
(AGENPARL) – Thu 09 October 2025 Al seguente link è possibile scaricare un video: https://we.tl/t-wcoOfxWZnL
COMUNICATO STAMPA
Carovigno (BR). Truffa del “finto maresciallo”, arrestati due furfanti in fuga.
Il 7 ottobre 2025, a seguito di un’indagine tempestiva condotta dai Carabinieri della Stazione di Carovigno, sono state arrestate due persone – un uomo di 38 anni di origine napoletana e una donna di 25 anni di origine foggiana – per il reato di truffa aggravata in concorso commessa nel pomeriggio del 7 ottobre nei confronti di una coppia del luogo con la tecnica del “finto Maresciallo dei Carabinieri”.
L’indagine è scattata immediatamente dopo la richiesta di aiuto delle vittime. I malviventi avevano architettato un piano per separare la coppia e agire indisturbati. La coppia riceveva una chiamata sull’utenza fissa di casa in cui l’interlocutore, qualificandosi come un “Maresciallo dei Carabinieri”, avvisava l’uomo che era in corso un accertamento urgente: la sua auto era stata usata da tre stranieri per una rapina in gioielleria e doveva presentarsi immediatamente in caserma a Brindisi per chiarire la sua posizione. Durante il tragitto verso Brindisi, e mantenendo un contatto telefonico costante, il finto Maresciallo convinceva l’uomo a lasciare la moglie a casa, con il pretesto di dover verificare la residenza della coppia, e ad aspettare poi una pattuglia per essere scortato in un’altra sede dell’Arma. Mentre l’uomo si recava a Brindisi, scoprendo una volta arrivato che in realtà non c’era nessun Maresciallo con quel nome, la moglie veniva ricontattata a casa. Un’altra voce maschile la invitava a consegnare immediatamente gioielli e denaro contante. Il denaro, le veniva detto, sarebbe servito a coprire le spese necessarie per scagionare il marito. Poco dopo, un complice, spacciandosi per un “funzionario del Tribunale”, si presentava alla porta, prelevava l’oro e il denaro, promettendo che li avrebbe restituiti dopo le verifiche.
La prontezza d’intervento dei Carabinieri si è rivelata cruciale. La tempestiva e intensa attività investigativa ha permesso di identificare i truffatori in pochissime ore. Determinanti sono state la dettagliata denuncia delle vittime, le dichiarazioni di un Maresciallo dei Carabinieri in congedo che si trovava a transitare nei pressi dell’abitazione e di altri testimoni, nonché l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona.
I due indagati sono stati intercettati e bloccati durante la fuga e si trovano ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata in concorso.
Gli stessi non sono da ritenersi colpevoli fino a quando la sua responsabilità penale non sarà accertata con sentenza irrevocabile.
Di seguito, alcuni semplici ma efficaci suggerimenti su come comportarsi per evitare spiacevoli situazioni di cui, sovente, l’ignara vittima si accorge quando ormai è troppo tardi. Tra i modus operandi criminali con cui i truffatori cercano di indurre in errore le vittime per impossessarsi di denaro contante oppure di oggetti preziosi, alcuni dei più frequenti sono:
– il falso incidente stradale: la vittima viene contattata telefonicamente da uno sconosciuto che si presenta come “avvocato” il cui cliente sarebbe asseritamente rimasto coinvolto in un incidente stradale con il nipote della persona anziana. Tale presunto avvocato suggerisce quindi all’anziana vittima di pagare una somma di denaro per risolvere rapidamente e senza ulteriori più gravi conseguenze la questione, oppure prospettando l’obbligo di pagare una presunta “cauzione” a causa del momentaneo “fermo” del nipote operato dalle forze dell’ordine. I truffatori cercano di agire quindi facendo percepire una gravità tale dell’accaduto, al punto da non consentire il tempo sufficiente per riflettere su quanto si stia effettivamente verificando;
– il finto “amico” di famiglia: talvolta i truffatori sanno come intenerire gli anziani, facendo leva sui loro sentimenti, bontà, generosità e comprensione; sentimenti genuini che gli vengono invece ritorti contro per indurli in buona fede a “regalare” somme di denaro a sconosciuti che, scaltramente entrati in possesso di alcune informazioni personali e familiari delle vittime designate e presentandosi come “amici di vecchia data” dei figli o dei nipoti, una volta carpita la fiducia dell’anziano interlocutore, lo persuadono a rivolgere un dono in contanti per poter far fronte a fittizi problemi economici, spese sanitarie dovute a gravi malattie, la perdita del lavoro o altri problemi di varia natura che, ovviamente, inducono ad un pagamento;