
Il principale esponente del Partito Conservatore britannico, Robert Jenrick, ha promesso una riforma radicale del sistema giudiziario dopo aver affermato che il suo team ha scoperto decine di giudici dell’immigrazione con legami diretti con organizzazioni favorevoli all’apertura delle frontiere.
Secondo Jenrick, almeno 35 giudici avrebbero collaborato o fornito consulenza legale a gruppi come Asylum Support Appeals Project (ASAP) e Bail for Immigration Detainees (BID), entrambi attivi nel contrastare le politiche di espulsione di immigrati irregolari e criminali stranieri, incluso il piano del governo conservatore di trasferire i richiedenti asilo in Ruanda.
In un’intervista al Telegraph, il leader de facto dei Tory ha parlato di una “rete nascosta di giudici attivisti” che starebbe “sovvertendo l’indipendenza della magistratura” e ostacolando le deportazioni. Jenrick ha promesso che, qualora i conservatori tornassero al potere, introdurrà una legge che consentirà il licenziamento automatico dei giudici coinvolti in attività di militanza politica, restituendo al governo — tramite il Lord Cancelliere — il potere di nomina dei magistrati.
Il deputato conservatore ha inoltre dichiarato di aver segnalato 11 giudici al Judicial Conduct Investigations Office (JCIO) per presunte violazioni delle regole sull’imparzialità e sull’uso dei social media, dopo aver individuato contenuti “attivisti” pubblicati online.
“Sebbene possiamo avere alcuni dei migliori giudici e avvocati del mondo, è ormai evidente che una profonda corruzione ha infettato parti del nostro sistema giudiziario”, ha affermato Jenrick. “Ripristineremo la fiducia solo con una riforma radicale, non con piccoli aggiustamenti.”
L’annuncio arriva mentre il partito conservatore, sotto la guida di Kemi Badenoch, ha dichiarato l’intenzione di ritirarsi dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), spesso invocata per bloccare l’espulsione di stranieri condannati. Jenrick ha definito l’uscita dalla CEDU un “primo passo essenziale”, ma ha avvertito che “non basta eliminare i giudici attivisti all’estero se poi restano i loro alleati qui”.
Parallelamente, i commenti di Jenrick sulla città di Birmingham, definita “una delle aree meno integrate del Paese” e “simile a una baraccopoli”, hanno scatenato un’ondata di critiche. Pur respingendo le accuse di razzismo, Jenrick ha ribadito che “il problema non è il colore della pelle, ma la mancanza di integrazione” e ha invitato a “un dialogo onesto sulle comunità parallele che minano l’unità nazionale”.
“Non mi scuserò per aver detto la verità”, ha dichiarato. “Se vogliamo essere un Paese unito, dobbiamo affrontare la realtà e favorire l’integrazione.”