
(AGENPARL) – Wed 08 October 2025 L’andamento delle cooperative torinesi
Nel 2024 hanno generato 2,8 miliardi in valore della produzione, impiegando oltre 40mila addetti, ma le cooperative torinesi nel 2025 scendono per la prima volta sotto le 1.000 unità, anche a causa del progressivo calo di nuove iscrizioni. Servizi alla persona e alle imprese i principali settori, seguiti dalle costruzioni, dove spiccano le cooperative straniere. Previsioni per il futuro meno ottimistiche e orientate alla stabilità.
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Presentati questa mattina a Palazzo Birago i dati relativi all’indagine annuale realizzata dalla Camera di commercio di Torino sull’andamento delle cooperative torinesi nel 2024 e nel primo semestre 2025. All’indagine, giunta alla nona edizione, hanno collaborato AGCI Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord, Legacoop Piemonte e UE.Coop Piemonte, con il supporto tecnico di Unioncamere Piemonte.
“Il sistema cooperativo torinese sconta un ridimensionamento progressivo nei numeri, già evidenziato nelle precedenti edizioni dell’indagine, da attribuirsi soprattutto al calo di nuove iscrizioni: per la prima volta si scende sotto le 1.000 unità – spiega Massimiliano Cipolletta, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Si conferma, tuttavia, un universo dinamico dal punto di vista occupazionale, con la ricerca costante di personale soprattutto in ambito salute e sociale, nonostante alcune difficoltà di reperimento”.
“L’indagine della Camera di commercio di Torino, per la prima volta svolta con il supporto tecnico di Unioncamere Piemonte, evidenzia una contrazione del numero di cooperative ma al tempo stesso mette in luce una realtà che continua a esprimere energie importanti, a partire dalla presenza di giovani e donne, che rappresentano una risorsa decisiva per il futuro. Un patrimonio che va sostenuto perché capace di coniugare inclusione, lavoro e radicamento nei territori. – dichiara Dimitri Buzio, Presidente di Legacoop Piemonte. – Per invertire la rotta e rilanciare la crescita servono condizioni favorevoli alla nascita di nuove imprese e al consolidamento di quelle già esistenti, così da rafforzare il ruolo dell’imprenditoria cooperativa come motore di sviluppo equo e duraturo. Di fronte alle trasformazioni in atto, come Legacoop Piemonte richiamiamo la necessità di un salto di qualità nelle politiche industriali, che non devono essere episodiche ma strutturali e quindi in grado di sostenere l’innovazione, rafforzare le filiere e accompagnare tutte le imprese, grandi e piccole, nella transizione ecologica, digitale e demografica. È in questa prospettiva che la cooperazione può dare un contributo concreto, mettendo a disposizione la sua esperienza nel coniugare sviluppo economico e coesione sociale”.
Come osservato da Irene Bongiovanni, Presidente di Confcooperative Piemonte Nord: “I dati della cooperazione torinese confermano i trend nazionali. Le cooperative diminuiscono nei numeri assoluti, ma tengono nel fatturato e nell’occupazione complessiva. Le imprese si rafforzano, anche con percorsi di fusione tra più realtà: questo in prospettiva non può che aumentarne la competitività e la capacità di rispondere con ancora più efficienza alle richieste del mercato. C’è una grande vivacità in settori anche non tradizionali, coerente con le nuove, molteplici, vocazioni del territorio di cui la cooperazione è specchio. Si conferma vincente la scelta che è alla base dello strumento cooperativo di fare impresa in modo sostenibile, con uno sguardo attento al tema dell’impatto sociale che è ormai una delle grandi sfide del futuro e dove la cooperazione continuerà a essere protagonista”.
Secondo Giuseppe D’Anna, Presidente di AGCI Piemonte Associazione Generale Cooperative: “Nonostante si registri una flessione nelle nuove iscrizioni, il sistema continua a garantire una sostanziale tenuta, confermandosi un pilastro imprescindibile del nostro modello di welfare. In tale contesto, merita di essere richiamata la recente sentenza della Corte Costituzionale, nella quale i Giudici — con espressioni di straordinaria chiarezza e profondità — hanno riconosciuto nella cooperazione «una forma avanzata di impresa», fondata sui principi di mutualità, solidarietà, sussidiarietà e partecipazione democratica. Si tratta di un modello non surrogabile, profondamente radicato nella storia del nostro Paese e tuttora in grado di offrire risposte innovative alle esigenze sociali ed economiche delle comunità”.
Per Matteo Castella, Presidente di UE.Coop Piemonte: “Il calo del numero delle cooperative torinesi riflette una dinamica che riscontriamo a livello generale sul territorio nazionale; a fronte di questo trend, però, l’indagine – a cui hanno contribuito anche molte Cooperative associate a UE.Coop – fotografa un sistema cooperativo torinese che dimostra capacità di ‘tenuta’ sia dal punto di vista occupazionale che del fatturato, e che è in grado di rivolgere lo sguardo alle sfide del presente e del futuro in modo propositivo e dinamico. Ne sono prova l’aumento del numero di imprese che ha assunto nuove risorse umane, così come la crescita progressiva di azioni messe in atto dalle imprese cooperative torinesi per rispondere ai criteri dell’ESG (Environment, Social, Governance)”.
Nel 2024 le cooperative torinesi hanno generato 2,8 miliardi di euro in valore della produzione e hanno impiegato 40.206 addetti. I servizi alle imprese e quelli alle persone si confermano i settori più importanti del mondo cooperativo: in questi due comparti converge circa il 57% del valore della produzione e poco meno del 91% di addetti totali. In termini di rappresentatività, le associazioni di categoria del territorio rivestono un ruolo di rilievo per il sistema cooperativo: Legacoop Piemonte, Confcooperative Piemonte Nord, AGCI Piemonte e UE.Coop Piemonte raccolgono insieme 1.216 cooperative associate regionali, in crescita rispetto al 2023 (+88 cooperative). Le cooperative associate con sede legale nella città metropolitana di Torino raggiungono le 782 unità (il 64% del totale delle associate).
Dati al primo semestre 2025
Per la prima volta, alla fine del primo semestre 2025, le cooperative torinesi sono scese sotto la soglia delle mille unità, attestandosi a 969 imprese. La consistenza è in diminuzione rispetto a fine 2024 (-3,3%). La tendenza conferma il costante calo che oramai si evidenzia da almeno un decennio nel mondo imprenditoriale della cooperazione: dal 2015 ad oggi il territorio ha perso 510 cooperative (-34,5%), passando da quasi 1.500 imprese a 969.
Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere
A contribuire alla diminuzione dello stock di imprese attive, nell’ultimo decennio è il calo progressivo del numero di iscrizioni di cooperative: se nel 2015 le neo-cooperative erano quasi 130, nel 2024 il numero supera di poco le trenta unità e il trend pare proseguire nell’anno in corso. Con questi numeri le cooperative rappresentano lo 0,5% del totale del tessuto imprenditoriale torinese. A Torino città converge il 57,4% delle imprese; seguono distanziati, per presenza, il comune di Ivrea (il 2,9%) e quello di Pinerolo (il 2,8%).
La flessione della consistenza è stata trasversale in tutti i principali settori del mondo cooperativo: i servizi prevalentemente orientati alle imprese e alle persone, che nel complesso rappresentano il 68% delle cooperative (39% e 29%), hanno segnato rispettivamente un -2,3% e un -3,4% rispetto a fine 2024. Le costruzioni, terzo settore per importanza (9,1%), registrano una diminuzione del -7,4%; commercio e industria manifatturiera calano, invece, rispettivamente del -10,7% e -1,5%. Gli unici settori che rimangono stabili sono quelli dell’agricoltura (il 7,9% del complesso) e quello delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (il 2,9%). Sul lungo periodo (10 anni), fatta eccezione per il comparto agricolo, tutti gli altri settori hanno evidenziato un calo importante della consistenza imprenditoriale, in particolare il commercio.
Componenti imprenditoriali del sistema cooperativo torinese
Le cooperative femminili a fine giugno 2025 si attestano a 274 imprese (il 28,3%), in diminuzione rispetto a fine 2024 (-3,9%), anno in cui per la prima volta sono scese sotto le 300 unità (285 imprese). I servizi alle persone sono il primo settore per presenza dell’imprenditoria femminile (il 50,7%), seguito dai servizi alle imprese con il 31,8%.
Ammontano a 21 le cooperative giovanili torinesi attive a giugno 2025 (il 2,2%), in lieve ripresa rispetto a fine 2024 (+10,5%; +2 unità); tuttavia, negli ultimi anni, la cooperazione giovanile ha subito un progressivo calo: le cooperative under 35 sono passate da 56 imprese di fine 2019 a 19 di fine 2024 (-66,1%). I servizi alle persone sono il primo settore dove si concentrano le cooperative giovanili. Al secondo posto il settore agricolo, seguito dal settore dei servizi alle imprese.
Infine, sono 35 le imprese cooperative straniere (il 3,6%), in diminuzione rispetto a fine 2024, quando ammontavano a 37 unità, e più che dimezzate rispetto a fine 2019. Risultano prioritariamente attive nei servizi alle imprese, ma, a differenza delle altre componenti imprenditoriali, hanno una forte presenza nell’edilizia, che risulta essere il primo settore.
I risultati dell’indagine
L’indagine, che ha coinvolto l’universo delle cooperative attive nella città metropolitana di Torino, è stata somministrata a giugno 2025 e ha approfondito, oltre al clima di fiducia e l’analisi di alcuni indicatori economici, anche il tema delle risorse umane, le prospettive future e l’impegno in ESG.
Trend del fatturato 2024
Nel 2024 in termini di fatturato si assiste a un peggioramento rispetto alla precedente edizione: se nel 2023 il 46,2% delle imprese aveva dichiarato un incremento del fatturato rispetto all’anno precedente, nel 2024 la quota scende al 37,8%. Il saldo tra dichiarazioni di aumento e di diminuzione si conferma comunque positivo, pari al +13,4%, ma nettamente inferiore rispetto all’edizione precedente (+30,2%), a causa dell’aumento del numero di imprese che hanno registrato un calo del fatturato (passate dal 16% al 24,4%).
Nonostante il peggioramento generale, nei primi sei mesi del 2025 spicca il numero di cooperative che si attende una sostanziale stabilità del giro d’affari (il 54,1%), mentre il 22% prevede un incremento. Le cooperative che dichiarano una diminuzione del fatturato nel I semestre 2025 (il 23,9%), in sei casi su dieci hanno affermato di aver visto un calo del giro d’affari anche nel 2024.
Occupazione
Nel 2024 si conferma il consolidamento dell’occupazione: tra le rispondenti prevale la stazionarietà (il 66% valore in crescita rispetto a quello del 2023). Il saldo tra le dichiarazioni di aumento e di diminuzione permane di segno positivo (+12%).
Per i primi sei mesi del 2025 ben il 71,8% delle cooperative ha dichiarato una stabilità a livello occupazionale e solo il 12,9% ha denunciato un calo degli addetti.
Previsioni 2025 e prospettive future
Nonostante prevalgano ancora le imprese ottimiste rispetto al futuro, cala il numero di rispondenti complessivamente fiduciosi: se nel 2024 era il 74,7%, per il 2025 si attesta al 63,2%, in diminuzione di quasi dieci punti percentuali. Contestualmente, si assiste a un incremento del numero di cooperative pessimiste, che passano dal 25,3% al 36,8%.
Rispetto alle prospettive future, tenendo conto della situazione economica, sei cooperative su dieci (il 60,3%) prevedono un consolidamento dell’attività imprenditoriale. La percentuale di cooperative che prevede un’espansione dell’attività imprenditoriale (il 12,7%) è nettamente inferiore a quelle che ne prevedono un ridimensionamento (il 27%).
Tra le cause di ridimensionamento emerge la riduzione o l’instabilità nei rapporti con i clienti rilevanti per il fatturato (il 27,5%), seguita dal calo della domanda per i beni o i servizi offerti (il 19,6%) e dall’aumento dei costi operativi (il 17,6%).
Risorse umane
Rispetto alla rilevazione passata, aumenta il numero di imprese che ha assunto nuove risorse umane negli ultimi 18 mesi (da gennaio 2024 a giugno 2025): oggi sono 139 le cooperative (il 71,6%) ad aver ampliato l’organico; tale percentuale nel 2023 si fermava al 68%. Le imprese del settore “salute e sociale” sono state quelle che, nel corso del 2024, hanno assunto più risorse umane.
Parallelamente aumenta la quota di imprese che ha incontrato difficoltà nel reperimento delle risorse umane. La principale causa di difficoltà nella ricerca delle nuove risorse è la mancanza di candidati (il 55%), seguita dall’inadeguatezza nella formazione/competenze del potenziale personale.
Al netto di chi non si è espresso, sono 81 le imprese (il 41,8%) che prevedono l’inserimento di nuovo personale, quota in lieve diminuzione rispetto all’anno passato (il 47,9%). Una cooperativa su due dichiara che ricercherà nuove figure professionali per sostituire personale in uscita (il 50,6%). Rilevante è anche la quota di imprese che assumerà per un ampliamento dell’attività imprenditoriale (il 40,7%); si tratta, in quest’ultimo caso, prevalentemente di imprese attive nel settore della salute e del sociale e che hanno segnato un incremento del fatturato nel primo semestre dell’anno.
Crisi demografica
Tra gli addetti delle imprese rispondenti all’indagine, il 24% è sotto i 35 anni, di cui quasi due terzi di genere femminile (il 65,3%). Il mondo della cooperazione si conferma pertanto una realtà con una presenza rilevante di giovani lavoratori e una quota importante di lavoratrici (il 62,1% del totale addetti).
L’inserimento di giovani tramite tirocini, apprendistato o contratti agevolati è l’azione principale messa in atto dalle imprese per rispondere alle sfide legate alla transizione demografica, seguita dall’attivazione di collaborazioni con scuole/enti di formazione per attrarre giovani e l’avvio di iniziative di formazione intergenerazionale.
Criteri ESG
L’ultimo approfondimento ha riguardato, per il secondo anno, le azioni messe in atto dalle imprese per rispondere ai criteri dell’ESG (Environment, Social, Governance).
Il 72,7% delle cooperative ha dichiarato di aver già adottato almeno un’azione nei vari ambiti; se si aggiunge la percentuale delle imprese che prevede di attuare almeno un’azione ESG nel prossimo biennio (il 15%), la quota sale all’87,7%.
Se si guardano i tre ambiti distinti, il “Social” è quello in cui le cooperative hanno più di frequente messo in atto almeno un’azione tra cui politiche per la salute e la sicurezza dei lavoratori e presenza di donne nelle posizioni apicali dell’impresa.
Settore Comunicazione esterna e URP – Camera di commercio di Torino
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