
(AGENPARL) – Tue 07 October 2025 7 ottobre 2025
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I primi risultati (positivi) del programma per la riduzione dell’obesità infantile in Emilia-Romagna
La campagna, promossa dalla Regione Emilia-Romagna, ha coinvolto oltre 2500 bambini e adolescenti tra 2 e 17 anni: un’indagine guidata da studiosi dell’Università di Bologna mostra che un partecipante su tre ha ottenuto una riduzione clinicamente significativa dell’indice di massa corporea
Avviato nel 2017, il programma “Bimbi in forma” è stato pensato per migliorare lo stile di vita dei bambini e degli adolescenti in sovrappeso e con obesità. Ad oggi ha coinvolto oltre 2500 giovani e ragazzi tra 2 e 17 anni, mettendo al centro il ruolo della famiglia e offrendo consigli sulla dieta, indicazioni per l’attività fisica e supporto in campo psicosociale.
“Questa prima valutazione dell’impatto del programma è nel complesso positiva: i dati mostrano in particolare l’importanza di concentrarsi sui bambini e bambine di età superiore a 8 anni e con obesità”, spiega Lamberto Manzoli, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, che ha coordinato l’indagine. “Si tratta di indicazioni che potranno ora essere utili per modulare meglio il programma, rendendolo ancora più efficace e meno costoso”.
Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevalenza dell’obesità nei bambini e negli adolescenti è cresciuta dal 2% del 1990 fino all’8% nel 2022. In Italia, una recente indagine su bambine e bambini di 9 anni ha mostrato che il 19% è sovrappeso e il 10% soffre di obesità. In Emilia-Romagna i dati sono leggermente più bassi – 18,6% sovrappeso e 7% con obesità – ma il quadro resta preoccupante. Bambini e bambine con obesità hanno infatti maggiori probabilità di continuare a soffrire di eccesso di peso anche in età adulta: una condizione che aumenta il rischio di sviluppare malattie croniche.
A partire da questa situazione e seguendo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Regione Emilia-Romagna ha promosso il programma “Bimbi in forma”, che prevede un approccio di comunità, incentrato sul ruolo della famiglia, per sviluppare iniziative multidisciplinari di contrasto all’obesità infantile. Il programma ha puntato sulla promozione di una dieta bilanciata, sulla riduzione della sedentarietà, a favore di un’attività fisica regolare, e sul contrasto dei diversi fattori ambientali e comportamentali che possono favorire l’accumulo di un peso eccessivo.
“I risultati che emergono da questa prima valutazione condotta dagli studiosi dell’Università di Bologna – commenta Massimo Fabi, assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna – confermano che la strada intrapresa è quella giusta. Combattere l’obesità infantile non significa soltanto intervenire su un singolo parametro clinico, ma significa occuparsi della salute a tutto tondo dei nostri figli: significa educarli a uno stile di vita sano, accompagnarli nella crescita, offrire alle famiglie strumenti concreti per affrontare un problema sottovalutato che spesso colpisce chi ha meno strumenti per affrontarlo. Famiglie che hanno un ruolo centrale in questo percorso. La ricerca ci offre inoltre importanti indicazioni per il proseguo. Prevenire oggi significa ridurre domani il peso delle malattie croniche e costruire una società più sana e consapevole.”
“Interventi di questo tipo, pensati con un approccio di comunità, possono essere efficaci non solo per la salute fisica dei partecipanti, ma anche per la loro salute mentale e per il benessere generale delle loro famiglie”, dice in conclusione Lamberto Manzoli. “Sappiamo infatti che l’eccesso di peso, con le problematiche di salute che comporta, colpisce in modo sproporzionato chi proviene da contesti socioeconomici più difficili: di conseguenza i miglioramenti nello stile di vita di una singola persona possono avere un impatto significativo sulla vita dell’intero gruppo familiare”.
Ufficio Stampa
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