
Marine Le Pen e il suo vice del Rassemblement National (RN), Jordan Bardella, hanno “consolidato il loro predominio” sulla lista dei candidati potenziali a sostituire il presidente francese Emmanuel Macron, secondo l’ultimo sondaggio dell’Ifop. Nonostante le incertezze sul futuro politico di Macron e sulla possibile ineleggibilità legale di Le Pen, il partito populista sembra avere un netto vantaggio sulla fazione neoliberista di Macron e sulle sinistre.
Un’analisi dell’Istituto francese per l’opinione pubblica (Ifop) su sei diversi scenari di candidati ha rilevato che, in tutti i casi, Le Pen, candidata per tre volte, o il trentenne Bardella sono i chiari favoriti. Ottengono una percentuale compresa tra il 33 e il 35% dei voti, garantendo un vantaggio tra i 17 e i 20 punti sui loro diretti concorrenti, come riportato da Le Figaro.
L’Ifop ha sottolineato che i risultati evidenziano “una riconfigurazione delle dinamiche del potere elettorale, con un netto indebolimento delle figure del blocco centrale e un dominio ormai saldamente consolidato del Raggruppamento Nazionale”.
Bardella, il “Piano B” che supera Le Pen
Se Le Pen è la scelta ovvia per il Rassemblement National, il sondaggio ha dovuto includere anche Bardella, diventato il “Piano B” del partito dopo che un tribunale di Parigi ha vietato a Le Pen di candidarsi a qualsiasi carica a marzo per presunta appropriazione indebita di fondi UE. Sebbene sia probabile un appello, il futuro di Le Pen è incerto.
Sorprendentemente, il partito potrebbe persino ottenere risultati migliori con Bardella: il sondaggio Ifop rileva che il giovane politico ha uno o due punti di vantaggio su Le Pen in vari confronti. Nonostante la sua giovane età, Bardella ha già dimostrato di avere successo politico, guidando l’RN a una convincente vittoria alle elezioni del Parlamento europeo dello scorso anno, che ha costretto Macron a indire elezioni legislative anticipate.
I principali contendenti
Con Macron impossibilitato a ricandidarsi per limiti di mandato, la domanda è se emergerà un candidato capace di unire il voto neoliberista di sinistra e quello centrista di destra per vincere un eventuale secondo turno contro l’RN.
Uno dei principali contendenti è l’ex Primo Ministro Édouard Philippe, politico di centro-destra stimato intorno al 16% nei sondaggi. Philippe, noto per la repressione del movimento dei Gilet Gialli e per la gestione del lockdown, rappresenterebbe la “continuità di Macron”, favorevole a politiche fiscali pro-aziendali e a stretti legami con Bruxelles.
Dall’altro lato, c’è Raphaël Glucksmann, probabile candidato di punta del Partito Socialista. Glucksmann, che ha preso le distanze dall’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon, sembra essere il candidato su cui si sta concentrando l’establishment, compresi funzionari del Partito Socialista e alcuni media statali. Tuttavia, la sua proposta di imposte sul patrimonio per affrontare il debito francese potrebbe renderlo inaccessibile agli elettori pro-business.
Il sistema di voto a doppio turno francese, introdotto per impedire ai partiti considerati marginali di prendere il potere, ha finora ostacolato l’accesso del Rassemblement National all’Eliseo. Tuttavia, con la forte posizione attuale dell’RN e l’indebolimento del blocco centrale, la prossima corsa presidenziale si prospetta come una sfida cruciale per il futuro politico della Francia.