella aggiunge poi un passaggio sull’urgenza di avere lavoratori all’altezza delle nuove sfide: “Resta fondamentale ricordare, inoltre, la necessità di qualificare le risorse attraverso la formazione: gli ospiti cercano una qualità che si può erogare solo attraverso personale qualificato e percorsi qualificanti“.

