
(AGENPARL) – Mon 06 October 2025 UN PROGETTO PER RACCONTARE LA PROPRIA AZIENDA E ATTIRARE NUOVI TALENTI
L’employer branding per le imprese è la risposta di Confartigianato alla carenze di manodopera: il 55,8% dei lavoratori ricercati nella Marca Trevigiana sono difficili da reperire
Il lancio del progetto mercoledì 8 ottobre alle 18.30 nella Fornace di Asolo, con il contributo di Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti ed EBAV, l’ente bilaterale artigiano veneto
Armando Sartori, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «Occorre dare subito risposte agli imprenditori, per questo è stata creata una “cassetta degli attrezzi”»
Carlo Ceriana, direttore Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «L’obiettivo è migliorare la reputazione aziendale allo scopo di attrarre, acquisire, fidelizzare e trattenere i lavoratori»
Il 55,8% dei lavoratori ricercati dalle MPI della Marca Trevigiana sono difficili da reperire. Sulle 46 mila entrate previste di lavoratori, oltre 25 mila posizioni sono difficilmente reperibili sul mercato del lavoro provinciale.
«La carenza di manodopera specializzata è uno dei fattori che limita le potenzialità di sviluppo delle MPI», sottolinea Armando Sartori, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Per affrontare il problema non basta lamentarsi della scarsa efficacia degli uffici di collocamento e della politica della scuola, ancora troppo distante dai fabbisogni reali delle imprese. Occorre dare subito risposte agli imprenditori, fornendo loro gli strumenti per rendere attrattiva la propria azienda verso i potenziali lavoratori».
Confartigianato per questo ha lanciato un progetto di employer branding per piccole imprese, in collaborazione con la Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti e l’EBAV, l’ente bilaterale artigiano veneto. Il lancio dell’iniziativa è in programma mercoledì 8 ottobre alle 18.30 nella Fornace di Asolo, quando sarà svelata la nuova piattaforma digitale pensata per accompagnare l’imprenditore nella creazione di un ambiente collaborativo e orientato alla crescita, con l’obiettivo di attirare nuovi talenti e al contempo consolidando il senso di appartenenza all’azienda dei propri collaboratori.
«Questo progetto è nato da un ampio confronto con un gruppo di imprenditori», spiega Carlo Ceriana, direttore di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «le cui indicazioni ed esigenze hanno trovato risposta in una serie di strumenti concreti, facilmente adattabili a ogni realtà aziendale e che hanno lo scopo di attrarre, acquisire, fidelizzare e trattenere i lavoratori. Le aziende di grandi dimensioni sono impegnate su questo fronte con azioni che non possono essere replicate dalle MPI. La sfida del progetto è quella di costruire un percorso che inauguri una contaminazione tra aziende di differenti settori produttivi, accomunate da un comune intento di migliorare la reputazione del lavoro artigianale e di valorizzare le opportunità di crescita e sviluppo del contesto».
Gli strumenti gratuiti messi in campo riguardano la valorizzazione della propria identità aziendale e del senso di appartenenza dei collaboratori, lo sviluppo di strategie di crescita professionale per fidelizzare i dipendenti, l’implementazione del welfare aziendale per migliorare il benessere organizzativo.
Tra gli obiettivi del progetto c’è anche la creazione di un network di imprenditori artigiani che condividano esperienze e buone pratiche, diffondendo in tal modo metodi e tecniche di comunicazione efficaci, in particolare attraverso lo storytelling, per attrarre nuove generazioni di lavoratori.
«Accanto ad attività di sensibilizzazione e a momenti esperienziali, lo strumento principe è la “cassetta degli attrezzi”», conclude il presidente Armando Sartori. «Si tratta di materiali e guide pratiche che offrono strumenti e metodologie per migliorare la reputazione aziendale, arricchiti dalla raccolta di buone pratiche ed esempi di successo utili da cui trarre ispirazione».
IL NODO MANODOPERA: I NUMERI NELLA MARCA TREVIGIANA
Secondo la ricerca Excelsior, il 61,2% riguarda operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, a distanza seguono gli impiegati e le professioni specialistiche e i tecnici (22,9%), mentre ai due estremi ci sono le professioni non qualificate 10,9% e i dirigenti e le professioni specialistiche (5,1%).
La provincia di Treviso è seconda in Veneto nel fabbisogno di manodopera artigiana, con maggiori richieste, rispetto alla media regionale, di operai specializzati, e minore domanda di professioni non qualificate.
Andando ad analizzare i livelli di istruzione richieste dalle imprese artigiane trevigiane, il 54,9% delle posizioni richieste richiede una qualifica o un diploma professionale. Nel 19,8% dei casi è richiesto un diploma di scuola secondaria, mentre la laurea è richiesta nel 2% delle ricerche di lavoro e l’istruzione tecnologica superiore nell’1,9%.
In provincia le imprese artigiane che hanno svolto formazione sono il 35,2%, mentre nel 18,3% dei casi hanno ospitato persone in tirocinio. L’alternanza scuola-lavoro è stata realizzata dal 17,7% delle aziende, migliore performance tra le province venete e 4,3% in più rispetto alla media regionale.