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COMUNICATO STAMPA del 7 ottobre 2025
SORDITÀ PROFONDA: “ORECCHIO BIONICO” CON IL ROBOT, PRIMI IMPIANTI AL BAMBINO GESÙ
Una nuova tecnica chirurgica robotica di impianto cocleare restituisce l’udito a due giovani pazienti riducendo i rischi
dell’intervento. All’Ospedale Pediatrico romano eseguite circa 1000 procedure per la cura della sordità infantile
Possono finalmente sentire suoni e voci il bimbo di 3 anni e la ragazza di 14, affetti da sordità profonda, ai quali è stato
impiantato “l’orecchio bionico” con una innovativa tecnica chirurgica guidata dai robot. Gli interventi sono stati
eseguiti con successo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dall’équipe dell’Unità di Audiologia e Otochirurgia
nell’ambito del primo studio a livello europeo sull’applicazione della robotica nella chirurgia dell’impianto cocleare in
età pediatrica, a cui partecipano gli ospedali pediatrici italiani. Con circa 1.000 interventi per il trattamento della sordità
infantile all’attivo, il Bambino Gesù gestisce una delle più ampie casistiche nazionali di bambini con malattie complesse
dell’organo dell’udito.
L’IMPIANTO COCLEARE: UN “PONTE” TRA SILENZIO E SUONO
La tecnologia utilizzata dal team guidato dal prof. Pasquale Marsella per restituire l’udito ai due pazienti – il bambino
con sordità congenita e la ragazza con sordità progressiva -, combina l’azione di due robot (Otoarm e Otodrive): un
braccio meccanico che definisce e mantiene con precisione la traiettoria e la posizione degli strumenti chirurgici durante
l’intervento e un sistema di inserimento controllato e non traumatico dell’elettrodo nella coclea. Questo approccio ha
l’obiettivo di ridurre significativamente il rischio di danni alle delicate strutture nervose dell’orecchio interno.
Comunemente definito “orecchio bionico”, l’impianto cocleare è una protesi capace di sostituire completamente la
funzione della coclea, organo dell’orecchio interno deputato alla conversione delle onde sonore in impulsi elettrici
destinati alle vie uditive. Composto da una parte interna, inserita nella coclea, e da una parte esterna che capta e
trasmette i suoni, l’impianto trasforma i segnali acustici in impulsi elettrici per il cervello, restituendo la percezione
uditiva ai bambini con sordità profonda che non traggono beneficio dai convenzionali apparecchi acustici.
«I due piccoli pazienti hanno affrontato l’intervento senza complicazioni e oggi stanno bene» sottolinea il prof. Pasquale
Marsella, responsabile di Audiologia e Otochirurgia del Bambino Gesù. «In particolare, il bambino di 3 anni ha potuto
accendere il suo nuovo impianto cocleare già dopo una sola settimana dall’operazione, iniziando così a sentire i suoni