
(AGENPARL) – Thu 09 October 2025 Esperienze immersive in realtà virtuale in grado di scatenare effetti simili a sostanze psichedeliche
È il risultato di uno studio coordinato da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Milano appena pubblicato su Dialogues in Clinical Neuroscience. Possibilità di integrare la cyberdelica con altri trattamenti e psicoterapie
Milano, 9 ottobre 2025 – La realtà virtuale, con esperienze immersive, provoca allucinazioni visive simili a quelle indotte dall’uso di sostanze psichedeliche, seppur senza l’effettivo utilizzo di sostanze.
I risultati evidenziano come questo tipo di esperienze abbiano un effetto significativo su diversi processi cognitivi ed emotivi, andando a cambiare il livello di attivazione cerebrale, alterando lo stato emotivo, e portando ad una maggiore flessibilità cognitiva e creatività con effetti potenzialmente comparabili alle sostanze psichedeliche.
«Abbiamo dimostrato per la prima volta che la realtà virtuale è in grado di replicare alcuni degli effetti positivi tipicamente associati all’uso di sostanze psicotrope – spiega il professor Riva – tra cui di particolare rilevanza è l’incremento della flessibilità cognitiva e della creatività. Resta tuttavia da chiarire se tali effetti siano davvero comparabili, sul piano neurobiologico, a quelli prodotti da composti come psilocibina o LSD. I dati raccolti, tuttavia, suggeriscono che la strada intrapresa sia promettente e meriti ulteriori approfondimenti».
BACKGROUNDL’interesse scientifico per la cyberdelica si inserisce nel più ampio dibattito sull’impiego degli psichedelici in psichiatria. Attualmente queste sostanze non sono legislativamente approvate per uso terapeutico di routine, sottolinea il professor Riva. Tuttavia, in paesi come ad esempio Stati Uniti e Svizzera, queste sono già impiegate da cliniche autorizzate e/o all’interno di protocolli sperimentali. In particolare, vengono utilizzate per pazienti con patologie come depressione resistente agli altri trattamenti e disturbo da stress post traumatico che non beneficia delle forme di terapia tradizionali. Ovviamente, l’uso di queste sostanze si inserisce all’interno di percorsi di trattamenti psicoterapeutici strutturati, come elemento aggiuntivo e di supporto. A seguito dei dati positivi, anche in Italia qualcosa ha iniziato a muoversi: questo agosto (2025) l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha autorizzato la prima sperimentazione clinica sulla psilocibina per il trattamento della depressione resistente.
In questo scenario, la cyberdelica si propone come un’alternativa digitale e non farmacologica che sfrutta i benefici legati all’uso di sostanze allucinogene psicoattive, evitandone però i rischi legati alla loro assunzione.
LO STUDIO