
La leader del gruppo Identità-Libertà al Parlamento europeo, Marion Maréchal, ha lanciato un appello senza precedenti alle varie anime della destra francese affinché si uniscano in una coalizione ampia e pragmatica, con l’obiettivo dichiarato di porre fine al dominio dell’establishment macronista e contrastare l’avanzata della sinistra.
L’eurodeputata, erede della storica dinastia Le Pen e figura centrale del movimento sovranista europeo, ha sottolineato che l’attuale crisi politica in Francia — culminata con il crollo del terzo governo in meno di un anno — richiede “una risposta politica coraggiosa, unitaria e realista”.
“Nessun partito politico può vincere da solo. Altrimenti, corriamo il rischio che non ci sia una maggioranza assoluta”, ha dichiarato Maréchal, citata da Le Figaro.
Un modello “alla Meloni” per la destra francese
La proposta di Maréchal prende ispirazione dal modello italiano di Giorgia Meloni, che ha costruito una maggioranza stabile fondendo centrodestra e destra sovranista sotto un’unica visione nazionale. “È tempo che anche la Francia impari da questo esempio di realismo politico,” ha affermato la nipote di Marine Le Pen, evidenziando come una “coalizione patriottica e conservatrice” potrebbe costituire un’alternativa credibile al centrismo di Emmanuel Macron e alla frammentazione progressista.
Maréchal ha rivolto un appello diretto a Bruno Retailleau, leader dei Les Républicains (LR), invitandolo a “ascoltare i suoi elettori e costruire insieme al Rassemblement National (RN) una piattaforma comune per battere la sinistra e il neoliberismo di Parigi”.
Una destra divisa tra ambizioni e rivalità
L’appello, tuttavia, arriva in un contesto di profonde spaccature interne alla destra francese. Dopo la breve esperienza del governo Lecornu, crollato in appena 14 ore, il centro-destra di Retailleau si trova ora in una posizione precaria: troppo distante dal macronismo per essere alleato, ma troppo diffidente verso Le Pen e Maréchal per una fusione elettorale.
L’ex leader dei Républicains al Senato ha sempre escluso un’alleanza con il RN, sostenendo che le “differenze ideologiche fondamentali” renderebbero impossibile una collaborazione. Tuttavia, la base elettorale del partito sembra meno rigida, con una parte crescente degli iscritti che guarda con favore a un’unità tattica delle destre.
A sostenere la proposta di Maréchal è intervenuto Éric Ciotti, oggi leader dell’Unione della Destra per la Repubblica (UDR), che ha invitato apertamente i Républicains a “tornare a casa” e unirsi ai patrioti. “Un’ondata enorme si sta levando nel Paese per l’unione della destra e dei patrioti,” ha scritto Ciotti su X, puntando il dito contro Macron come “unico responsabile dell’abisso nazionale”.
La crisi del macronismo e il vuoto di potere
La caduta del governo Lecornu — il più breve della storia repubblicana — ha accentuato la percezione di vuoto politico e istituzionale in Francia. I ministri, rimasti in carica solo 14 ore, avranno diritto a indennità di buonuscita fino a 30.000 euro, alimentando ulteriori critiche verso l’élite politica.
Il leader del RN Jordan Bardella ha accusato i Républicains di “travestirsi da opposizione” dopo anni di sostegno implicito al macronismo:
“Nessuno si faccia ingannare — le loro divergenze sono solo di potere e di poltrone. Nessuno dei partiti della coalizione può affermare di incarnare una vera rottura con la politica respinta dai francesi.”
Verso nuove elezioni e una possibile ridefinizione del panorama politico
Se il presidente Macron decidesse di sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni legislative, il Rassemblement National potrebbe puntare a una maggioranza assoluta. In tal caso, la disponibilità dei Républicains a un’alleanza potrebbe risultare decisiva per la formazione di un nuovo governo di destra.
L’appello di Maréchal rappresenta dunque un momento cruciale: da una parte, l’opportunità storica di costruire una destra unita e competitiva; dall’altra, il rischio di un’ulteriore frammentazione che potrebbe favorire il ritorno della sinistra o la sopravvivenza del macronismo.
“La storia ci osserva,” ha concluso Ciotti. “La Francia deve scegliere se rinascere con l’unità dei patrioti o dissolversi nelle divisioni del passato.”