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Comunicato Stampa
6 ottobre 2025
Afghanistan: Save the Children, un mese dopo il terremoto, i bambini orfani vengono accuditi da famiglie la cui sopravvivenza dipende dagli aiuti umanitari
I bambini – i cui genitori sono morti nei devastanti terremoti che hanno colpito l’Afghanistan, un mese fa – sono stati accolti dai loro parenti, la cui sopravvivenza dipende dagli aiuti umanitari e che nei prossimi mesi, con l’arrivo dell’inverno, vedranno aumentare i loro bisogni, secondo quanto riferito da Save the Children.
I terremoti – il più forte dei quali si è verificato il 31 agosto – hanno causato la morte di circa 2 mila persone e distrutto più di 8 mila case nell’Afghanistan orientale, costringendo bambini e famiglie a rifugiarsi nelle tende, nei campi profughi o nei villaggi in rovina.
I terremoti hanno anche decimato i mezzi di sussistenza, poiché la maggior parte delle persone in questi villaggi rurali remoti dipende dall’allevamento e dall’agricoltura per il proprio reddito. Quasi 400 mila persone[1], tra cui oltre 250 mila bambini, hanno bisogno di sostegno alimentare e agricolo, poiché il bestiame è morto e i terreni sono stati danneggiati[2].
Secondo l’UNICEF[3], 271 bambini sono rimasti orfani[4]. Migliaia di altri hanno perso i propri parenti nel terremoto e Save the Children, attraverso i suoi centri di assistenza all’infanzia, sta aiutando 30 bambini che hanno perso i propri caregiver primari a causa del terremoto di magnitudo 6.0.
Aysha*, 56 anni, è la nonna di tre bambine di età inferiore ai cinque anni. Ha raccontato di essere ora la loro principale figura di riferimento, poiché i genitori delle bambine sono morti nel terremoto. La più piccola ha 15 mesi e dorme tra le sue braccia. È dovuta fuggire quando la sua casa, situata sulla cima di una montagna, è crollata a causa del terremoto, e ora vive in una tenda a circa 2 ore e mezza di cammino, con la strada ancora bloccata. La sua tenda è quasi vuota, poiché è fuggita con solo i vestiti che indossava. Il marito di Aysha* è rimasto ferito nel disastro e ha ancora la testa e il braccio fasciati con bende mentre è seduto per terra accanto a lei. I pochi beni che si trovano in un angolo della loro tenda sono stati tutti forniti dalle organizzazioni umanitarie. “Prima di questo tragico incidente [il terremoto], questi tre bambini mangiavano bene. Raccoglievano noci da mangiare e si divertivano a giocare insieme. Avevano una casa in cui vivere e i loro genitori erano vivi. Ora non hanno più una casa, la loro madre e il loro padre non ci sono più e sono molto tristi”, ha raccontato Aysha*.
Le due ragazze più grandi frequentano un centro di assistenza all’infanzia di Save the Children per bambini che sono stati costretti ad abbandonare le loro case in rovina. I centri sono pieni e operano a turni a causa dell’elevato numero di bambini, fornendo un luogo sicuro e adeguato all’età e al sesso, dove giocare, imparare e accedere al sostegno.
Ogni giorno arrivano circa 200 bambini. I centri di assistenza all’infanzia, che fanno parte della risposta all’emergenza, forniscono servizi che includono sostegno psicosociale, promozione dell’igiene e orientamento, ad esempio su come evitare la separazione dai caregiver con così tante persone che vivono nei campi. I bambini ricevono anche pasti in uno spazio sicuro e vengono indirizzati ai servizi di nutrizione e assistenza sanitaria della clinica vicina di Save the Children.
“Attualmente, le nostre vite dipendono interamente dagli aiuti forniti dalle autorità e dalle organizzazioni. Nessuno sta lavorando al momento. Il mio figlio maggiore è rimasto ferito, l’altro soffre di pressione bassa, come possono lavorare? Prima del terremoto, i miei figli erano operai. Il figlio, che ha perso la vita nel terremoto, era il capofamiglia. Lavorava come operaio edile a giornata ed era anche architetto. Spero di avere abbastanza soldi per crescere questi bambini in modo adeguato” ha raccontato Aysha*.
Le famiglie hanno perso i loro principali capifamiglia nelle province di Kunar e Nangarhar, le zone più colpite dai terremoti. Più di nove famiglie su dieci[5] hanno dichiarato di aver perso le loro scorte di cibo quando le loro case sono crollate e più di 7 mila capi di bestiame[6] sono morti[7].
Save the Children opera nelle province colpite ed è stata tra le prime organizzazioni internazionali ad arrivare sul posto a Kunar, dove si è verificata la maggior parte delle quasi 2 mila vittime accertate. L’organizzazione umanitaria e per i diritti dei bambini fornisce assistenza sanitaria, servizi idrici e igienico-sanitari, kit per la casa, per neonati e per l’igiene, assistenza in denaro e sostegno ai bambini attraverso centri di assistenza all’infanzia nelle zone colpite dal terremoto.
“A un mese dai terremoti, la portata della devastazione nell’Afghanistan orientale sta diventando sempre più evidente. Molti bambini hanno perso un genitore, alcuni sono rimasti orfani e innumerevoli famiglie hanno perso la loro fonte di reddito. Per i bambini, la perdita è incommensurabile e per molte famiglie significa anche la perdita del capofamiglia. I nostri centri di assistenza all’infanzia stanno fornendo un sostegno vitale in questa fase di emergenza, ma le famiglie hanno bisogno di un aiuto a più lungo termine. Con l’inverno che si avvicina rapidamente, i bisogni già gravi non potranno che aumentare. I donatori devono mobilitare con urgenza risorse aggiuntive per aiutare i bambini e chi se ne prende cura a sopravvivere nei mesi a venire e gettare le basi per la ripresa” ha dichiarato Samira Sayed Rahman, Direttrice dello Sviluppo dei Programmi e della Promozione di Save the Children in Afghanistan.
Save the Children opera in Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto e di calamità naturali. L’Organizzazione ha programmi in 9 province e collabora con partner in altre 11 province. Fornisce servizi che spaziano dalla salute, all’alimentazione, all’istruzione, alla protezione dei bambini, all’alloggio, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari, all’igiene e ai mezzi di sussistenza.
*I nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità degli intervistati
[1]Afghanistan: Eastern Region Earthquake Response Plan (Sep 2025 — Dec 2025) | OCHA
[2]https://www.unocha.org/publications/report/afghanistan/afghanistan-eastern-region-earthquake-response-plan-sep-2025-dec-2025
[3]https://www.unicef.org/afghanistan/press-releases/children-make-more-half-all-deaths-aftermath-afghanistan-earthquake
[4]https://www.unicef.org/afghanistan/press-releases/children-make-more-half-all-deaths-aftermath-afghanistan-earthquake
[5]Afghanistan: Situation Update #7 – Eastern Region Earthquake Response (25 September 2025) | OCHA
[6]Afghanistan: Eastern Region Earthquake Response Plan (Sep 2025 — Dec 2025) | OCHA
[7]https://www.unocha.org/publications/report/afghanistan/afghanistan-situation-update-7-eastern-region-earthquake-response-25-september-2025