
(AGENPARL) – Tue 07 October 2025 Sanità. Balboni (FdI): Interventi sospesi allo IOR, Istituto Ortopedico Rizzoli, è conferma della disastrosa gestione regionale
“Se non fosse una sofferenza per tante famiglie ci sarebbe da ridere. Purtroppo è solo la conferma della disastrosa gestione e confusione di idee della Regione Emilia-Romagna in sanità”.
Con queste parole il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, commenta la notizia della sospensione dal 12 dicembre 2025 al 7 gennaio 2026, con la scelta della Regione Emilia-Romagna di interrompere per motivi di bilancio l’attività nell’ospedale-gioiello garantendo unicamente la chirurgia d’emergenza.
«Se è accaduto solo con la Prima e Seconda guerra mondiale e con il Covid, ora, dobbiamo aggiungere la evidente mala gestione del PD. E basta con il solito ritornello del Governo cattivo che toglie fondi alla sanità. Sospendere tutta l’attività chirurgica programmata nel periodo che va dal 12 dicembre al 7 gennaio è una follia: primo perché è un grave disagio sociale che colpisce famiglie e pazienti; secondo perché si bloccano attività che con la mobilità attiva da altre regioni e dall’estero portano risorse fresche a quei bilanci che si vorrebbero risanare fermando attività redditizie. Siamo alla tragedia di una Regione politicamente ridicola: anziché potenziare queste, come altre operosità attrattive in sanità, si ordina il ‘fermi tutti’. Siamo alla follia perché significa rinunciare a entrate certe, aumentare costi indiretti, sprecare risorse, perdere pazienti e professionisti andando contro i principi di buona gestione sanitaria ».
«È evidente che è in crisi un modello che balbetta e si contraddice – continua Balboni- incapace di governare sul piano clinico ‘l’appropriatezza della prescrizione’ e sul piano organizzativo l’assistenza primaria con scelte coerenti tra ruolo e costi di: medici di medicina generale; medicine di gruppo; guardia medica; Cau – prima panacea e poi in discussione ché funzionano solo quelli collegati direttamente agli ospedali e quindi non vanno più bene-; ora siamo alle Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e UCCP Unità complesse di cure primarie.
Diciamo che mentre la confusione – specie per i cittadini – regna sovrana, la realtà scivola nell’avanspettacolo con titoli di coda dal ‘non c’è più una lira al si salvi chi può’.
Tutto questo, senza un efficace ‘controllo di gestione finanziario’ – una precisa funzione obbligatoria dell’organizzazione sanitaria – sia sui servizi acquistati da ospedali, professionisti e privato accreditato sia sulla gestione dei ticket che spieghi ai cittadini virtuosi e a noi come sia possibile accumulare 50 milioni di euro che le Aziende Usl dell’Emilia Romagna devono ancora riscuotere», conclude Balboni.
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